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Mr_Kolvenik

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Mr_Kolvenik più di un mese fa

«Esattamente come tutte le famiglie, una famiglia queer è un posto dove si organizza la responsabilità reciproca, non le scopate. Ho trovato casa, per le rate un modo troveremo, organizziamo il lavoro, curiamo le fragilità, ritira la tintoria, bagna le piante, (...) non preoccuparti di questo, chiama l’idraulico, ci penso io, ci pensiamo noi. Nessun “ti amo” varrà mai quanto un “ci penso io”».

Michela Murgia

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Mr_Kolvenik più di un mese fa

 

Con l'arrivo della bella stagione inizia il Festival dei Bastardi!

All'improvviso non sono più "così cariiiini", vero? 😡😡😡

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Mr_Kolvenik più di un mese fa

La pallanuoto è uno sport buffo. In un certo senso è la puntuale metafora del tanto lodato libero mercato: in superficie vedi belle geometrie, plastici movimenti,  meravigliose prodezze balistiche.

Sotto, dove non vedi, è la rissa: colpi bassi, canagliate di ogni tipo, virili fetenzie. Ci sono anche due arbitri, ai bordi della piscina, che non so come vedono anche là sotto e fischiano falli a decine, dando al gioco uno strano ritmo asmatico: respiri boccate di sport, tra un fallo e l'altro, al ritmo sincopato di quei fischietti. In acqua, uomini come foche, calottina in testa con paraorecchi giganti come cuffie stereo, mani come badili provvisti di ventose, appiccicate a quel pallone giallo. Li vedi e pensi: ci vuole un fisico bestiale. Il climax atletico-estetico si raggiunge in quello strano rito finale che è il punto d'arrivo di tutto quel gran faticare geometrico e collettivo: quando, alla fine, uno si decide e tira. L'attaccante contro il portiere. Tutt'e due fuori dall'acqua fino al costume, tenuti su da qualche misteriosa pinna accessoria, l'uno a pendolare il pallone sulla testa di una finta ripetuta e sfinente, l'altro spalancato tra i pali come un crocefisso, entrambi frullati dolcemente dallo sforzo con cui, per un tempo che sembra lunghissimo, prendono per i fondelli la forza di gravità. Oscillano e si guardano. Se fosse Quark, sembrerebbe una di quelle danze preliminari con cui gli animali si corteggiano prima di darsi al sesso. Ma è pallanuoto. Non è amore: è odio.

(Alessandro Baricco - Barnum)

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Mr_Kolvenik 20 ore fa

Poi arrivano anche momenti come questo:  in cui strizzi l'occhio ai tuoi demoni e gli chiedi una mano per forgiare parole che diano forma a quelle mancanze che così a lungo hai avuto nei confronti di chi era più innocente.

Di chi non ne capiva il perché. 

Confessioni e lacrime su di un foglio word.

Ammissioni di colpa che avrebbero dovuto veder la luce tempo fa.

E invece sono state nascoste sotto il tappeto per anni interi.

Meglio tardi che mai dice il proverbio....

Chi lo sa se è poi così vero...

 

 Kolvenik

 

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Mr_Kolvenik 08 maggio

È al terzo stadio, ovvero "localmente avanzato". Il che significa che ormai sono interessati anche i linfonodi. Deve farsi operare per frenare il dilagare del danno, poi sottoporsi a una prima chemioterapia, un protocollo di sei mesi per vedere come si comporta il tumore, se il cancro indietreggia di fronte all'avversario. Una seduta ogni due settimane, in ambulatorio, con un catetere nel braccio che gli inietterà il veleno. Potrà leggere il giornale, se vuole. Gliel'hanno detto: "Durante la seduta niente le impedirà di guardare un film o fare quello che le piace". Sennonché a lui piace nuotare controcorrente, fare surf, suonare la chitarra, portare il figlio a scuola, osservarlo di nascosto mentre scherza con i compagni, bere un bicchiere di rosso alla mescita vicino al commissariato, gli piace l'adrenalina di cogliere un delinquente in flagrante reato e metterlo alle corde, sorprendere Marie-Castille che mangia un gelato di nascosto per non tentarlo, l'odore della sua crema da notte quando si infila a letto accanto a lui, ascoltare musica. 

Non si farà curare.

Preferisce morire all'aria aperta, in riva al mare, anziché trascinarsi per mesi nel deperimento fisico fino a che la moglie e il figlio si ricorderanno più del suo numero di camera d'ospedale che della sua faccia.

 

(Valérie Perrin - Tre)

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Mr_Kolvenik 15 aprile

 

 

 

Abitare la Terra significa provare il sentimento di avere l'onore di vivere in questo posto.

Questo posto che ci è stato assegnato dalle circostanze fortunate della vita.

Abitare questo pianeta è una fortuna.

Un lusso.

Una meraviglia. 

E quindi la cosa più urgente è essere all'altezza della Terra piuttosto che all'altezza del cielo.

Di sentirsi suoi ospiti di passaggio.

I giapponesi, i napoletani hanno questo tipo di rapporto nei confronti della bellezza che hanno intorno: sentono che non è una decorazione, un arredo di natura, che non è lì per vezzeggiarci.

È una forza compressa, la bellezza, che è pronta a scatenarsi, ad esplodere, a buttarci a gambe all'aria. 

E allora dovremmo stare più in punta di piedi sopra questo pianeta, esser più allenati a stare con i talloni alti, pronti a spiccare, pronti a staccarci invece che piantare le nostre unghie dentro la materia prima e pretendere che essa ci obbedisca. 

Erri de Luca

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