Profilo BACHECA 250
SUPPLICA A SANTA MARIA DEGLI ANGELI
+ Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Vergine degli Angeli, che da tanti secoli hai posto il Tuo trono di misericordia alla Porziuncola, ascolta la preghiera dei figli Tuoi che fiduciosi ricorrono a Te.
Da questo luogo veramente santo e abitazione di Dio, particolarmente caro al cuore di San Francesco, hai sempre richiamato tutti gli uomini all'Amore.
I Tuoi occhi, colmi di tenerezza, ci assicurano una continua, materna assistenza e promettono aiuto divino a quanti si prostrano ai piedi del Tuo trono o da lontano si rivolgono a Te, chiamandoTi in loro soccorso.
Tu sei veramente la nostra dolce Regina e la nostra speranza.
O Madonna degli Angeli, ottienici, per la preghiera del Beato Francesco, il perdono delle nostre colpe, aiuta la nostra volontà a tenerci lontani dal peccato e dalla indifferenza per essere degni di chiamarTi sempre nostra Madre.
Benedici le nostre case, il nostro lavoro, il nostro riposo, dandoci quella pace serena che si gusta fra le mura vetuste della Porziuncola dove l'odio, la colpa, il pianto, per il ritrovato Amore si tramutano in canto di letizia, come il canto dei Tuoi Angeli e del Serafico Francesco.
Aiuta chi non ha sostegno e chi non ha pane, coloro che si trovano in pericolo o in tentazione, nella tristezza o nello scoraggiamento, in malattia o in punto di morte.
Benedicici come Tuoi figli prediletti e con noi Ti preghiamo di benedire, con uno stesso gesto materno, gli innocenti e i colpevoli, i fedeli e gli smarriti, i credenti e i dubbiosi.
Benedici l'intera umanità affinché gli uomini, riconoscendosi figli di Dio e figli Tuoi ritrovino, nell'Amore, la vera Pace e il vero Bene. Amen.
Alla facoltà di Medicina, il professore si rivolge ad uno studente e gli chiede:
- “Quanti reni abbiamo?”.
- “Quattro!”, risponde lo studente.
- “Quattro?”, replicò il professore arrogante, di quelli che provano piacere nel calpestare chi commette errori.
- “Portate un po' d'erba, perché abbiamo un asino in sala”, ordinò il professore al suo assistente.
- “E per me un caffè!”, soggiunse lo studente all'assistente del maestro.
Il professore si arrabbiò a tal punto che espulse l'alunno dall’aula. Lo studente era l'umorista Aparicio Torelly Aporelly (1895-1971), noto come il “Barone de ltararé”.
All'uscita dall'aula, lo studente ebbe l'audacia di correggere il furioso professore: “Mi ha chiesto «quanti reni abbiamo?». ‘Abbiamo’, disse rimarcando la parola, quattro reni: due miei e due suoi. «Abbiamo» è un'espressione usata per il plurale. Buon appetito e si goda l'erba”.
La vita richiede molta più cultura e capacità di ragionare che conoscenza.
Non serve a nulla una laurea se non sai parlare e ragionare, specialmente se pretendi di insegnare!
(fonte: web)
Una vita senza sacrifici
induce a disimpegnarsi
e, alla lunga,
a diventare smidollati,
soprattutto mentalmente.
Festeggiamo una Libertà conquistata 78 anni fa e, passivamente, ci lasciamo rubare le nostre libertà costituzionali!
Mi chiedo, a volte, che sapore avrebbe
un bacio a labbra nude,
spogliate delle vesti della presunzione,
dell'approfittamento o dell’abuso,
delle vesti di quell'erotismo squallido
che a palate l'odierno mondo
ci sbatte sulla faccia...
Vagheggio, invece, un bacio con le labbra nude,
velate solo di purezza e di spensieratezza,
di pura passione che bum bum fa fare al cuore,
e fa respirare damigiane di sogno e fantasia.