Blackout. Dopo ciò che è avvenuto in Portogallo, Spagna e sud della Francia, riposto queste mie considerazioni in tempi non sospetti, dopo la lettura di questo libro...
Iperconnessi, ma come i giganti dai piedi di argilla.
Premetto che sono sempre stata un tipo che non ama dipendere e preferisce avere un piano b in caso di imprevisti e problemi perciò, anche se non sono contraria a utilizzare la tecnologia bisogna servirsene in modo "intelligente" come supporto all'umanità mentre da tempo la spinta è a esserne sempre più dipendenti e iperconnessi, con la perdita di abilità e competenze che possediamo in nome della velocità e della comodità.Il tutto affiancato alla concentrazione e mancanza di controllo sui "centri operativi" fornitori dei servizi dei quali già ora si sa ben poco. In questi giorni diventa lampante poi come gli stessi siano vulnerabili e come facilmente si possano provocare crisi e pilotare conseguenze a livello mondiale. Ecco perché ho scelto la copertina di un libro letto lo scorso anno che già mi aveva fatto riflettere. Un virus diffuso pian piano, grazie l'utilizzo sempre maggiore dei contatori digitali per la lettura dell'energia elettrica, che da Milano in una settimana manda in tilt l'intera Europa. Conseguenze da incubo come ciò che vive chi se ne accorge, ma non viene creduto e quando tenta di denunciare la sua intuizione viene sospettato e perseguito mentre vagando per il continente cerca di denunciarne l' origine e farsi ascoltare.. Se vi piace il genere😉 è illuminante. Ci sarebbe tanto da ripensare, come il non concentrare e delegare troppo, e a pochi, e mantenere attivi e disponibili piani b di intervento già dai livelli di base, meno considerati ma ben più accessibili e violabili👋