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Mi descrivo
Ho poca voce perché mi sono stancato di parlare a vuoto.
Su di me
Situazione sentimentale
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Lingue conosciute
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I miei pregi
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I miei difetti
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Amo & Odio
Tre cose che amo
nessuna
nessuna
nessuna
Tre cose che odio
nessuna
nessuna
nessuna
I miei interessi
Vacanze Ok!
Vacanze Ko!
Passioni
Musica
Cucina
Libri
Sport
Film
Libro preferito
Meta dei sogni
Film preferito
Poca Voce: perché?
Per parlare parlo: non sono afono né muto. Sono solo stanco di
parlare a vuoto, di gettare parole al vento e pensieri dalla
finestra; eppure ce l’ho messa tutta, e questo in tutto il corso
della mia vita, non ho lesinato energie né cuore. Mi sono, però,
reso conto che non tutti, ahimè, hanno lo stesso atteggiamento nei
confronti di chi dà, di chi offre se stesso, le proprie emozioni, i
propri sentimenti; no, non siamo tutti uguali e, per un verso, la
cosa mi riempie di orgoglio, dall’altro di consapevole, ma non
triste, solitudine. Ma, poi, passa.
Così, all'improvviso
Così, senza un apparente motivo, le cose cambiano il loro corso, ma
è il loro corso e non si può fare nulla per fermarle; rimane da
sedersi ed osservare il lento ma inesorabile fluire. Non ha senso,
infatti, mettersi le scarpe più comode e correre all'inseguimento
del destino che, tanto si sa, corre più veloce anche a piedi
scalzi.
Rispondo a una domanda che spesso mi viene posta
Sei normale? Ecco, a questa domanda, apparentemente banale, voglio
rispondere pubblicamente: sì, credo di esser normale, dove per
normale intendo in possesso di facoltà mentali più o meno nella
norma, di una vita più o meno nella norma, vissuta senza eccessi ma
tentando di oltrepassare il confine della banalità, di uno spirito
che mi porta ogni giorno a cercare qualcosa di sconosciuto, per
imparare ed apprendere, per capire il mondo, e attraverso il mondo,
me stesso e poi il contrario. Non so se questi elementi possano far
dire a chi mi conosce se io sia normale. Nel dubbio, me ne frego
del pensiero altrui, e, guardandomi allo specchio, mi dico di esser
straordinariamente normale.