Cammino pur accorgendomi che un peso mi tiene ancorata a terra. Mi tiene salda, ancorata alla realtà.
A volte, come in mare aperto, tendo a scivolare in avanti, di qua, di là, di lato. Mi sbilancio, perdo l’equilibro.
E quando succede me ne accorgo perché la mia vista si altera, si annebbia.
E mi sento disorientata, inquieta. Magari subito non capisco. Però poi, ecco, lo vedo: il peso s'è spostato.
Succede. Basta solo riprenderlo e rimetterlo al proprio posto.
- mai intrecciare fili se ancora non si ha il filato -
Sono giorni.
Giorni strani. Eppur mi muovo.
In direzione ostinata.
Che è poi sempre il su e giù, verso la linea retta, di questa stra-complicata punta di vita.
Mi ritrovo qui.
Mi ritrovo in questo girotondo di incontri, persone, frasi, commenti.
Li attraverso stupita.
E anche qui, se non sto attenta, mi accorgo che, silenziosamente, tentano di spostare il mio peso.
Alcuni cercano di incrinare il mio equilibrio.
E se succede mi rimetto in piedi per ritrovarlo. Per ricostruirlo.
E tutto sommato non mi dispiace. È un modo per confermarmi verità.
È un'occasione per svelare fragilità e attaccare post-it sull'anima, cose da non dimenticare.
Ad inizio anno ho comprato un'agenda nuova. Non mi piace usare il calendario del cellulare.
Mi piace invece la mia grafia e mi piace scrivere. L’agenda mi fa vedere tutta la settimana, con gli impegni divisi in orario e a fianco la lista delle cose da fare.
Per non dimenticare.
Perché lo scorso anno ho divorato chilometri.
Mi sono fermata su un numero imprecisato di panchine, muretti, sale da thè e lungo il mio percorso non ho scordato nulla.
Nulla.