>>> Stefano Nannizzi Petrolio nasce a
Lucca nel 1969. All’età di cinque anni partecipa alla selezione
nazionale per lo Zecchino D’Oro classificandosi penultimo.
L’incontro con Mago Zurlì lo segna profondamente. Al contatto con
i bimbi felici dell’Antoniano, perde la parola e la volontà
ritrovandola soltanto nove anni più tardì. Intraprende gli studi
linguistici presso il Centro Recupero di Albenga. Si diploma nel
1989 e viene reintegrato immediatamente come animatore nei
villaggi Salesiani. Impara a suonare la chitarra ritmica e scrive
canzoni di successo. Nel ‘92 si reca a Parigi in gita e durante
una visita al Museo Dorsey viene nuovamente colpito da mutria.
Abbandona il cantautorato e si dedica totalmente alla pittura e
alla poesia. Sono anni bui, di solitudine, di baraonde notturne
ed è proprio in questa malinconia che prende forma la sua arte.
Si chiude in casa, gli amici non lo vedono per mesi, deperisce e
si ammala di polmonite. Nel ‘94, dopo un faccia a faccia animato
con Dio, ricomincia a parlare utilizzando vocaboli a lui fino ad
allora sconosciuti. Si riprende dalla malattia. Nel’95 si sposa,
nel‘96 ha una figlia, nel’97 si separa. Ripiomba nuovamente
nell‘autoisolamento del passato. Si accanisce verso il sentimento
d’amore, abbatte ogni sua morale per sprofondare in un pericoloso
pessimismo che lo allontana da ogni regola solida. Vive
distrattamente senza una dimora fissa, senza un affetto durevole.
Gli amici cercano di stargli vicino, lo assecondano nei suoi
folli progetti d’avanguardia ma senza riuscire a spronarlo dai
suoi dolori. Il 5 novembre del 2002 dopo aver cenato alla
“Galera”di Floriano, viene colpito da un malore improvviso e
muore poco dopo nella sua casa di Borgo a Mozzano.
Risorge dopo 2 giorni.