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VentodelLago 01 ottobre

 

 

...

Il segreto non è prendersi cura delle farfalle, ma prendersi cura del giardino, affinché le farfalle vengano da te. Alla fine troverai non chi stavi cercando, ma chi stava cercando te.

 

Farfalle, Mario Quintana

 

 

Ho recuperato una farfalla, mi son sentito quasi in dovere. Pulendo i filtri di aspirazione di un enorme compressore purtroppo gli insetti ci finiscono dentro loro malgrado ed ogni volta per un lavoro di venti minuti ce ne metto quaranta per dare una seconda opportunità alle coccinelle che si infilano li. Ieri invece c'era lei con i suoi bellissimi colori, appiccicata come fosse in croce. A differenza delle coccinelle però una volta recuperata ed adagiata a terra lontano da quel mostro di ferro lì è rimasta. Finito il lavoro era ancora lì e...non so cosa mi smuovono dentro queste cose. Ho comprato zucchero, cotone, è sembrata golosa e leggermente più vitale. Oggi mi son portato anche il miele al lavoro. È li nella scatolina che non si muove granché, stanca rispetto a questa mattina dove ha provato persino a volare quando mi sono avvicinato e per paura che cadesse dal tavolo ho schermato le altezze con le mie mani, un gesto di protezione che ha un controsenso se ci penso, paura che la farfalla...che non possa volare? Cos'è che mi smuove dentro, sul serio. Mi ha sfiorato le mani e anche lì ci ho visto carezze quando per una farfalla quella era una lotta per sopravvivere. Non una carezza. Così come sbaglio il giudizio su chi mi sta accanto. Quando vedo il brutto in ogni cosa senza mai riconoscerne più l'essenza. Una farfalla con una zampetta immobile, stanca, che non vola, una cosa che non cambierà mai è che è e sarà sempre una farfalla. Così come quando soffiandole leggermente addosso vedo come i suoi automatismi che la preparano di nuovo al volo forse dovrei imparare a rispettare anche te, sostenerti, arrabbiarmi certo...ma per la situazione e non dimenticarmi che anche te come una farfalla sei fatta per volare, cosa che invece ho dimenticato o forse, con le mie mani a schermare i tuoi sogni, non ho mai saputo capire la tua essenza.

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VentodelLago più di un mese fa

Il gingle della dashcam mi riporta l'attenzione alla realtà, alzo gli occhi, guardo fuori e mentre spiove il parabrezza perfettamente bagnato mi mostra in maniera chiara l'autunno incombente, non tanto nei colori quanto nelle intenzioni. È stata un'estate inquieta. Nonostante qualche figura distorta dal sottile velo d'acqua è tutto riconoscibile e mi ritrovo come accaduto già in altri momenti a cercare un senso di appartenenza in questo mutare attorno a me. Credo che anche le persone cambino talvolta e in questo periodo dell'anno inizio a notare come quelli che mi stanno vicini abbraccino a modo loro la fine dell'estate, chi accoglie l'autunno, anche chi non dice niente mi sembra sotto sotto cambiare un po'. Forse potrei farlo anch'io. Ci sono segnali di piccoli cambiamenti, sento una sorta di predisposizione ad abbracciare il vecchio e ad accogliere il nuovo me. Come le stagioni mai una uguale all'altra, irripetibili. La pioggia la sento addosso e dentro, se ci son muri la pioggia se ne sbatte, per certi versi è migliore di me. Non sono impermeabile. Non alla pioggia. Non alle persone e ancora ancora nemmeno alle emozioni per fortuna. 

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VentodelLago più di un mese fa

In grandi linee i marinai non piacciono...non stanno mai a casa e non hai la certezza che tornino. Puoi viaggiare da giovane ma se crescendo sei ancora lì a guardare il mare... è preferibile chi resta a terra, chi ha i piedi saldi a terra anche se non ha nulla piuttosto di chi ha ha sempre un dubbio e poche certezze, purché abbia finito di viaggiare certo. Cosa mi aspetto dagli altri? Nessuno. Non c'è nessuno che mi aspetto. Non si è mai palesato nessuno che poteva capire, anzi. Una persona c'è. E l'ammiro. Oh come l'ammiro! Chi sa vivere accettando con estrema serenità e profondo rispetto e gratitudine il Chaos che ci viene offerto, poi siamo noi a dover trovare equilibrio, prendere le misure e a volte a mettere paletti. Io sto cercando pian piano di toglierne. Non voglio questi paletti che di fronte all'alta marea non servono a nulla. Preferisco infelice e sereno che chiudermi in un angolo. Faccio fatica ad accettare che non ci siano altre persone con lo stesso piglio. Spezzerebbe davvero una catena che non ho scelto. Non abbiamo le chiavi di tutte le catene, di tutte le gabbie, di tutte le prigioni. A volte in funzione di qualcosa di più grande non abbiamo scelta. A volte abbiamo in mano le chiavi per le prigioni degli altri. C'è chi direbbe che non ho nulla nelle mie mani, allora cos'è che pesa come un macigno e al tempo stesso è così leggero? 

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VentodelLago più di un mese fa

Una volta eravamo in vacanza, era fuori stagione, era strano...non c'erano mai i soldi per niente. Ricordo il treno che ci portò in Trentino, Trento per la precisione. C'era questo suo amico che ci avrebbe ospitato. Ricordo che non andavamo mai d'accordo, dopo la comunità era stata una guerra su tutto, anche sul nostro rapporto che faceva un passo in avanti e tre indietro. Ricordo di averle fatto proprio perdere la pazienza e quella sera mi son sentito proprio di troppo. Eravamo nelle strade di una città, in questo centro storico dove non c'era nessuno o forse dopo la sfuriata non c'era proprio nessun altro che noi nella mia testa. Dopo un quarto di secolo non so cosa fosse reale, cosa no. Non ricordo esattamente le parole ma il concetto, le sensazioni sono rimaste. Io indietro, lei e lui davanti, sarei potuto sparire. A pensarci ho provato la stessa sensazione di quando perdi qualcuno, quel malessere che parte dal petto e si pervade fino alle dita. La paura da una parte e l'indifferenza dall'altra, la stanchezza, il rimorso, la consapevolezza. Non ho mai affrontato né ricercato confronti né ho mai sentito la necessità di scavare dentro. però in questi giorni...credo che sia lampante quanto mi abbia colpito a fondo questa cosa. Triste non è una storia come un'altra di una madre non all'altezza. Triste può essere che a 36 anni suonati fatichi a razionalizzare quand'è che esattamente ne hai vissuto mezzo l'ultima volta, ridotto ad aspettare persone che non combaciano con i ruoli che hai scelto per loro. Aspettare. Sapere di avere tutta la libertà del mondo, quella di prendere e andare, oppure aspettare ma...non quella di accettare che per quanta libertà ti puoi prendere non è così per gli altri e che se tu vai loro probabilmente non potranno seguirti. per limiti, per scelta, perché non era destino.

 

 

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VentodelLago più di un mese fa

Dov'è che mi stavo cercando? Ho lasciato pezzi di me a destra e a sinistra e non so se ciò che mi guida abbia più bisogno di istruzioni o di coordinate. Per non essere qui, ora. E alla fine non essere qui e non essere, ora. Qualunque cosa abbia perso per strada sta bene dov'è stasera, senza sabbia, senza ansie e senza rabbia. Che poi non ci credo nemmeno io e tornerò a cercarle tutte, anche il più piccolo granello perché credo che per trovare una quadra non posso illudermi di raccogliere ciò che mi sembra più bello come in un buffet, avrò bisogno di tutti quei pezzi di Giacomo che mi hanno accompagnato fin qui. Eppure questa serata di distrazione e mal di schiena non sembra fuori luogo, magari non era il fondo, magari non sono più nell'orbita. Che ci fanno a noi i venerdì eh? 

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VentodelLago più di un mese fa

Solo perché mi son promesso di farlo. Maniche corte, sole in faccia mentre guido verso Verbania. Tra il caldo soporifero ed una canzone legata a pensieri che non ci azzeccano nulla oggi penso che forse ora, qui, adesso, è il punto più adatto dove dovrei stare attualmente. Equidistante da tutti. Da chi è in attesa, da chi sta facendo, da chi ha qualcosa da dirmi, da chi ha perso qualcosa. Chi più chi meno ha in mano un filo che sarebbe dovuto arrivare fin qui ma che alla fine non è arrivato. Il mal di testa è rimasto, il malessere dei giorni scorsi starà facendo qualcosa per forza. Ho pensato anche di farlo, di tagliarli io quei fili ma non ne ho trovato un motivo valido, nemmeno con in ballo un possibile star bene. Nemmeno quello mi convince all'idea che tutto questo valga quanto un briciolo di rispetto, consapevolezza e comprensione. Ognuno con la sua personalissima idea di vicinanza, ognuno con i suoi fallimenti. Ed ecco che qua, lontano momentaneamente da tutto e tutti mi ritrovo a star meglio. Finita la canzone, finiti i pensieri, dimenticato cos'altro avrei voluto ascoltare. Alla ricerca dei miei di fili che si saranno ammatassati chissà dove.

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VentodelLago più di un mese fa

La tua età è sempre stata indecifrabile. Non quella anagrafica certo ma...non sei mai cambiata. Non sono mai riuscito a capire cos'è che ti avrebbe dovuta rendere speciale oltre al fatto che sei mia madre. In questi ultimi giorni di dicembre dove tutto quello che può andare storto sta andando nel peggiore dei modi, oltre i coglioni che ho attorno che giocano a farmi perdere la pazienza non dovrei aver tempo e spazio per te. Inizierete i lavori, lo so, me lo ha detto mia sorella, abbiamo già parlato. Ho già avuto il piacere di confrontarmi col senso di colpa per essermi scoperto anaffettivo e sinceramente non interessato al discorso. Non sono sempre stato così ma ci son diventato nel tempo e 650km di distanza non sono di aiuto. Ho già espresso ciò che penso al riguardo di imbarcarsi in questa cosa che non potete permettervi e dove mi si chiede una mano. Una mano ambigua, un impegno che crea un legame artificiale che non voglio avere. Una mano che se ne sbatte delle mie di incertezze e paure per un futuro prossimo che potrebbe ribaltarmi la vita. Perché di incognite che ci hai sempre regalato è una vita che ci vivo ed ora sono stanco, ora non è il momento per pensare a voi, vorrei badare a me stesso anche se volesse dire chiudere i rapporti. Dici che sarà dura, perché il gatto non potrà andare sul terrazzo. Già. È dura. Sto provando anche a guardarmi attorno, ci fosse mai anche solo mezza persona in grado di darmi mezzo appiglio per star meglio credo che potrei, vorrei, ma forse non riuscirei intrappolato nella rete di regole che mi sono imposto circondandomi di persone come te. Come voi. Continuerò a fare tutto, a prescindere dalle coglionate che saltano fuori perché stranamente più vado avanti e meno sento il peso, solitamente in questi momenti pesa qualcosa, si incrina qualcos'altro...stavolta è come se avesse ceduto qualcos'altro di più profondo che mi svuota persino della tristezza. Che delusione in questo periodo. Tutti. 

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VentodelLago più di un mese fa

🎶Non scompiglia forse i tuoi capelli

Un poco dello stesso vento che spirava a Babilonia

Che soffiava su altre vite, carovane già passate, Sulla via prima di noi

Non c’è forse dentro la tua voce

L’eco di un amore atroce

All’ombra di una connessione Tra i cantanti micidiali della tua generazione

E Nabucodonosor🎶

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VentodelLago più di un mese fa

Se devo essere realista mi sto accorgendo di qualcosa che era già in atto da tempo, mi conosco e riconosco dei limiti. Son letteralmente trasportato altrove, mi sento spoglio come un albero in inverno. Pensieri che sento di dover scrivere di impulso prima che possa o tornare in testa, in disordine, perdersi. Chissà com'è perché escono per poi riperdersi la maggior parte delle volte, come fosse la loro natura quella di spiccare sopra a tutti e tutto. La fretta di farlo stavolta per non lasciarmi modo di gestire tutto come faccio sempre. A costo di parcheggiare l'auto sul ciglio della strada, senza motivo apparente. Libertà guadagnata se non altro per loro che chiusi in gabbia perderebbero nome e forma. Non lo faccio col concetto di prendermi cura di me, non c'è metodo, non c'è un reale motivo, come dicevo son trasportato altrove. In questo processo la mia natura mi porta a bruciare e consumarmi. Uno ad uno i pensieri che non ho fatto in tempo a liberare tornano da dove sono venuti e resta un silenzio assordante. Intanto osservo gli altri pensieri che come foglie, tardivamente cadono attorno a me. Ero troppo giovane per i frutti, ora è troppo tardi per pensare di germogliare di nuovo. 

 

Ciò che ho detto che ho fatto che sono sembrato

Fogliame fogliame che muore e lascia all’albero

soltanto il gesto nudo delle braccia

 

Cambiamenti. Cambiamenti che troverei anche altrove, ma giungerò a destinazione prima o poi e ad "altrove" troverò anche me stesso, assieme a questi cambiamenti che questa malattia ci sta portando mutando tutta quella che è la nostra vita. 

 

 

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