Per avventurarsi nei tarocchi può bastare un mazzo. Prendetene uno classico, che siano i tarocchi di Marsiglia, o i più moderni Rider Waite Smith, ideati all’inizio del Novecento dal filosofo A. E. Waite e dall’artista Pamela Colman Smith, entrambi appartenenti all’Ordine Esoterico della Golden Dawn, e pubblicati dall’editore Rider; o i tarocchi di Thoth, creati dal mago Aleister Crowley e illustrati da Frieda Harris, o una delle moltissime varianti disponibili oggi in un mercato che sembra inesauribile. I tarocchi, quale libro muto di immagini, uniscono la dimensione del gioco e la via iniziatica di accesso al sé e al mondo, ed è probabilmente a causa della loro doppia natura, alta e popolare, che si rinnovano nell’immaginario moderno, proliferando in mazzi artistici dalle più svariate ambientazioni. Ogni mazzo nelle mani di un lettore è un nuovo libro che prende vita. Esiste però ovviamente una vasta letteratura per orientarsi nell’interpretazione delle carte, che ne percorre le rotte storiche, i significati divinatori, le implicazioni mistiche, le declinazioni contemporanee pratiche e spirituali.