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Leone

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Sono una persona che vive in equilibrio tra sensibilità e praticità. Ho una mia forma mentale, un insieme di “non-regole” che mi guidano. Mi emoziono davanti a un tramonto che dipinge il cielo di colori impossibili, ma se vedo un osso che spunta da una frattura, la mia mente si concentra su come mettere in sicurezza l’arto. Non mi lascio travolgere da sussulti e lacrime: agisco.Ciò che mi tocca davvero sono i sentimenti veri, autentici. Quelli che si vivono nel silenzio dell’anima, senza la necessità di trasformarli in uno spettacolo per lo stato di WhatsApp. Perché, diciamocelo, se ami davvero un momento, lo vivi. Non lo filmi. E se ti innamori di un piatto, lo mangi, non gli scatti foto da copertina.Per me conta l’essenza, ciò che è autentico e vissuto. Non ciò che è semplicemente mostrato. Perché la bellezza sta nell’esperienza, nei gesti che restano impressi nel cuore, non solo negli occhi. È questo che mi muove: il reale, il sentito, il vissuto.

 

 

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Stavo pensando... sì, penso spesso.🤗 
Rispondendo a un’amica ieri, mi è venuto in mente un collegamento che a primo impatto sembra azzardato: psicoanalisi, Tarocchi, Dante e Boccaccio. Sì, un quartetto improbabile, lo ammetto. Ma più ci rifletto, più mi sembra che ci sia un filo che li lega.  
I Tarocchi, con i loro archetipi e simboli, ricordano il viaggio di Dante nella "Divina Commedia": ogni carta è come una tappa di un cammino simbolico che esplora l'inconscio, proprio come i cerchi dell’Inferno o del Paradiso svelano frammenti dell’anima. È un viaggio tra luci e ombre, alla ricerca di verità nascoste.  E poi c’è Boccaccio, con il suo sguardo ironico e pungente sulla natura umana nel "Decameron". Lui sembra quasi un precursore della psicoanalisi: osserva, non giudica, scava nelle dinamiche delle emozioni e dei comportamenti umani, tra virtù e vizi, con una lucidità che colpisce ancora oggi.  

Forse, strumenti tanto diversi come i Tarocchi, la psicoanalisi e le opere di Dante e Boccaccio condividono un obiettivo comune: esplorare e comprendere l'essere umano, con le sue contraddizioni e i suoi misteri.  

 

 

 

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"Se trovi un sentiero senza ostacoli, probabilmente non va da nessuna parte."(F.A. Clark  )


La vita è davvero un viaggio unico: gli ostacoli non sono altro che tappe che ci ricordano di essere umani, vivi e in cammino. I giapponesi, con il loro *Wabi Sabi*, ci insegnano ad accettare ogni imperfezione come parte della bellezza della vita. Hai fatto un errore? Fa niente. Hai rotto qualcosa? Non è la fine del mondo. Ogni crepa ha il potenziale di raccontare una storia, di insegnarci ad abbracciare la fragilità come una forza.  Anche le pietre possono venirci in aiuto. Io porto sempre con me la tormalina nera, l'ametista e il quarzo rosa. Hanno – o meglio, attribuisco loro – il potere di darmi calma e, allo stesso tempo, una visione d'insieme.Ammetto che con gli anni anche la 'mindfulness" mi ha aiutata a rendere tutto accettabile, depotenziato, perdonabile, accogliente. Un modo per accogliere il caos come parte dell'armonia della vita.

 

 

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Scrivere è come fare bolle di sapone: tu soffi, loro volano via, e ognuno le vede brillare con i colori che preferisce. A volte scoppiano subito, altre volte salgono in cielo, e magari qualcuno le prende al volo pensando "wow, che magia!"
Insomma, le parole sono così: le lanci nel mondo con il tuo stile, e poi, beh, chi le legge ci fa un po' quello che vuole. Alla fine, mica stiamo componendo il decalogo universale della serietà...

 

 

La parola è rivelazione, lampo, armonia,
Ma anche contrasto, contesa, divergenza.
(
Fabrizio Caramagna)

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A volte basta un pensiero per cambiare tutto. Una scintilla che illumina il quotidiano, un'idea che fa vedere le cose sotto una nuova luce. Ti penso, e il mondo si trasforma: nei colori della natura, nei gesti di gentilezza, nella magia della vita che ci circonda. È quel pensiero che rende straordinario anche l'ordinario, come se ogni cosa aspettasse di essere riscoperta. Non serve altro, solo un momento di connessione... e tutto cambia. Non ho gli occhiali rosa, ho solo dentro tanto amor vita che potrei colorare davvero il mondo di rosa... ma preferisco le tinte pastello. A volte seppiate, anche il bianco e il nero hanno un loro perché.

 

 

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"Non hai mai voluto vivere a metà, hai sempre voluto riempire ogni spazio, fino ai margini del disegno che ti è stato dato. E così scrolli le spalle, con gratitudine nel cuore, e ti prepari a rimetterti in viaggio."

 

 

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Jung, con la sua genialità senza tempo, ci ha lasciato un messaggio limpido: -"Fidatevi del vostro istinto."-

Quando qualcosa non vi convince, c'è sempre un motivo.  
Lui parlava di diventare autenticamente noi stessi, e per farlo serve coraggio. Il coraggio di scegliere persone vere, quelle che ti arricchiscono, che ti stupiscono e gioiscono con te. Perché le persone autentiche ti fanno crescere, mentre chi ti svuota (anche con sorrisi affettati e parole dolci) ti allontana dal tuo vero essere. E Fabrizio Caramagna lo ribadisce con una delicatezza unica: - La bellezza sta nello stupore e nell'entusiasmo. Non permettiamo a nessuno di cancellare o sminuire la nostra capacità di meravigliarci. -
È importante difenderla e circondarci di chi esplode con noi in coriandoli di gioia.  
Se il mio invito vi sembra troppo diretto, ricordatevi di Jung e Caramagna. Sapevano bene che la vera libertà è scegliere legami sinceri, che valorizzano la nostra essenza e illuminano i nostri giorni. Perché la bellezza della vita si gusta meglio con persone autentiche.

 

 

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https://youtu.be/TEVlDb43v-4?si=dqae03kt8F-5ChAL

 

E quando trovi il coraggio di raccontarla, la tua storia, tutto cambia. Perché nel momento stesso in cui la vita si fa racconto, il buio si fa luce e la luce ti indica una strada."   Özpetek  


Ho preso spunto da questa frase per il mio post di oggi.
Ho raccontato negli anni ,la mia storia qui, su questa bacheca, nel blog, e soprattutto a me stessa.
All'inizio era come togliere un velo, a volte con pudore, altre volte con  schiettezza. È stato catartico. Mi sono scoperta meritevole d'ascolto, un aspetto che per molto tempo non avevo riconosciuto. Attraverso le mie parole, ho imparato a odiarmi, ad amarmi, a perdonarmi, fino a trovare quell'equilibrio che mi permette, oggi, di dire: "Io sono io, nel bene e nel male."Ho aperto le mie scatole cinesi, una ad una. Dentro ogn'una c'era una parte di me che ho accolto, fino ad accarezzarne la fragilità. L'ho lasciata volare, dandole spazio e  struttura per esistere pienamente. Ostacoli, paure, compagni di viaggio: tutto parte del cammino, ma ora sono io a scegliere come affrontarli e chi portare con me.
Esistere significa questo: accettarsi con tutta la propria luce e ombra. E forse, raccontarsi è il primo passo per ritrovare quella strada che, in fondo, conduce sempre a noi stessi

 

 

 

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Non mi definisco un'accumulatrice compulsiva, ma mi rendo conto che tendo a tenere più  cose di quelle che realmente servono. Il risultato? Disordine, non solo nello spazio fisico, ma anche nella mente. Di recente, però, ho scoperto che dedicarmi al decluttering mi dà una sensazione di libertà e leggerezza. Eliminare ciò che non serve più libera energia e spazio, dentro e fuori.Tutto è iniziato guardando un canale YouTube di un influencer minimalista, consigliato da un'altra youtuber che seguo. Quelle parole mi hanno colpita, spingendomi a prendere in mano la situazione. Ho deciso di occupare parte del mio tempo facendo spazio, trasformando il processo in qualcosa di produttivo e anche terapeutico.Ovviamente, non posso fare tutto da sola , ma questo non mi scoraggia. Ho iniziato: armata di sacchi per il riciclo .Se anche tu senti il peso delle cose superflue, ti incoraggio a fare un tentativo. Non è solo una questione di ordine esterno, è un viaggio interiore che può cambiare davvero la prospettiva sulla vita. Fare spazio fuori significa fare spazio dentro

 

 

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Per anni mi sono identificata nel segno del Leone: fiera, forte, determinata. Insomma, la classica leonessa che ruggisce alla vita. Ma,sotto sotto, c'era qualcosa che non tornava. Non mi sentivo mai del tutto rappresentata… più che Leone, un micio. Poi, grazie all’astrologia vedica, è arrivata la grande rivelazione: sono Leone, sì… ma con ascendente Vergine. E qui, devo dire, inizio a riconoscermi molto di più (niente ruggiti). L’astrologia vedica ha regole tutte sue. È raro che i segni e gli ascendenti coincidano con quelli dell’astrologia tradizionale. L'ascendente diventa il centro della scena, descrivendo il carattere, il percorso di vita e altre curiosità come pietre, fiori associati e, udite udite, il compito in questa vita. Ognuno di voi, se interessato, andrà a cercare il suo. Ho scoperto che le perle, da cui sono affascinata, sono legate a questo, come anche la ricerca di soluzioni alternative. L’astrologia vedica è stata per me una porta su un mondo nuovo, un modo per conoscermi meglio e magari anche per tenermi occupata… sì, perché certe “forze superiori” mi costringono a trovare nuovi spunti per ingannare il tempo. Ma, ehi, se il risultato è imparare qualcosa, allora ben venga. E dopo questo post, sarei curiosa di sapere quanti di voi si sono catapultati in internet alla ricerca del proprio segno/ascendente vedico.

 

 

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