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daunfiore 20 novembre

Alcuni luoghi non sono solo posti ma sono pezzi di vita, sono la forza del sangue e dell’amore, pervasi da una intimità fragile ma sacra. Io credo che il bene e l’amore siano la fede che impregna la vita e segna, anche inconsapevolmente, le proprie scelte.  Ed impediscono alla vita di essere un palcoscenico. E la debolezza più grande è la incapacità di provare empatia. E usare il metro di giudizio del proprio sentire come parametro delle altrui azioni, decisioni, dell’altrui sentire. Il resto va da sé e fa la differenza: distingue la realtà dalla dimensione irreale in cui si precipita.In quei luoghi invece, quelli del cuore, tutto riprende il senso e la sua forza e la sua misura reale ed effettiva.Non è buonismo ma solo voglia di ignorare, con la più ferma consapevolezza, asciutta e feroce di quanto siano necessari quei luoghi di pausa, in cui si può prendere il tempo per rilassarsi e osservare e custodire, a volte spingendo tutto a fondo, per accogliere quello che arriva, con occhi capaci  di guardare il paesaggio circostante, e intravedere e immaginare e spingerci oltre.Le lettere oltre le immagini.Con il vicino che ci respira accanto, solo per un  po’. Anche solo per pochi passi.

 

 

E tutto si moltiplica,

come

nuvole

che si mescolano

su orizzonti ignoti.

 

 

 

 

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daunfiore 19 novembre

 

 

luna e senza luna

Inciampai in un rametto di solitudine. E mi punsi. Ma evitai di guardare il mio sangue. E di attendere parole. Le mie non lo erano. Erano tentativi di sfiorare gli altri. Dei perfetti incompiuti. E sul bordo del mondo pericolosamente oscillavo, mentre la mia ombra nuda giocava con la notte. Tra le ciglia impigliato il ricordo del piacere, di quel piacere, frammisto ai miei gemiti. Ti sussurravo mentre mi riempivi di passione e io mi rincorrevo. Fino a perdermi nel buio. Come un granello. Forse una perla che rotola ad ogni sussulto.
La sensibilità a volte è una condanna ed un fardello, per sè e per gli altri.
Io voglio provare ad attraversare il mondo ad occhi chiusi.

 

 

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daunfiore 17 novembre

E accadde mentre si lavava i capelli. Le accadde di capire, mentre tra lei ed il soffitto c'era solo acqua che le rigava, indulgente ed imprecisa, il cranio e separava, senza dividere; già acqua, acqua che non sarebbe tornata, e che giocava lenta ed implacabile sul suo capo. Una matassa di sogni spenti ed asciutti che ricominciava a strusciarle addosso. In uno di quei momenti in cui il corpo diventa un oggetto, tra gli oggetti. Come se fosse svuotato di ogni volontà.  Il corpo è una cosa che si lascia vivere da noi. L'oggetto degli oggetti. Nel gioco della vita. Come se fosse un pulsante, un joystick, una lancia, uno sputacarezze, una ruspa o una pinza da insalata. E poi pian piano diventa sempre altro. Una specie di magazzino. Lei comprese, ne percepì una vaghissima sensazione, nulla di tattile, ma trattenne. Tenne per quale istante quella sensazione di essersi avvicinata alla verità. E che forse la verità non le interessava. Perchè la verità non era mai reale. Nè ferma. Era la non verità, senza diventare menzogna, che diventava solida, forma, carne e misura. E di riflesso ci dava la possibilità di cambiare strada. Ancora a raccogliere vita e voglia e desiderio. Per quello deviamo e ci rivoltiamo e continiamo a camminare. Contro ed oltre ogni apparente immobilità. Così slentò la sua corsa dietro a quel perchè. Lo sentì scivolare via con l'acqua. Come quando da bambini si capiva il trucco. Ed era solo imparare ed imparare a capire. Quella era una domanda che ne aveva precedute altre. Perchè domandare era un modo per smettere di rispondersi. Non aveva mai previsto che tentare di vivere fosse una possibilità. Una tra le tante. Senza che fosse neanche la migliore. 

Solo che aveva il sapore del sole.

E forse una parola nuova da sciogliere sotto il palato.

 

 

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daunfiore 17 novembre

Ci sono viaggi che ti sorprendono. Magari per una vita hai preso il treno che percorrere una certa zona, senza fare caso al panorama, ai dettagli. Trovo bellissimo poter viaggiare vicino al mare, sopratutto di inverno. Ieri pioveva fitto e ho alzato la sguardo, per caso, come tante vokte prima. Il mare in tempesta si sollevava verso il cielo, per ricadere su se stesso, e si infrangeva impetuoso sugli scogli, coprendoli del suo bianco violento. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da tutto quel grigio che diventava un ingorgo bianco, mentre iniziava a perdersi nella notte. All'improvviso ho visto una scena memorabile, o forse la ho solo immaginata, per quanto fosse perfetta ed emozionante, cioè mi è apparsa la sagoma di un uomo e una donna che si abbracciavano, su uno scoglio, quasi circondati da nembi e da un mare furioso. Un incanto che si stagliava su un orizzonte qualsiasi e celebrava la bellezza più assoluta e perfetta. Ero già lontana, conservando quell'attimo immenso regalatomi da due sconosciuti e dal loro amore. E mi ha fatto tanta compagnia.

 

 

Sento. 

Sento rabbia e quasi la osservo. 

Ed è così che nom la trattengo. 

Per lasciarla andare.

Come tutte le cose inutili. 

Non devi spiegarle.

Ci sono viaggi che chi non sa partire non può capire.

Cambiare del resto è un po' partire. 

Ma sono fatti miei.

 

 

 

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daunfiore 13 novembre

 

 

Sentieri segreti nei tuoi occhi, fino a nuove aurore, come corridoi verso una luce nuova. Perchè alcuni percorsi ci portano per davvero dentro noi stessi.

Senza via di fuga.

Nello scambio più autentico che esiste, l'amore.

Quello che si inscrive dentro un attimo.

Come un frammento di luna. 

Io ti parlavo. Ed anche tu.

Forse è quello il morire, per rinascere migliore.

Te li ricordi i brividi della mia pelle, che si schiudevano dentro il tuo fiato?

Bacio dopo bacio.

Come se fossero passi del cuore.

Fiori oscuri, candidi, affondati nella terra.

Io, la tua.

Io tua.

 

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daunfiore 12 novembre

Quante dimensioni abbiamo? A volte sembra non sia rimasto neanche un grammo della potenza analitica ed emotiva di cui siamo fatti. 

Come se il coraggio di sentire, di fluire, di dire, di manifestare fosse scivolato via, lasciandoci modesti ed univoci strumenti di contatto. Un flusso omologato, sotto desideri e bisogni manipolati. 

Eppure deve esserci uno strumento diverso di comunicazione, non convenzionale e davvero autentico, capace di provare davvero e di spingere oltre ogni sagoma mente e anima. 

Come se il corpo non fosse un nemico.

Oggi va così. 

 

 

Il mio cuore profuma di mela. 

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daunfiore 11 novembre

Così nell'ingorgo di parole, ho imparato a tacere. Ed è così sopravvalutata la esigenza di spiegare. Ciò che importa non ne ha bisogno. Ed in fondo va a picco solo ciò che non conta. E ciò che conta è nell'anima. Lo ho imparato dopo tanto tempo. E una piccola cicatrice a forma di freccia. Per mandare altrove chi ne ha bisogno.

 

 

Destinazione paradiso. 

Le mie lacrime scivolano come piccoli fiumi segreti e inverecondi. 

In fondo la vita è il più imprevedibiile dei viaggi e io adoro viaggiare. 

Mi piace chiudere gli occhi e raccontarmi una nuova storia. 

Vuoi ascoltarla?

Siamo fatti di sogni e soprattutto della voglia di continuare ad ascoltarli. 

Quando sono triste mi rifugio nei miei occhi. 

Se mi avessi guardata per davvero mi avresti trovata. 

 

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daunfiore 10 novembre

Prima era più facile, quasi semplice. E io meno complicata. Sapevo respirare e osservavo il mondo con uno sguardo leggero e gli sorridevo sempre. Adesso é tutto più complicato perché non so più guardare. Capita raramente. E vivo per differenza. In prestito di fiato. Con le vene bagnate di diffidenza. E frammenti di dolore in tasca. E tagliano. Forse la ho solo immaginata questa vita. Chi lo sa...

 

 

Tutto vero, troppo vero, tranne.... 

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daunfiore 09 novembre

Qualche volta, ma anche sempre, inciampi nelle immagini. E ne resti avvolta, sospesa, giustapposta. Figure che circondano e ti rubano la pelle,  in un ingorgo tra carne e mente. Forse frammenti di anima, nelle grandi occasioni. E mentre nuoti tra quelle immagini le senti sempre più tue, come il riflesso in uno specchio dimenticato.

 

Ed è così che ti ritrovi vestita solo di parole.

Con il gelo fino alle ossa.

E il bordo del cuore che trema di nostalgia. 

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daunfiore 08 novembre

E che alcune finestre sono bocche fameliche.

E il mondo è fuori...e il mondo dentro?

Davvero la nostra intimità è meno rilevante del resto che è fuori?

Ad ogni contatto cambiamo.

Ogni impronta ci modifica.

E anche quando crediamo di sbagliare non facciamo altro che arricchirci di un nuovo errore.

Domande con risposte mai ricevute.

O risposte a domande mai fatte.

Tutto è esperienza.

Pelle che sfiora altra pelle.

Mente che osserva altre menti.

Impariamo.

Anche nel dosare il silenzio sulla propria anima e lasciare

c

a

d

e

r

e

le parole, 

nel vuoto,

a cui forse appartengono.

Chi lo sa?

La parola di oggi è sorriso.

Ma di quelli carichi di energia buona, dopo un bel respiro.

Già, si ricomincia....

 

 

 

 

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