Ti prenderò da dietro,
perché è così che fanno i vigliacchi
che temono di averti
guardandoti negli occhi.
Con la mia carne nella tua carne,
appoggerò il braccio
tra le delicate scapole
per impedire di voltarti
e leggermi in volto
questa malata voglia di te!
E quando il tuo corpo
avrà spremuto dal mio
anche l’ultima goccia di desiderio,
la schiena sentirai rigare
di sussurri e calde lacrime,
legate una all’altra in pianto
da un corrotto rimorso,
perché tra i mille modi sbagliati
che avevo per amarti,
ho scelto senza cura
il più sbagliato!

Immagino spesso di annaspare nel buio,
di farmi fagocitare da sogni sghembi,
o di farmi tagliare dalle pieghe
che prendono certe paure.
La notte ha gli occhi di luna,
mi dico,
se mai le sue mani di tenebra
riusciranno a strangolarmi, mi dirò vinto.
Ho il cuore gonfio di carta e pane,
che con il suo lento sbriciolarsi
mi lascia il fiato in gola.
Non riesco più ad urlare,
anche quando fuori il cielo piange. 

Come un’ombra che non ha forme,
la schiena stagliata controluce,
un punto non scritto, di non ritorno,
sospeso.
E le ore si sfilano,
il mattino si schiude nel becco del gallo,
lo soppeso e lo ripongo, con i sogni, nel cassetto.
La realtà mi piove addosso,
nel grigio cenere della piazza mi confondo
e poi sparisco,
sentendomi cosi, bruciare… i
nteramente…

si sbriciolano le parole tra le dita,

anche quando scrivo di sangue e fuoco,

sarà che spesso mi mordo le labbra,

aspetto che mi racconti di te, delle tue tempeste,

delle maree e i venti che ti portano,

degli occhi e delle mani,

dei tuoi vestiti rossi come papaveri,

dei capelli e dei tuoi aquiloni.

E aspetto, con i miei biscotti,

da intingere uno ad uno nei tramonti.

tu che leggi, portami via,

tu che leggi... scrivimi....

Sulla fronte porto i segni di tutte le notti passate a non dormire, 
anche se sono legato al letto
e lo sguardo piantato sul soffitto, 
con il tuo nome che mi scorre dentro, 
mi rimbomba come un tuono
e mi trema su tutta la lingua... 

Come quando i pensieri
che non sanno restare relegati in angoli di buio,
temono una guerra civile tra loro
e la paura di guardarsi allo specchio,
per il timore di scoprirsi nudi,
vigliacchi e sporchi.
Coprirsi il volto con le mani,
stendere l’anima al vento
ed aprirsi agli ultimi attimi del giorno.
Mi sento freddo,
mi sento sospeso,
eppur ancora mi sento…. 

Sono pensieri lucidi, a volte aguzzi
sui quali non voglio tu possa passeggiare, 
mentre volgi gli occhi ad oriente
dove fa capolino l’alba….
E non ti chiedi se vuoi il mio inferno….