(...)La crisi è generata dall'omologazione con cui si pensa di accelerare la fecondità dell'esistenza: in realtà l'omologazione è la morte dell'uomo e ogni periodo di sofferenza è una gestazione di Vita.
Occorre benedire la Crisi.
La crisi è la fine di un'impostura accettata collettivamente e l'inizio, difficile, doloroso, di un cammino di autenticità.
Ogni crisi ci invita a guardarci dentro per dare a noi stessi e al mondo quella qualità soggettiva che non può essere riprodotta all'esterno.
La crisi ci aiuta a disfarci delle nostre illusioni: noi che credevamo che la famiglia fosse un modo con cui spargere nel mondo quell'amore che non abbiamo ancora scoperto e secreto dentro di noi, che la politica fosse una custode del Bene comune, che la religione fosse un metodo a cui affidare, senza sforzo individuale, l'evoluzione interiore dell'animo umano.
Con la crisi siamo chiamati ad uscire da un mondo mentale, costruito, ed immergerci in una creazione sempre nuova e inedita.
Occorre tornare ad essere artigiani dell'animo umano, ognuno con il suo scappello deve scoprire se stesso.
Nella crisi la vita rivela tutta la sua intolleranza per gli stampi.
Nessuna crisi è risolvibile scientificamente in quanto la crisi è già la soluzione.
La crisi invita l'uomo a restare uomo. (...)