RIFLESSIONE...
“Colui che dirigeva il banchetto chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora»”.
Quante volte ci è capitato di fare la conoscenza di una nuova persona e, specialmente se abbiamo sentito una particolare empatia nei suoi confronti o se avevamo sperato di conoscerla per un nostro pur legittimo interesse, ci siamo presentati nell’aspetto migliore, abbiamo da subito dato il meglio di noi stessi, affinché la conoscenza non restasse l’isolato evento di quel momento ma potesse svilupparsi nel tempo. Tempo che, da gran galantuomo qual è, ha finito presto o tardi col far emergere la nostra vera natura, forse non così brillante come quella che abbiamo rivelato all’inizio.
Le frasi virgolettate riportate all’inizio sono tratte dal brano del Vangelo di San Giovanni in cui è narrato l’episodio delle nozze di Cana e ci mostrano come, invece, maggior apprezzamento negli altri susciti non il nostro saperci mettere adeguatamente in bella mostra o efficacemente pubblicizzare, ma l’essere noi stessi, l'essere veri, rinviando ad una futura occasione più propizia la manifestazione della nostra parte migliore, magari nel momento in cui sia necessario evitare una situazione catastrofica o perlomeno porvi rimedio.