Non ci facevo grande affidamento. Ho sempre sofferto il mese di agosto, il caldo eccessivo, le ferie forzate, il divertimento ad ogni costo, le città deserte alternate all’eccessivo affollamento di ogni papabile meta degna di essere vissuta, fosse anche solo scoperta. Convinto che avrei giocato di rimessa. E invece è accaduto l’imponderabile. Agosto mi ha chiamato in strada riproponendo scommesse a lungo accantonate, sfide di resistenza fisica, emotiva e mentale, ha fatto reset di pigrizia e indolenza, messo con le spalle al muro ogni accenno di insofferenza. Mi ha fatto uscire dalla tana. Me lo annodo al collo come un fazzoletto prezioso quanto un talismano.
Grazie a chi c’è stato, vicino e lontano. A chi ha speso del tempo prezioso per accompagnarmi alcuni istanti lungo il viaggio. A chi ha condiviso un’onda, uno sguardo, un’alba, un tramonto, un sorriso, un abbraccio, un brano, del vino, le stelle, la luna, un segreto, un bacio. A chi mi tiene accanto, mi fa sentire importante, amato.