Profilo BACHECA 179
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Il tuo sax mi ha spogliato
baciando
ogni centimetro della mia pelle.
Ha sussurrato all'orecchio
il dolce calore dell'anima
che mi ha fatto innamorare.
Di Te.
Mi sono lasciato
avvolgere,
condurre,
infine
mi sono lasciato
andare.
Il cielo è ancora lì che geme
l'orgasmo violento delle stelle
che ho esploso dentro di Te.
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"Quando il treno entrava in stazion
tu per un minuto la vedevi
la diga bianca tra le montagne nere"
Marco Paolini, Vajont 9 ottobre '63 Orazione Civile
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Sono passati 60 anni. Ma la ferita ancora brucia. A guardare su in alto sembra quasi che la natura stia ricucendo la ferita con la vegetazione che cresce anche sulla massa franata, e su quella parte di montagna rimasta nuda. L'apocalisse è mirabilmente mitigato dalla spettacolarità della valle che, con la sua rigogliosa vegetazione, cola a picco sul fiume. E quel taglio di cemento armato, incastonato nella roccia, che la stretta gola sembra aver congelato ai posteri. Non ci sono parole, e questa, tutto sommato, è solo una descrizione di una passeggiata di fine maggio di alcuni anni fa. Di quelle da ricordare per una vita intera.
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Ogni tanto riemergi
dalle onde
assonnata e distratta
un vestito di schiuma
il sale alle labbra
la notte è mia
ti porto via