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kevinkart

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kevinkart più di un mese fa

Fumano
Fumano,
osservo il loro fumare,
quel bastoncino leggero fatto di niente che portano alla bocca dandosi un tono d’importanza.
Come nei gesti dovuti, ponderati, vitali.

Il fumo,
ecco il frutto del fuoco,
si alza in spirali in cerca di cielo,
vuole sparire e mischiarsi alle particelle d’aria ricche d’ossigeno , più felici, meno grigie.

Parlano,
usano lingua e labbra vibrando materia organica pulsante giù nella gola.
Irrorata di sangue e linfa, ricoperta di pelle soffice, liscia come pesche noce, come velluto rosa vivo.

Non è importante interpretare i suoni per me,
ascolto il rumore nell’aria come una musica,
come un idioma sconosciuto, come un ritmico tamburellare.
Mi perdo nel suono,
li fisso senza più vederli.

Mi guardano
aspettano risposte
sorrido
sorridono
capiscono
caffè.

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kevinkart più di un mese fa

La Chiesa c’illumina

Chiesa di S.Luigi dei Francesi, sto entrando e proprio all’ingresso,
curva sullo scalino, una donna:
 “signore signore prenda un santino…” mano tesa e immaginetta sacra in evidenza.

 “so ateo signò” rispondo secco, accelerando.
Entro e mi fermo proprio in fondo sulla sinistra ad osservare i meravigliosi

affreschi del Caravaggio. Di colpo piomba il buio e oscura quei capolavori.
Con pazienza aspetto che qualche turista più sveglio degli altri capisca e trovi
la feritoia per la monetina. La luce è a tempo e il rito va ripetuto spesso.
Mi godo quella bellezza per tutto il tempo necessario.

All’uscita la stessa donna più accorata: “signore signore, prenda un santino…”.

E io “so ateo signò”.

ma allora, se sei ateo che ci sei andato a fare in chiesa?”.

ho provato a convertì er prete! ma nun c’è stato gnente da fà.
E me ne vado baldanzoso, fiero della mia cazzata.

Lo potevo prendere un santino però? Cosa mi costava?

E’ una questione di principio. Mostrarsi stronzo fino in fondo.

Ogni giorno scopro qualcosa in più di me stesso, in fondo andare in chiesa mi fa bene.

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kevinkart più di un mese fa

Goccioline

L'immagine tua più bella?
Quando in quel bagno turco ti sei accoccolata sulla mia gamba piegata
e hai posato le labbra sul ginocchio sorpreso. 
Le goccioline sospese nell'aria, illuminate dai faretti leggeri del soffitto, si sono voltate a guardare. 

Cosa pensavi in quel momento?
Scorrevi i tuoi dubbi? 
Le speranze o le paure erano un elenco infinito difficile da catalogare.
Sapevi già che era un momento irripetibile.
Uno di quegli attimi che valgono una vita e plasmano un ricordo.

E io? 
Lì, con la schiena poggiata sulla parete mosaico,
ad osservarti come fosse un sogno sfocato dai vapori
e dal caldo umido dell’ambiente. 
Se fosse vero vorrei morire ora.
Vorrei finire qui, dolcemente.
Sciogliermi come acqua nell'aria.
Rendermi visibile nei fasci di luce finché luce c'è
e precipitare a terra quando il calore dell'attimo trapassa nel freddo glaciale dell'eterno.

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kevinkart più di un mese fa

Che poi a volte dici maccheccazzo. Ma tanto è inutile, un po' come tutto il resto. pantarei

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kevinkart più di un mese fa

 

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kevinkart più di un mese fa

…dio…quanti piccoli particolari ho dimenticato…

i tuoi guantini di pelle, gli occhi pieni di stelle,

le scale salite affiancati, gli sfoghi smodati

e i salti, gli abbracci, le sterili lenzuola,

l’odore di morte, le giostre filanti,

gli umori odorosi, gli odiosi,

le unghie, le travi,

l’uva e la neve,

te…e me…

…dio…quante cose lasciate cadere senza vedere…

il peluche, il tuo favoloso sedere, un bicchiere,

le corse, la strada, gli affanni, evitar danni,

l’ora, il sole, la luna, la tua schiena nuda,

il pane, la gioia, dolore, il sano sudore

capelli recisi, intenti precisi,

la morte, l’amore,

te…e me…

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kevinkart più di un mese fa

L'arte non è acqua perchè se lo fosse la berrei
nè oro, altrimenti lo vorrei
nè donna che con il cuore investirei

Ma allora, che cazzè?
P.S.
Finito ora di leggere La morte a Venezia, ho capito.
E' la bellezza

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kevinkart 10 novembre

Ancora Guerra

E di guardar le stelle mai mi stancai
finché in ciel vidi strisce filanti
messager di  morte masticar la terra
con alti stridi e boati disumani

Crani schiacciati
macchie di sangue
membra dilaniate
ombre su muri di pelli ustionate

Ancor non basta alla brama nefasta
divorar corpi strade e palazzi
mostrando al creato che siamo ancora pazzi

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kevinkart più di un mese fa

Vieni qui

Guarda quanti puntini luminosi, vieni qui
Ci accoccoliamo a terra incollati in posizione fetale con il naso in su “a rimirar le stelle”
Brillano come diamanti alla luce di invisibili candele
Quanto siamo lontani da loro e dal caos del giorno,
pieno di affanni umani che ora appaiono ridicoli sotto quel manto nero
punticchiato di energia e materia
Hai un fremito, senti freddo?

Hai ancora qualche paura da esorcizzare?
O semplicemente vuoi che ti stringa più forte?
Non rispondi, le parole non bastano a spiegare l’esperire di una vita
Una stella brilla più di altre, sembra ammiccare, volerci dire qualcosa … ma cosa?
Il mio avambraccio è proprio sotto i tuoi seni gonfi,
l’animale non si ferma neanche dinanzi il puro spirito,
la mancanza di forma non è un problema che lo possa riguardare
Ora sento freddo anch’io, non è la brezza marina, viene da molto più lontano,
da un sottile malessere che ti prende per mano e ti porta al di là delle illusioni
Un uccello scuro passa leggero, senza fretta,
riesce a coprir le stelle per un attimo che sembra eterno
Dimmi qualcosa,
dimmelo ora,
prima che il tempo passi
e l’ora diventi adesso
e il poi diventi oggi consumando gli anni
come una fornace famelica, un altoforno infernale
La terra porta a termine un altro giro, il sonno si abbatte sui nostri occhi,
il mondo reale sfuma nell’irrealtà di un sogno
Sogniamo di guardar le stelle e di stringerci forte,
di parlar di noi senza proferire,
di amarci senza toccarci,
di illuderci ancora una volta
e sia …

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kevinkart più di un mese fa

Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico. […] La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. C’è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori.
Milan Kundera

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