VETRI APPANNATI
Piove,
anche l’acero piange ormai senza foglie.
Dai vetri appannati tutto sembra deformato,
fino a pensare che quella è diventata realtà.
La solitudine è divenuta l’unica compagna,
quando non esiste più nessuno da incontrare.
Il fastidio di salutare qualcuno che si conosceva.
I cellulari inviano milioni di messaggi,
ma sembra si siano dimenticati del numero dei fratelli
degli amici, dei conoscenti.
Si preferisce ascoltare la vita, le storie degli altri.
Appassionano di più e sono quelle che bisogna ricordare,
bisogna raccontare che il mondo più lontano
è divenuto più importante.
Adesso la sera fa ormai più paura,
perché non c’è più nulla da ricordare.
E’ rimasto un unico pensiero.
I nostri cari sono andati, non ci sono più.
Ma loro, quelli più cari non li abbiamo seppelliti nella terra,
sono ancora con noi, li abbiamo custoditi nel cuore.