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orgoglioepregiudiz3

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orgoglioepregiudiz3 più di un mese fa

Vedrai, un giorno verrò a prenderti

E ti porterò dove si respira la felicità,

dove le anime si sfiorano con un bacio

E non hanno bisogno di parole

Ti porterò dove i cuori ignorano la ragione

e si amano follemente senza alcun limite

E tracceremo insieme nuovi orizzonti

Con il sole alto che splenderà su di noi

Dentro un cielo più limpido, più sereno

Dimenticando tutte le paure

Per vedere insieme le prime luci dell'alba

E disegnare con i colori dell'anima

una nuova vita tutta per noi...

 

Ernesto Andolina

 

 

 

 

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orgoglioepregiudiz3 più di un mese fa

“Se si tratta di te, io sono felice”: una poesia di Carlos Ruiz Zafòn

 

E’ la tua voce che mi tranquillizza.
E’ il tuo modo di parlare, il tuo modo di chiamarmi,
quel nomignolo che mi riservi.
E’ il fatto di immaginarti perché non posso vederti.
E’ dovermi figurare la smorfia della tua bocca.
E’ che sei tu.
E quando si tratta di te, io non lo so che mi succede.
Per quanto cerco di trattenermi, se si tratta di te, io sono felice.

 

 

 

 

 

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orgoglioepregiudiz3 più di un mese fa

“Vivere fuori dalla massa,

esprimere sempre se stessi,

senza curarsi del giudizio degli altri.

Conoscere i propri limiti,

cercare di superarli.

Vivere con leggerenza e responsabilità,

senza mai appesantire la vita di nessuno.

Esprimere la propria unicità,

riuscendo ad essere un regalo per se stessi

e per chi dimostra di meritarci.

Saper stare bene da soli

e stare con gli altri per scelta,

mai per paura della solitudine.

È questo il modo più semplice

ed efficace per vivere,

per essere autentici, sinceri, veri.

(Agostino Degas)

 

 

 

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orgoglioepregiudiz3 più di un mese fa

 

Vengo a trovarti

molte volte ogni giorno

anche se

non porto il corpo con me,

così forse Tu non sai che io sono lì.

Ma mi piace venire in questo modo,

perché così nessuno mi vede,

e mi siedo e chiacchiero

e guardo il Tuo volto,

e nulla che disturbi.

Emily Dickinson

 

 

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orgoglioepregiudiz3 più di un mese fa

 

“Attesa” di Vincenzo Cardarelli

“Oggi che t’aspettavo
non sei venuta.
E la tua assenza so quel che mi dice,
la tua assenza che tumultuava
nel vuoto che hai lasciato,
come una stella.

Dice che non vuoi amarmi.
Quale un estivo temporale
s’annuncia e poi s’allontana,
così ti sei negata alla mia sete.
L’amore, sul nascere,
ha di questi improvvisi pentimenti.

Silenziosamente
ci siamo intesi.
Amore, amore, come sempre,
vorrei coprirti di fiori e d’insulti”.

Attesa e speranza

Nella sua bellissima poesia, Vincenzo Cardarelli racconta l’attesa che si avvinghia come un parassita al cuore del poeta, che aspetta invano in ritorno dell’amante, e nel frattempo si nutre di desideri, dubbi e speranze sui sentimenti e su quanto questi siano ricambiati dalla persona amata.

Quante volte ci è capitato, e quante volte ancora ci capiterà, di rimanere ad aspettare incerti un segnale, una manifestazione, un simbolo che ci faccia capire che l’amore esiste anche dall’altro capo del filo, che non ce lo siamo immaginato, che vive tanto in noi quanto nel destinatario dei nostri sentimenti:

 

“[La tua assenza] Dice che non vuoi amarmi.
Quale un estivo temporale
s’annuncia e poi s’allontana,
così ti sei negata alla mia sete.
L’amore, sul nascere,
ha di questi improvvisi pentimenti”.

 

L’amore è una cosa difficile. Ci fa sentire su un’altalena precaria, e noi dondoliamo spaventati, divertiti, felici e un po’ preoccupati. Il più delle volte, continuiamo a dondolare sull’altalena consapevoli del dolore che proveremmo dopo una caduta. Ma si sa, l’emozione e la felicità che scaturiscono da questo gesto di primordiale libertà valgono più di tutte le ferite che ci procureremmo con una caduta. E allora amiamo, attendiamo e amiamo, nonostante tutto.

 

 

 

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Forgiando l’armatura

di Rudolf Steiner

 

Mi rifiuto di sottomettermi alla paura che mi toglie la gioia della libertà,

che non mi lascia rischiare niente, che mi fa diventare piccolo e meschino,

che mi afferra, che non mi lascia essere diretto e franco,

che mi perseguita e occupa negativamente la mia immaginazione,

che sempre dipinge cupe visioni.

Non voglio alzare barriere per paura della paura.

Io voglio vivere e non voglio rinchiudermi.

Non voglio essere amichevole per paura di essere sincero.

Voglio che i miei passi siano fermi perché sono sicuro e non per coprire la paura.

E quando sto zitto, voglio farlo per amore e non per timore delle conseguenze delle mie parole.

Non voglio credere a qualcosa solo per paura di non credere.

Non voglio filosofare per paura che qualcosa possa colpirmi da vicino.

Non voglio piegarmi solo per paura di non essere amabile,

non voglio imporre qualcosa agli altri per paura che gli altri possano imporre qualcosa a me;

per paura di sbagliare non voglio diventare inattivo.

Non voglio fuggire indietro verso il “vecchio” per paura di non sentirmi sicuro nel “nuovo”.

Non voglio farmi importante perché ho paura di essere altrimenti ignorato.

Per convinzione e amore voglio fare ciò che faccio e smettere di fare ciò che smetto di fare.

Dalla paura voglio strappare il dominio e darlo all’Amore. E voglio credere nel Regno che esiste in me.

 

 

 

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