Mi rendo conto come sia complicato spiegare certe cose, nella scrittura e come ancor di più nella vita di tutti i giorni, dietro alcuni pensieri non lasciati trasparire, emozioni che stringono il cuore come un cuscino e poi lo lanciano in aria, una, due, tre volte...quelle emozioni che non hanno parole, ma occhi, percezione, espressioni diverse e uniche nello stesso momento.
Nella realtà fuori e in questo mondo virtuale le cose non dette hanno una voce più forte e intensa, lasciano un segno molto più evidente di tante, troppe parole dette con un inconcepibile e ripetuta normalità, le classiche cose che riempiono più le orecchie distratte e svuotano di gran lunga le tasche del cuore, sarà anche per questo che amo rifugiarmi nella musica, perché proprio come la scrittura apre un mondo attraverso un ingresso a parte, dove non esistono porte chiuse ma solo sentieri differenti, si entra con il cuore vestito e si esce con l'anima spogliata.
La musica, la scrittura, ecco cosa succede quando entro in uno di questi due universi, quando voglio estraniarmi a modo mio dalla realtà, quando mi sento libera e slegata dalla razionalità, le paure quotidiane...il sentire mi guida, mi trasforma, mi rende viva, vera in ogni mia sfaccettatura, il sentire che mi porta spesso al confine tra quello che provo e quella che sono, le due parti di me che prima si scontrano e poi si uniscono, quasi si toccano, ed io sono sempre nel mezzo di questa eterna e intensa lotta che racchiude tutto.
Il resto della storia non è qualcosa che si decide a tavolino, non posso prendere una penna in mano e scrivere il finale che vorrei scegliere, se così fosse sarei la donna più felice del mondo, diverrei quel libro che io stessa rileggerei più e più volte, per ricordare tutta la strada fatta, quei tratti persi, quelle direzioni più buie, tutte le storte prese durante i passi sostenuti e veloci, poter sfiorare quella calligrafia in alcuni momenti più confusa e meno leggibile ma sempre e soltanto rivestita con il colore di pensieri profondi ed emozioni senza una vera fine.
Non sarei nulla senza le mie emozioni, ma la sofferenza di non poterle lasciare libere di andare lá dove vorrebbero davvero mettersi a nudo è uno dei mie crucci più grandi, sono come una bottiglia di vetro coperta da un enorme etichetta intorno, apparentemente sembrerebbe vuota, ma basterebbe scontrarla o farla cadere inconsapevolmente, che tutto il contenuto finirebbe per rovesciarsi come una fiume in piena...ecco cosa accadrebbe se le mie emozioni uscissero dalla stretta delle mani salde delle paure e dei perché.
Sono costantemente in bilico, cammino sopra il filo sottile rivestito dalla strada presente che percorro a momenti alterni, non ho certezza del mio domani, non posso disegnare nemmeno una sua vaga espressione, anche questo mi rende inquieta e perennemente alla ricerca di me stessa...sì, mi riscopro lentamente, sempre tenendo un velo sopra una parte del mio cuore, forse ancora non sono pronta o forse lo sono talmente tanto che non voglio mettere piede dentro il contorno di una realtà che non sento appartenermi, la cosidetta finestra quotidiana sul mondo, quel mondo che vorrei dipingere a modo mio, ma non sono una sognatrice né tantomeno una così brava pittrice, scrivo della mia vita per adesso sopra fogli volanti e pagine astratte...e poi niente...scruto la realtà di tutti i giorni ma con occhiali da sole spessi, un peccato per come poi di conseguenza si finiscono per perdere certe espressioni, le mie le custodisco per chi proverà anche solo ad abbassarmi gli occhiali e a leggere le cose attraverso il mio vero colore degli occhi. Cosa che potrebbe anche non accadere mai.