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Camilla_976

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Cancro

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Camilla_976 più di un mese fa

 

 

L'amore li aveva scelti in un momento sbagliato e lo sapevano entrambi.
Eppure nessuno dei due sembrava rassegnarsi 
e continuavano a gravitarsi attorno senza trovare mai il coraggio di dirsi addio.
Ci avevano provato, sì, ma la verità era che, senza di lui, lei non sapeva piú sorridere 
e lui non riusciva ad andare avanti senza tenerle la mano.
Erano legati da una forza che non riuscivano ad ammettere ma a cui nessuno dei due riusciva a rinunciare, nonostante tutto.

Maalf

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... è che dovremmo iniziare a pentirci
anche di ciò che non facciamo,
non solo di quello che abbiamo fatto.

(Claudio Del Pizzo)

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Se solo i nostri occhi vedessero l'anima anziché il corpo, i nostri canoni di bellezza sarebbero diversi.

Dal film: "La forma dell'Acqua"

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Camilla_976 17 aprile

 

 

- La incontrai ad un incrocio.
Persa tra mille pensieri
e presa da tutto e niente.
Confusa.
Ma salva.
Non ero stato io a salvarla.
Si era salvata da sola.
Le sue iridi brillavano di una Luce 
che aveva saputo aspettare.
Pareva uscita da un lungo inverno.
- E tu? 
- Io mi attaccai ai suoi occhi. Fui la destinazione. Dopo quel lungo travaglio, fatto di sofferenza, aveva partorito un mondo di meraviglie. C'era bisogno di qualcuno che sapesse guardarla. Ecco. Io la guardai. La guardai dove nessuno era riuscito. Ci riconoscemmo. Facemmo l'amore subito. Per strada. In mezzo a tante persone. Nudi come mai. Vestiti solo dei nostri abiti. E della voglia di restare. Uno nell'altra. Indefinitamente.
- Cos'è far l'amore?
- Tu le chiedi se è lei.
E lei ti risponde "Sì, sono io."
Da quel momento si comincia.
L'energia fluisce.
Occhi. Mani. Sogni.
Poi i corpi. La fusione di tutto.
Il sudore che si mescola al piacere.
Le parole che si perdono nei gemiti.
Due anime.
Un unico respiro. 
Una musica soltanto.
Un solo brivido.
Per un minuto o una vita.
Ma sempre per sempre.
L'amore è un attimo.
Il secondo numero 61.
Fuori dal tempo.
Dentro l'immenso.
_Angelo De Pascalis_

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20
Camilla_976 08 marzo

 

 

Dio stava creando la donna, e ci stava mettendo molto tempo.

Un angelo gli chiese: “Perché ci metti tanto tempo?”
Rispose: “Guarda quanto è complicato.
Deve essere facilmente lavabile, ma non di plastica;
deve avere più di 200 parti mobili, e nello stesso tempo muoversi con grazia.
Deve saper curarsi da sola, lavorare 18 ore al giorno. Con sole due braccia deve poter abbracciare diversi bambini e far passare loro i dolori.”
L’Angelo rimase impressionato: “E’ un modello standard?
Ma non è possibile, riposati, la finirai dopo.”
“No”, disse Dio, “la finisco oggi e sarà la mia preferita.
L’angelo toccò la donna: “Dio, com’è morbida!”
“Sì, ma è anche molto forte. Sembra fragile ma è fortissima."
“Può anche pensare?” Chiese l’angelo.
“Può pensare e può far ragionare”.
L’angelo sfiorò il viso della donna. “Dio, ma è guasta! Perde i liquidi!”
“No”, rispose Dio, “queste sono le lacrime”.
“ A cosa servono?”
“Per esprimere la tristezza, l’amore, la solitudine, la sofferenza, l’orgoglio.”
“Dio, sei un genio! Hai pensato a tutto e lei è stupenda.”
“Oh sì. La sua forza può stupire l’uomo. Può ridere quando vorrebbe piangere, sorridere provando paura, aiutare gli altri quando lei stessa avrebbe bisogno d’aiuto.”
“Ma”, sospirò Dio, “ha un difetto, e se non lo correggerà da sola, si rovinerà la vita."
“Che cos’è?”
“Non si rende conto del suo valore”.

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Camilla_976 05 marzo

 

 

... cominciai a baciarla, prima ancora di chiudere la porta con un piede. Sembrava che volessi sbranarla, divorarla, mangiarla di baci. Le ho sciolto la coda e le ho tirato i capelli indietro per avere tutto il suo collo da mordere e baciare. Le ho baciato le spalle, le labbra, il viso. Volevo far l'amore lì, in piedi, perchè la voglia di lei era più urgente di tutto. Più delle buone maniere, più delle domande.
Non volevo essere gentile, educato, rispettoso. Volevo conoscesse subito l'animale che mi portavo dentro. E io volevo l'altra lei, quella nascosta, che forse aveva imparato a non mostrare per non farsi giudicare da uomini stupidi e limitati. La volevo femmina fino in fondo. La volevo donna, e la volevo subito.
Per questo non la guardavo con occhi adoranti e non le parlavo con voce tremante per l'emozione di averla lì. No, non in quel momento. Niente indugi, nessuna gentilezza in quel nostro inizio. Niente frasi dolci, niente lenzuola profumate e letti mordibi, ma muri freddi ed il rumore degli oggetti che cadono, e ansimi incisi con le unghie.
Nemmeno una carezza. Quelle le conservavo per dopo, quando tutto fosse finito. Ed erano tante le carezze che volevo darle perché io ero già pazzo di lei. Le conservavo come il dolce a fine pasto.

(Fabio Volo)

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