"Se tu mi guardi così non so come fare
vorrei spaccare il mondo senza farci male
ma tu mi guardi così e tutto a va a puttane"
Profilo BACHECA 189
Sono eccessiva. In tutto quello che faccio, che dico, che provo.
In tutto quello che sento, che respiro, che vivo.
O tutto o niente. O dentro o fuori. O mai o per sempre.
Non so fare a metà. Non so fingere.
O mi vai a genio subito, o non mi piacerai mai.
O mi vuoi bene, o mi odi.
Non lo faccio di proposito, davvero.
Vorrei essere diversa. Vorrei essere migliore.
Ma non sono fatta per fingere.
Non sono fatta per i sorrisini di circostanza.
E so che avrei potuto essere migliore,
più metodica, più razionale, ma non sarei stata più io.
Avrei potuto stringere di meno, soffrirci di meno,
amare di meno, ma non mi pento di niente.
Preferisco amare così come amo io, male e tanto.
Piuttosto che accontentarmi di come chi... non ama mai, e non sa cosa si perde.
- Ce la stai mettendo tutta, vero?
- Sì
- Ma hai la sensazione che non sia abbastanza. Che non basti mai.
- Proprio così.
- Sai cosa si fa in questi casi?
- Si rinuncia?
- No. Si inizia a vivere con il cuore a fior di pelle.
- Ma non erano i nervi quelli?
- Quelli sono i più famosi, e sai perché?
- No, non lo so.
- Perché è facile perdere la calma, prendersela con gli altri, rinunciare e buttare via tutto. Ridimensionare aspettative, sogni e speranze. Pensare di non essere più capaci di amare, di essere felici, di costruire qualcosa di forte. Questo lo può fare chiunque. Ma metterci il cuore, quello spetta solo a chi ha tanto coraggio e un infinito bisogno di vivere.
- La fai semplice.
- Non lo è affatto. Bisogna imparare a convivere con le sconfitte e i dispiaceri. Bisogna dare un volto al dolore e una forma ed un nome, ad ogni cosa che non ci rende sereni. Bisogna ammettere che certe ferite non guariranno mai e imparare una volta per tutte che è nei giorni difficili che si costruisce la felicità.𝗖𝗵𝗲 𝘂𝗻’𝗮𝗺𝗶𝗰𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗲̀ 𝘂𝗻 𝘁𝗲𝘀𝗼𝗿𝗼 𝗱𝗮 𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝘀𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼, 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗽𝘂𝗼̀ 𝘃𝗮𝗹𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗶𝘂̀, 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲.. Che avere la fortuna di dormire abbracciato a un corpo che ti sa ascoltare, è un puro e semplice miracolo. Che a volte allontanarsi è un modo così intimo per restare vicini. Che i rimpianti sono più spietati della morte, come ogni sogno per cui non si è lottato. Niente di tutto questo è semplice, ma quando inizi a percepirne la forza, quando capisci che la strada è lunga e difficile e tutta in salita, ma è la strada giusta, allora è impossibile tornare alla vita come la conoscevi prima.
- Mi sono venuti i brividi.
- Questo significa vivere con il cuore, a fior di pelle.
(Andrew Faber)
Grazie a chi ha capito che gli abbracci mi fanno paura, perché non si sa mai, mi ci potrei perdere, e allora si limita ad accarezzarmi il cuore e certe volte i capelli. Grazie a chi mi saluta ogni volta che arrivo da qualche parte, perché così per un attimo smetto di sentirmi invisibile e quasi mi convinco di esistere. Grazie a chi, prima di dirmi addio, mi ha detto che era l’ultima volta che. Così ho potuto dare i baci che dovevo, ho potuto stringere un po’ più forte. Così mi ha lasciata libera di cercare un po’ di felicità altrove. Grazie a chi mi ha offerto un bicchiere di vino, anche dieci anni fa. Grazie a chi non mi ha mai guardata dicendomi “da te non me lo aspettavo”. Grazie a chi non si è mai aspettato niente da me e poi è rimasto stupito. Grazie a chi ha avuto il coraggio di chiedermi scusa, a chi ha avuto il coraggio di lasciarmi andare quando ha capito di non avere più niente da parte per me. Grazie a chi crede talmente tanto in qualcosa da far tornare la voglia di crederci anche a me. Grazie a tutti quelli che mi hanno detto “ce la farai”, perché non ci ho mai creduto. A tutti quelli che mi hanno detto “non ce la farai mai”, perché mi hanno dimostrato quanto sono potenti i miei sogni, quanta forza mi porto nascosta dentro. Grazie a chi mi ha baciato senza conoscermi, tra una birra e un ballo, restituendomi un po’ di leggerezza. Grazie a chi mi ha insegnato che posso essere felice senza sentirmi in colpa. Grazie a chi ha mescolato la sua vita con la mia anche solo per il tempo di una canzone, che non tutto quello che finisce è inutile. Anzi. L’importante è che ci abbia attraversato. Grazie a chi mi ha scelto, che magari una sera poteva fare tutt’altro e invece poi è venuto da me. È bello cavarsela da soli, ma anche essere la scelta di qualcuno non lo voglio più sottovalutare. Grazie agli sconosciuti sui treni che mi hanno fatto compagnia in tutti questi anni con le loro storie, con i loro silenzi, con le loro lacrime difficili da nascondere dietro gli occhiali da sole. Grazie a chi mi ha letto un pezzo del suo libro preferito, a chi ha cantato a squarciagola con me, grazie a chi mi ha tenuta nella sua vita per come sono e non per come pensava che fossi.
(Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore)
"Non dare il tuo oro a chi ama l'argento e soprattutto non dare il tuo 1000 a chi sa contare fino a 100 "