
Dall’ultimo Salone del Libro di Torino sembra emergere un curioso paradosso: il mondo dell’editoria è popolato da scrittori che sovrastano per numero i lettori. Da dove nasce questa predominanza di idee? Forse è il segnale di un’epoca in cui la produzione supera il consumo, in cui la narrazione diventa necessità, e l’atto di scrivere è più urgente di quello di leggere.
E in questo scenario, non possiamo ignorare il ruolo dell’Intelligenza Artificiale, che ormai si insinua tra le righe dei libri, producendo testi, suggerendo trame e persino modellando stili. Se l’IA sta diventando essa stessa autrice, allora si apre un interrogativo tanto serio quanto ironico: i diritti d’autore dovrebbero essere riconosciuti anche alle macchine? Si potrebbe immaginare un futuro in cui gli algoritmi rivendicano compensi per le loro creazioni, o in cui la SIAE si trova a gestire la tutela di software creativi.
Ma al di là delle speculazioni, resta il fascino di un mondo in cui le storie continuano a nascere, che siano generate da uomini o da intelligenze artificiali. E chissà, magari l’IA, con il suo rigore e la sua capacità di sintetizzare mondi, finirà per creare il romanzo perfetto. Nel frattempo, resta il piacere di scherzarci sopra… mentre aspettiamo che il primo bot si iscriva ufficialmente all’albo degli scrittori!