Patrizia Cavalli
Poesie per colazione
Era alla luce terribilmente sabato,
quel sole infimo che annunzia svogliatezze
mentre nella piazza fin dentro le mie finestre chiuse si muoveva il mercato prolungato.
L’ultima offerta e poi si chiude.
Poi la festa untuosa e il silenzio. Già si smontavano i banchetti con la ferocia trasandata della fine.
Forse era possibile una corsa per prendere qualcosa, forse restava qualche cassetta ancora non riposta.
Ma non mi decidevo a quella corsa.
Quando scendevo ormai era tardi
tra i mucchi di foglie di carciofi
e i pomodori sfatti dove una vecchietta china correva rapace alla riscossa di mezze mele di peperoni buoni per tre quarti.
Ma io non cercavo frutta marcia o fresca,
io volevo soltanto la certezza
della settimana che finisce,
dell’occasione persa.
versi da:
L’io singolare proprio mio”
in Poesie, Einaudi editore, 1992.
la ricordo Patrizia.