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Mi descrivo

danzo come una farfalla,pungo come un ape

Su di me

Situazione sentimentale

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Lingue conosciute

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I miei pregi

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I miei difetti

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Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. camminare piano
  2. nutrirmi poco
  3. e spesso

Tre cose che odio

  1. odiare
  2. offusca
  3. la mente

I miei interessi

Libro preferito

histoire d o un indovino mi disse... il danno ricostruzioni mercurio le affinita' elettive

Film preferito

i cento passi anima persa l uomo che ama i figli del secolo l ultimo inquisitore surviving picasso

Questa vita è uno strano albergo, . da dove si parte quasi sempre storditi, . poiché le nostre valigie non sono mai pronte, . e il nostro conto non è mai saldato.

Non c’è cicatrice, che non racchiuda bellezza. per brutale che appaia, non ho pace è solo una tregua

“Più si è sofferto, meno si rivendica. Protestare è segno che non si è attraversato alcun inferno.”

“Se obbedissi al primo impulso, passerei le giornate a scrivere lettere di ingiurie e di addio.”

« Il paradiso geme al fondo della coscienza, mentre la memoria piange. Ed è così che si pensa al senso metafisico delle lacrime e alla vita come al dipanarsi di un rimpianto » (Emil Cioran , Lacrime e santi

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Risultati immagini per foto artistiche uomini bianco e nero

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CHI NON HA CAPRICCI NON ABBIA GIORNI

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siamo tutti in un fosso ma alcuni di noi fissano le stelle....

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SE VUOI FAR RIDERE DIO,PARLAGLI DEI TUOI PROGETTI

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AGISCI COME SE L UNIVERSO DIPENDESSE DA TE,E RIDI DI CIO' CHE FAI PERCHE' CREDI CHE QUESTO POSSA CAMBIARE LE COSE.

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PRIMA DI AMARE IMPARA A CAMMINARE SULLA NEVE SENZA LASCIARE ORME

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Qualunque cosa se ne possa dire o pensare; qualunque cosa sia in ultimo la parola detta o pensata, quest'umile inflorescenza di terreni altrimenti deserti e incoltivabili; mi terrorizzano sia lo spazio che sento tra le dita e ogni cosa che tento di stringere sia, anche di più, le cascate d'aria che sposto accettando che siano semplici fantasmagorie sinaptiche a promulgare le leggi dell'essere. In mezzo, tra il meccanismo perfettamente oliato del pensiero che dirige la mano su ogni opera e la mano che non può innaturalmente torcersi per pizzicare il suo controllore e aguzzino, v'è la sostanza di ciò che ci sfugge, un lago freddo, d'ipotetica illimitata profondità e densamente salato, che costringe a galleggiare ogni tentativo di conoscenza ulteriore. Il pensiero ci è dato come superficie, epidermide di bisogno. Ci illude quando presume di potersi guardare: nessuno specchio ci restituisce altro che modeste abrasioni, ecchimosi decorative, caleidoscopi di dermatiti. Solo questo ci giunge visibile: alterazioni di ciò che ci delimita, increspature del silenzio che ci emana, tracce dei nostri fallimenti chirurgici. Il pensiero deve funzionare e così può solo esser stupido, operativo, esaurito nel suo farsi. Il punto più estremo del nostro metalinguaggio è già qui, proprio in questo limite, in questo sapersi insaputo. Gli toglierebbe forza riconoscersi come semplice funzione, passaggio di scintille neuronali e nulla più. Scoprirebbe infine che niente, in natura, è più complesso della copia che vorremmo farne in testa, operazione nondimeno violenta e snaturante. E tutto il fallimento, la sua necessità, si coagula in una parola potente e ridicola che, trascinandosi per i secoli una scia di sangue, ci indica ancora la direzione d'ogni vano sforzo: perché.

Lasciai cadere il tempo sul tuo nome,.......come si adagia il marmo sulla terra e....l’acqua si sparge sulle braci.........e vidi il sangue scendere finalmente sulla ferita,.........come la cera che si rapprende sul palmo della mano..........prima di perdersi nelle dita in polvere...........Se ti dimenticai,..........fu perché volli qualcuno che mi chiamasse,.........un corpo che fosse un altro sul mio corpo,........una voce offerta per la mattina.........Ma niente, ma nessuno.........Se il tempo non si fosse abbattuto sul tuo nome,....avrei potuto almeno ora ricordarti ...........poiché non c’è lapide senza corpo.............né cenere che non abbia arso............E la casa è oggi più fredda che mai:..........lasciai passare il tempo sul tuo nome,..........e non c’è focolare, non c’è nido,...........non ci sono figli che si possano perdere da me,...........né candele per riempire di memoria questo silenzio.

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Risultati immagini per foto artistiche con persone

Per evolversi la vita deve fare male.-Il dolore è una terraferma.-L’uomo sicuramente può contare sul dolore perchè è l’unica cosa,-da sempre.-La gioia è errabonda.-Da tempo ho una febbre insolita,-una febbre che brucia.-E’ il dolore che ci fa crescere ed è il dolore che ci fa morire.-Se togliamo il dolore,-togliamo il tavolo sul quale mangiamo ogni giorno.-Senza dolore finiremmo costretti a mangiare per terra…
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