... cominciai a baciarla, prima ancora di chiudere la porta con un piede. Sembrava che volessi sbranarla, divorarla, mangiarla di baci. Le ho sciolto la coda e le ho tirato i capelli indietro per avere tutto il suo collo da mordere e baciare. Le ho baciato le spalle, le labbra, il viso. Volevo far l'amore lì, in piedi, perchè la voglia di lei era più urgente di tutto. Più delle buone maniere, più delle domande.
Non volevo essere gentile, educato, rispettoso. Volevo conoscesse subito l'animale che mi portavo dentro. E io volevo l'altra lei, quella nascosta, che forse aveva imparato a non mostrare per non farsi giudicare da uomini stupidi e limitati. La volevo femmina fino in fondo. La volevo donna, e la volevo subito.
Per questo non la guardavo con occhi adoranti e non le parlavo con voce tremante per l'emozione di averla lì. No, non in quel momento. Niente indugi, nessuna gentilezza in quel nostro inizio. Niente frasi dolci, niente lenzuola profumate e letti mordibi, ma muri freddi ed il rumore degli oggetti che cadono, e ansimi incisi con le unghie.
Nemmeno una carezza. Quelle le conservavo per dopo, quando tutto fosse finito. Ed erano tante le carezze che volevo darle perché io ero già pazzo di lei. Le conservavo come il dolce a fine pasto.
(Fabio Volo)