Non fa male… non fa male… ripeteva all’infinito, come un mantra che cercava di placare il dolore. Le parole si fondevano con il silenzio, e lei allungava l’orecchio per ascoltare se stessa, per ascoltare il suo cuore. Con il passare del tempo, la paura si faceva sempre meno intensa, e alla fine ha smesso di farlo.
Aveva imparato da quella donna saggia che le aveva detto di non chiudersi al dolore, ma di andargli incontro. Accettarlo, elaborarlo e poi lasciarlo andare. Ora, sorrideva. Chi l’avrebbe mai detto che anche per lei ci sarebbe stato un nuovo giorno?
“Nel buio ho trovato la mia luce interiore, e nella luce ho scoperto la bellezza dell’ombra. Sorrido felice, perché ora so che la serenità può fiorire anche nei luoghi più inaspettati."
Avete presente il tepore dell’acqua di sole, piacevole al tatto come memoria accudente del liquido amniotico… ebbene quell’acqua mi accompagna come abbraccio silente nel cammino.