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Leone

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Per anni mi sono identificata nel segno del Leone: fiera, forte, determinata. Insomma, la classica leonessa che ruggisce alla vita. Ma,sotto sotto, c'era qualcosa che non tornava. Non mi sentivo mai del tutto rappresentata… più che Leone, un micio. Poi, grazie all’astrologia vedica, è arrivata la grande rivelazione: sono Leone, sì… ma con ascendente Vergine. E qui, devo dire, inizio a riconoscermi molto di più (niente ruggiti). L’astrologia vedica ha regole tutte sue. È raro che i segni e gli ascendenti coincidano con quelli dell’astrologia tradizionale. L'ascendente diventa il centro della scena, descrivendo il carattere, il percorso di vita e altre curiosità come pietre, fiori associati e, udite udite, il compito in questa vita. Ognuno di voi, se interessato, andrà a cercare il suo. Ho scoperto che le perle, da cui sono affascinata, sono legate a questo, come anche la ricerca di soluzioni alternative. L’astrologia vedica è stata per me una porta su un mondo nuovo, un modo per conoscermi meglio e magari anche per tenermi occupata… sì, perché certe “forze superiori” mi costringono a trovare nuovi spunti per ingannare il tempo. Ma, ehi, se il risultato è imparare qualcosa, allora ben venga. E dopo questo post, sarei curiosa di sapere quanti di voi si sono catapultati in internet alla ricerca del proprio segno/ascendente vedico.

 

 

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Oggi è la festa del papà, ma non scrivo per questo. Scrivo per raccontare di mio padre, di quello che è ogni giorno della sua vita. Quest’anno compie 88 anni e affronta con forza le sfide dell’età: protesi, acciacchi, e un solo occhio che continua a guardare il mondo con curiosità e determinazione.
Sono figlia e madre, e il suo esempio ha segnato entrambi questi aspetti della mia vita. Mio padre è un uomo forte, silenzioso, buono e saggio. Quando l'inverno finisce e torna alla sua terra,alle piante, piantine, fiori ed erbe,sembra rinascere. Nei mesi freddi il suo spirito si chiude, come acqua che ristagna, muschio e pungitopo. Poi arriva la primavera, e tutto cambia: è come acqua di sole che lo rigenera. Nei suoi occhi ritorna una luce speciale, e nei suoi gesti si percepisce una calma sapiente, che col tempo è diventata anche mia. È salvia e rosmarino, fino a esplodere in pomodori e limoni.
Non capivo, da piccola, il legame profondo che aveva con la terra, né la gioia e la pace che gli donava. Poi ho letto 'Il Piccolo Principe' e tutto è diventato chiaro: 'È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante'. Mio padre ha dedicato tempo e cura a ogni cosa nella sua vita, e io, con il tempo, ho imparato a fare lo stesso.Adesso, mentre scrivo, lo sento in giardino, impegnato con i teloni e la terra per il rinvaso. Non lo vedo, ma so esattamente cosa sta facendo.

 

 

 

 

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Nei corridoi della morte bianca,
dove le speranze vanno a svanire,
le maschere nascondono sguardi spenti, 
figli di un dolore senza voce.
Il mondo è cieco e sordo,
alla sofferenza che corrode l'anima,
giorno dopo giorno,
in quell'inferno di solitudine.
Amori che si dissolvono come fumo,
compagni che non possono comprendere,
soli tra le mura di un cuore abbandonato,
mentre la solitudine diventa amante fedele.

Ti perdi ascoltando sussurri svilenti
che strappano le carni,  lasciandoti a terra. L'amore non è mai esistito.
La salvezza, il sonno chimico. La soluzione per una pausa ,
un abbraccio freddo e artificiale
che accudisce l'anima,
per un cuore in eterna agonia.

(LaClessidraCapovolta)

 

 

(18 marzo 2025 in memoria vittime Covid)

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La vera evoluzione digitale

non è premere 'invia',

ma sapere quando

trattenersi dal farlo.

 

 

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Il respiro

è il nostro primo dono e l'ultimo saluto. Eppure, un respiro consapevole può diventare un'ancora, una cura per il corpo e la mente, un rifugio nelle tempeste della vita. 


RESPIRA   E    VIVI

 

 

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Ci sto ancora pensando.

Devo scrivere un post, ma non so di cosa.  
Leggendo qua e là, le domande si  affollano nella mente, senza risposte semplici.  
Sono frammenti isolati o pezzi di un mosaico più grande?  
C'è chi si racconta, aprendo uno squarcio nella sua vita, per poi sparire dietro un profilo che si autodistruggerà, come se volesse cancellare ogni traccia.  
C'è chi indossa maschere diverse, vivendo più versioni di sé, e chi manda messaggi da pseudonimi, parlando di una "te" che nemmeno riconosci.  
E poi ci sono loro, che si fanno passare per moderatori, dispensando dati farlocchi con l'aria di chi possiede la verità.  C'è chi sfoggia atteggiamenti teatrali, chi combatte contro tutti, chi parla di scheletri e chi di bugie.  
E poi ci sono i like inaspettati, quelli che uniscono parti "avversarie," come se il confine tra verità e menzogna fosse sempre più sottile.  E intanto, fuori stagione, piove e grandina. È surreale, come se anche il cielo volesse mettere in scena il suo spettacolo assurdo.  
Quanto di quello che vediamo è reale? Quanto è costruito ad arte?  
E alla fine, una domanda resta: chi sono io, in mezzo a tutto questo?  
E voi? Chi siete davvero?

 

 

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☆Sono la vita, la gioia, il morso alla mela☆
…i succhi che colano sul viso, il profumo del pane al mattino, la nebbia che offusca la vista e appanna lo sguardo. Sono acqua salata che asciuga a contatto con la pelle.  
Sono la tempesta che colpisce a salve, ma fa comunque male.
Sono la notte ed il giorno, l’eclissi di luna.  
Sono, certo, sono anche sangue e lacrime, sono parole…  
Parole che penetrano e si incastrano dentro il cuore, come lame o piume, come carezze o strette.  

Come mi sentirò, io sarò.  
Sono comunque…  
un’onda che si adatta alla riva, un fuoco che danza al vento, un’essenza che non si spegne mai.

 

 

 

"Che i venti della purezza e della guarigione ti avvolgano, che la luce divina risplenda sul tuo cammino e che l'energia dell'amore universale ti conduca verso giorni sereni e colmi"

 

 

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Il mio equilibrio attuale si regge su due stampelle. E sapete cosa mi hanno insegnato? Che l'autosufficienza è importante, ma che c'è anche grande forza nell'accettare il sostegno degli altri.  Le stampelle non sono solo un simbolo del mio percorso fisico, ma anche un monito: non sempre dobbiamo camminare da soli. La condivisione e il supporto reciproco sono l'essenza di ciò che ci rende umani.  
E così, tra un passo incerto e una riflessione profonda, continuo a imparare, con un pizzico di gratitudine per chi e cosa mi aiuta a restare in equilibrio.

 

 

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Avere una mente che naviga nelle emozioni è un dono... ma anche un'arma a doppio taglio. Scrivo perché, nella vita reale, non posso esporre tutto ciò che mi passa dentro. I filtri sono necessari, ma a volte soffocano la vera essenza di ciò che sentiamo.  C'è qualcosa di magico nello scrivere di getto: le parole vibrano, portano con sé l'energia grezza delle emozioni. Ogni volta che tento di aggiustarle, di renderle più accettabili o digeribili, sento che perdono forza. È come se, nel limare le parole, smussassi anche l'anima che le ha generate.Scrivere mette a nudo, ma dietro uno schermo di anonimato, o quasi. È un rifugio, un luogo dove posso essere autentica, senza paura del giudizio.  Questi pensieri sono nati dopo essermi confrontata con qualcuno... perché tutti siamo un po' scrittori e poeti, no? E se non lo siamo, magari dovremmo esserlo. Del resto, siamo o non siamo italiani?

 

 

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Adoro la pioggia, quel momento in cui tutto si ferma, il silenzio non come muro, ma presenza, un ritorno a se stessi. Anche i silenzi condivisi hanno qualcosa di magico , pieni di connessione e autenticità.  

A volte, invece, le parole sembrano solo un riempitivo inutile, un rumore che copre il vuoto… quel vuoto che, se ascoltato, potrebbe aiutarci a conoscerci davvero. Non sono fatta per battaglie che non capisco, né per quelle che non mi appartengono. Non c’è spazio nella mia vita per la maleducazione, la cattiveria gratuita o il pettegolezzo. Credo invece nel rispetto degli spazi, nel non essere quella voce dissonante nella vita degli altri.  

La voce, a volte, può essere un dono, ma altre una maledizione. C'è chi impazzisce perché non può spegnere quel continuo frastuono. Perde il contatto con la realtà e ne vive una angosciante, intrappolato in un mondo di caos e assenza di quiete.  

Essere presenti è importante, sì, ma con leggerezza, senza rompere gli equilibri. La vera connessione non ha bisogno di parole forzate o gesti invadenti; a volte, il dono più grande è il silenzio, condiviso o lasciato.

 

 

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