Un bel giorno, uno che non pioveva tanto, smetto di fingere e provo ad essere.
Metto giù l'armatura, le brache e mi taglio i capelli.
Ti avvicini come una mosca alla merda, allunghi le mani che sembrano tentacoli con ventose appiccicose e potenti.
"Ma lo sai che i due terzi dei neuroni delle piovre sono proprio nei loro tentacoli?" sparo un tantino impaurito di me stesso.
E' ovvio, tento di distrarti con la cultura appresa dalla tv e appiccicata lì come carta svolazzante sul parabrezza.
Non ci caschi e il duro lavoro che ti sei prefissa vuoi portarlo a termine rapidamente. Hai tanta fame è chiaro e davanti un piatto di spaghetti, anche se non proprio al dente (anzi, diciamolo pure, un po' frollati) non puoi fermarti.
Ti accorgi che qualcosa là sotto si muove. D'altronde è la testa che non va, ti era chiaro da subito. Sapevi che sarei caduto proprio sul più bello.
Una tigre non può far altro che mordere: anche con la dentiera.
Com'era quella storiella dello scorpione e della rana? Neanche a perder tempo a raccontarla. Se uno è stronzo di natura lo è per sempre... come un diamante.