Tutto è nato su carta
e ogni cosa vi tornerà.
Non importa quando accadrà.
E' scritto nella storia dell'uomo
di credere solo
a ciò che tocca con mano.
Un giorno torneremo polvere
e quello che siamo stati
che abbiamo detto e fatto
verrà completamente dimenticato
nel giro di una generazione,
al massimo due.
Resterà quello
che abbiamo scritto
a parlare di noi
e per noi.
Ricordo quel giorno
spogliarmi di convinzioni
verso un viaggio senza ritorno.
Il patto era chiaro
e non poteva in alcun modo
essere infranto.
Avrei avuto tutto,
le emozioni e le tormente,
avrei attraversato indenne
deserti e bufere,
raggiunto Atlantide,
il Faro d'Alessandria
e la Torre di Babele.
In qualsiasi momento
potevo fermarmi
a respirare,
osservare,
amare, ridere o piangere.
Pregare.
Mai voltarsi indietro
avere rimpianti
desiderare tornare sui propri passi.
Avrei perso tutto
smarrendo me stesso.
Molte volte ho tentennato
per il timore di non farcela,
alcune volte mi sono fermato,
altre ho aspettato
il vento giusto
capace di portarmi lontano, al largo.
𝐻𝑜 𝒶𝓃𝑒𝓁𝒶𝓉𝑜 𝓁𝒶 𝒟𝑒𝓇𝒾𝓋𝒶 𝒹𝑒𝒾 𝒮𝑒𝓃𝓈𝒾
𝑒 𝓁'𝒜𝓃𝒶𝓇𝒸𝒽𝒾𝒶 𝒹𝑒𝓁 𝒮𝑜𝑔𝓃𝑜.
Usando sempre
parole mie
mai delegato ad altri
l'espressione del mio pensiero,
men che meno di un sentimento.
Parole che hanno
il mio tocco
il mio respiro
guardano con i miei occhi,
coltivano i miei sogni.
Parole che ci mettono la faccia
camminando a testa alta.
𝒮𝒸𝓇𝒾𝓋𝑜 𝓆𝓊𝑒𝓁𝓁𝑜 𝒸𝒽𝑒 𝓈𝑜𝓃𝑜
𝓅𝑒𝓇𝒸𝒽é 𝓈𝑜𝓃𝑜 𝓆𝓊𝑒𝓁𝓁𝑜 𝒸𝒽𝑒 𝓈𝒸𝓇𝒾𝓋𝑜.
La parte più intima
la imprimo su carta
sapendo
che nessuno la leggerà
mai.
E' un inchiostro invisibile
partorito dagli Abissi del Tempo
da leggere in controluce.
Lunare.
Eppure nonostante tutto
mi troverai li ad attenderti
alla fine del cammino.
Intanto cammino.
Solo, controvento.
Non odo la voce di fuori
ascolto il fragore assordante
dei pensieri interiori.
𝒮𝒾𝒶𝓂𝑜 𝓈𝓉𝑜𝓇𝒾𝑒 𝓃𝑒𝓁𝓁𝑒 𝑔𝑒𝑜𝑔𝓇𝒶𝒻𝒾𝑒.
Rotte di cui nessuno
troverà le mappe
se non lasciamo nulla
impresso su carta.
Quella che odora e fruscia,
che a volte taglia.
Quella che pesa,
pesa persino scriverci sopra.
Per questo quasi nessuno
ci passeggia più dentro,
preferendo navigare
dentro schermi luminosi
in cui spegnersi
a poco a poco.
Quella carta che ama la parola
la culla e la consola
la protegge e la ristora.
La adora.
La conserva e la tramanda.
Non la baratta.
Tu dici che sono
solo i gesti e le azioni
a parlare e a contare.
In verità ti dico
che la tua
è una prospettiva
ingannevole,
limitata perché umana.
In quanto tale
morirà con te.
E non resterà niente.
Si è fatto tardi.
E' ora di andare.