Senti quella pelle ruvida. Un gran freddo dentro
l’anima, fa fatica anche una lacrima a scendere giù. Troppe
attese dietro l’angolo, gioie che non ti appartengono.
Questo tempo inconciliabile gioca contro te. Ecco come si finisce
poi, inchiodati a una finestra noi, spettatori malinconici, di
felicità impossibili…
Tanti viaggi rimandati e già, valigie vuote da un’eternità… quel
dolore che non sai cos’è, solo lui non ti abbandonerà mai, oh
mai! E’ un rifugio quel malessere, troppa fretta in quel tuo
crescere. Non si fanno più miracoli, adesso non più.
Ti darei gli occhi miei, per vedere ciò che non vedi. L’energia,
l’allegria, per strapparti ancora sorrisi. Dirti si, sempre si, e
riuscire a farti volare, dove vuoi, dove sai, senza più quei pesi
sul cuore. Nasconderti le nuvole, quell’inverno che ti fa
male...
E poi vederti ridere, e poi vederti correre ancora. Dimentica,
c’è chi dimentica Distrattamente un fiore una domenica
E poi… silenzi. E poi silenzi...
Non sai come è bello stringerti, ritrovarsi qui a difenderti, e
vestirti e pettinarti si. E sussurrarti non arrenderti... Siamo
niente senza fantasie. Sorreggili, aiutali, ti prego non
lasciarli cadere. Esili, fragili, non negargli un po' del tuo
amore. Stelle che ora tacciono, ma daranno un segno a quel cielo.
Gli uomini non brillano Se non sono stelle anche loro. .Siamo noi
gli inabili, che pure avendo a volte non diamo. Dimentica, c’è
chi dimentica, distrattamente un fiore una domenica e poi
silenzi. E poi silenzi