Mi descrivo
...ogni giorno in più che passa mi rendo conto che la vita e ciò che il destino decide sono un mistero...e a volte è davvero troppo difficile accettarlo per me...
...pensiero...tu...
Mi chiedo se il DESTINO ti ha messo sul MIO CAMMINO per giocare con
ME... AMARTI e non averti... DESIDERARTI ed immaginarti tra le sue
braccia..... IO TI TENGO e nello stesso tempo NON TI HO... sapere
il sapore della TUA PELLE e non toccarti, ma RICORDARE....
IMMAGINARE ancora IL TUO CORPO SUL MIO... DESTINO cosi CINICO ci
unisce,ma ci lega ad altri corpi...
Quel libro che tu hai dato a me...
Sai l'amore è illogico, non ha una spiegazione tangibile. Molte
persone si abituano ad avere accanto qualcuno, a sentire calore o
un leggero tepore emozionale, una sensazione di lieve tranquillità.
Qualcosa a cui non potrei mai abituarmi. Stare bene non è amare.
L'amore se lo senti ti prende tutto o non ti prende nulla. E se te
lo fai andare bene è un quasi amore ma non è amore.
-Pablo Neruda-
Per il mio cuore basta il tuo petto, per la tua liberta' bastano le
mie ali. Dalla mia bocca arrivera' fino al cielo cio' che stava
sopito sulla tua anima. È in te l'illusione di ogni giorno. Giungi
come la rugiada sulle corolle. Scavi l'orizzonte con la tua
assenza. Eternamente in fuga come l'onda. Ho detto che cantavi nel
vento come i pini e come gli alberi maestri delle navi. Come quelli
sei alta e taciturna. E di colpo ti rattristi, come un viaggio.
Accogliente come una vecchia strada. Ti popolano echi e voci
nostalgiche. Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono gli
uccelli che dormivano nella tua anima.
-Pablo Neruda- ..per te...mia "notte"...
Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli e vado
per le strade senza nutrirmi, silenzioso, non mi sostiene il pane,
l'alba mi sconvolge, cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel
giorno. Sono affamato del tuo riso che scorre, delle tue mani color
di furioso granaio, ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta. Voglio mangiare
il fulmine bruciato nella tua bellezza, il naso sovrano
dell'aitante volto, voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo, cercandoti,
cercando il tuo cuore caldo come un puma nella solitudine di
Quitratúe.