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pa.oletta

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pa.oletta 20 febbraio

Cammino pur accorgendomi che un peso mi tiene ancorata a terra. Mi tiene salda, ancorata alla realtà.
A volte, come in mare aperto, tendo a scivolare in avanti, di qua, di là, di lato. Mi sbilancio, perdo l’equilibro.

E quando succede me ne accorgo perché la mia vista si altera, si annebbia.

E mi sento disorientata, inquieta. Magari subito non capisco. Però poi, ecco, lo vedo: il peso s'è spostato.
Succede. Basta solo riprenderlo e rimetterlo al proprio posto.

- mai intrecciare fili se ancora non si ha il filato -


Sono giorni.
Giorni strani. Eppur mi muovo.
In direzione ostinata.
Che è poi sempre il su e giù, verso la linea retta, di questa stra-complicata punta di vita.

Mi ritrovo qui.

Mi ritrovo in questo girotondo di incontri, persone, frasi, commenti.

Li attraverso stupita.

E anche qui, se non sto attenta, mi accorgo che, silenziosamente, tentano di spostare il mio peso.
Alcuni cercano di incrinare il mio equilibrio.

E se succede mi rimetto in piedi per ritrovarlo. Per ricostruirlo.
E tutto sommato non mi dispiace. È un modo per confermarmi verità.

È un'occasione per svelare fragilità e attaccare post-it sull'anima, cose da non dimenticare.

Ad inizio anno ho comprato un'agenda nuova. Non mi piace usare il calendario del cellulare.

Mi piace invece la mia grafia e mi piace scrivere. L’agenda mi fa vedere tutta la settimana, con gli impegni divisi in orario e a fianco la lista delle cose da fare.

Per non dimenticare.
Perché lo scorso anno ho divorato chilometri.

Mi sono fermata su un numero imprecisato di panchine, muretti, sale da thè e lungo il mio percorso non ho scordato nulla.

Nulla.

 

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pa.oletta più di un mese fa

Le parole sono come le emozioni,  rimangono tatuate.

Sono gocce che come stalattiti costruiscono giorno dopo giorno un ponte intenso e attrattivo verso la loro stalagmite. 

La struttura che resta, la cicatrice tatuata, sarà tanto più bella, quanto più pura è la goccia che l'ha costruita.

 

Guardare è uno stato mentale, una visione personale che rende vario e straordinario ogni momento.

 

Sorrido al pensiero di "occhi" su queste righe, occhi che strada facendo mi ricordano come guardare la vita.

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pa.oletta più di un mese fa

Un bacio e... via

 

Esco e porto a spasso i pensieri evitando le vetrine e i tragitti piccolo borghesi di chi non vuole sentirsi sola. 

Amo la solitudine ma non come abitudine.

Decenni fa avevo tanti errori ancora da imparare, ero poco più che bambina.

A volte, sento di essere ancora una bambina.

Decenni fa i tacchi  li portavo tutti i giorni ora raramente o quando cammino sola.
Ho scoperto che certi uomini s'imbarazzano a sentirti o vederti sicura di te (anche se dentro tremi) nonostante amino i tacchi e le calze velate.

Oggi però ho deciso che metterò i tacchi in questa terra che dondola così affascino il cielo e tutti i cieli negli occhi di chi passa e di chi sta fermo.

Camminare soli è un po’ come vagabondarsi dentro ignorando chi c’è fuori.
Inspirare ed espirare.  

Ascoltare quei respiri che richiedono fede alla vita perché sbagliare è facile ed io in questo sono bravissima.

Ho fede ma a volte dentro mi sento atea e  nel mio intimo anche un po’ puttana.

 

Ehi, come ti chiami?

Tu come mi chiameresti?

Così, con un occhiolino, con un gesto.

Ecco, quello è il mio nome: con un occhiolino, con un gesto.

E dimmi uomo, dimmi, i tacchi li posso indossare?

Si, se vuoi si, ma tanto non servono, ti porto in braccio io.

Oh ... grazie, se riesci a trattenere anche il peso che non si vede ma che ho ancora dentro, giuro ti do un bacio.

Anzi tre.

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pa.oletta più di un mese fa

Vorrei essere occhi, fare come fanno gli occhi, che in un istante vanno lontanissimo, lì dove il resto di me non metterà mai piede e ogni cosa che vedono riescono ad averla lasciandola dov é, a possederla senza volerla portare indietro, a conoscerla senza pretendere la sua attenzione.  

Vorrei avere il tatto sconfinato dello sguardo, che sa toccare ovunque senza farsi sentire, amare senza lasciarsi ferire, conquistare tutto senza rinunciare a niente.

 

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pa.oletta 06 marzo

 

Mamma mia quanto la desideravo.
Impazzivo per lei.
Avevo bisogno di toccarla.
Baciarla, stringerla forte a me.
Sentire la sua pelle in contatto con la mia.

Toccarle i fianchi per farle sentire che c’ero.
Che la desideravo.
Che avevo voglia di lei.
Baciarla, sentire le sue labbra e nel mentre accarezzarle i capelli, toccarle la schiena, i fianchi.
Un bacio, un altro e un altro ancora e ogni tanto dirle che impazzivo per lei, che volevo farlo con lei.
Con nessun’altra.
Desideravo le sue mani sul mio petto, nelle mie gambe, desideravo i suoi baci ovunque.
Desideravo sentire i brividi, quelli che ti percorrono tutta la schiena.
Desideravo lei sopra di me, tenerla stretta a me, sentire il fiato sul collo, le sue labbra e mani ovunque, nient’altro.
Nient’altro.

 

 

 

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pa.oletta più di un mese fa

 

Il giardino delle  delizie terrene. 

 

La schiena di una donna è roba per intenditori.
Ad amarne la bocca, gli occhi, i fianchi sodi, si fa presto. 
È un fatto da poco. 
La schiena no, la schiena è un ’altra cosa.
È un privilegio di fiducia. 
È la sensualità che dà le spalle al mondo e guarda avanti. 
La schiena è femmina, e quando si volta
lo fa perché non teme inganni. 
È spavalda, audace , baldanzosa. 
Ha un binario unico che le corre al centro.
Un solco lungo il quale colano, dall'alto verso il basso, le pugnalate che non ha saputo evitare, le carezze liquide di certe mani belle. 
La schiena non trattiene, la forza di gravità glielo impedisce. 
La schiena sa come lasciar andare.
È un battitore libero, il punto più selvaggio di una donna. 
Risalirla con la bocca, tenerla ferma con le mani,
accerchiarla in un abbraccio, è un colpo di fortuna. 
Ma certa gente non lo sa, e per questo la trascura. 
La schiena di una donna è la sua forza, il suo più antico cedimento. 
Si inarca quando ama, sta dritta quando deve, lì i  baci
sono più belli, i graffi fanno più male. 
Per capire una donna basta leggerne la schiena. 
Curva o tesa , morbida o nervosa. 
Se si lascia prendere, vuol dire che si fida. 
Se si gira di scatto è perché non torna indietro. 
 

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pa.oletta più di un mese fa

 

 

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pa.oletta più di un mese fa

 

A casa ci sto sempre o niente, i giorni li conto a mente
Ma perdo il numero perché il mio lavoro è il perdono
Di deserto sono esperto
Eppure mi ci perdo ancora
Con tutto quello che mi piace
Con tutto quello che odio di me
Con tutto quello che non mi piace di te
Con tutto quello che vorrei da te
Con tutto quello che mi piace
Con tutto quello che odio di me
Con tutto quello che no, non mi piace di te
Con tutto quello che vorrei a casa a Natale ....

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pa.oletta più di un mese fa

-Allora cosa faremo?
-L’amore.
-Davvero?
-Si.
-Perfetto, allora mi spoglio.
-E perché ti togli i vestiti?
-Per fare l’amore.
-E chi ti ha detto che devi spogliarti per fare l’amore?
-Che io sappia, si fa così.
-No, quello non è amore, quello è possesso.
-Non capisco, è come si fa?
-Lasciati addosso i vestiti e parliamo fino a stancarci, fino a provare a decifrarti, fino a conoscere tutto a memoria, fino a scoprire i nostri segreti più profondi, fino a scioglierci solo guardandoci, fino a quando questi occhi si stanchino e mi obblighino a dormire.
-E proverai a tenerli ancora aperti?
-Si, solo per vederti.

Charles Bukowski 🖤 

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