Mi piace raccontare in breve l'anno che si conclude, anche se è solo un anno solare che ha fatto il suo giro, anche se di capitoli da raccontare ce ne sono pochi.
https://randomwalkmode.wordpress.com/2025/01/08/il-mio-saluto-al-2024/
Mi piace raccontare in breve l'anno che si conclude, anche se è solo un anno solare che ha fatto il suo giro, anche se di capitoli da raccontare ce ne sono pochi.
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A me il Natale piace, e faccio sempre fatica a capire chi se ne duole puntualmente ogni anno, seguendo quella specie di moda in cui lamentarsi sembra avere più appeal del dirsi coinvolti e contenti.
Deve essere l'ennesima declinazione della tendenza umana a semplificare le cose riducendole alla pochezza e alla faciloneria, che richiedono sempre meno impegno e c'è minor rischio di sbagliare.
Che dire, alla luce di quanto detto quello che spero è che riusciate a nutrire il vostro pensiero critico di consapevolezza e riflessioni personali, che la felicità è alimentata anche dal saper pensare con la propria testa.
In un Mondo che va di corsa, si fa presto a tornare estranei, a volte senza neanche aver mai smesso di esserlo.
"Non andartene docile in quella buona notte,
i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
infuria, infuria, contro il morire della luce.
Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta
perché dalle loro parole non diramarono fulmini
non se ne vanno docili in quella buona notte...
Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi
che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
s'infuriano, s'infuriano contro il morire della luce.
E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce."
Mi è tornata in mente, merito di Interstellar il fatto di conoscerla, pensando a quanti si mortificano pensando, per quella educazione all'umiltà e alla verecondia, che sia disdicevole persino ambire alla felicità. E invece dovrebbero amare loro stessi e gloriare la loro ricerca della felicità. E non c'è niente di egoistico o deplorevole visto che, in fondo, solo chi fa felice se stesso, può davvero fare felici gli altri.
A breve sarà la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Lo scorso anno avevo scritto un post e un articolo, che voglio ricondividere...
Ovunque leggo che bisogna educare gli uomini, i figli maschi. No, bisogna educare se stessi e, soprattutto, educare le donne, le figlie.
Educare se stessi a essere genitori che si rispettano reciprocamente, perché non si può più insegnare ai figli che l'amore è sofferenza, che la donna è forte e ce la può fare... Basta fare poesia e fare dramma su tutto. C'è un diritto a essere felici. Se vi piace tribolare, non fate figli. Se non siete felici, uscite dal vostro ménage, che non è una prigione.
Educare le figlie perché imparino a pensare a loro stesse, a volersi bene, a essere deboli, che non c'è niente di male, a essere egoiste, che la prima forma di carità inizia da se stessi, a sbagliare senza temere giudizi, a prendere il giusto dei giudizi senza temerli e senza farsene piegare, a chiedere aiuto o disdegnarlo se sanno cavarsela da sole. A usare il pensiero critico. A amarsi senza temere di essere ritenute immodeste, arroganti o che. A tirarsi indietro quando qualcuno le sta trattando in un modo che le svilisce o mortifica o spaventa. Subito, non dopo mesi. Perché un folle è da biasimare, ma probabilmente non ha la lucidità di comprendere la sua follia. Ma una persona che riconosce la follia e ci rimane accanto è ancora più folle.
Educate le vostre figlie a volersi bene, a pensare di meritare tanto. E questo passa anche attraverso le madri, che spesso, restando accanto a mariti che non le rispettano, crescono figlie convinte che a una donna possa bastare avere un uomo vicino, a prescindere da come si comporta con lei.
E basta con questa cultura che ci vuole resistenti, basta con le poesie sulle donne e la loro forza e le canzoni, basta davvero... Che a fare poesia c'è chi pensa seriamente che ci sia del poetico in tutto questo, a essere eroine e martiri.
Educate voi stesse e le vostre figlie a saper misurare il loro valore. Senza sminuirle, che è finita l'epoca della verecondia da buone cristiane.
Ed educate le vostre figlie a non lasciare sola un'amica ubriaca. A portare con loro quei dispositivi che fanno partire subitaneamente un allarme con tanto di possibilità di essere geolocalizzate.
Insomma, lasciate perdere di educare gli uomini, che ci proviamo da anni con scarsi risultati. Iniziamo a educare le donne, noi stesse.
https://randomwalkmode.wordpress.com/2023/11/22/educhiamo-noi-stessi-le-figlie-le-donne/
Un articolo perfetto, scritto per raccontare il mio fumetto preferito, preferito perché intelligente, divertente e, a volte, tenero.
https://ilmiolibro.kataweb.it/articolo/scrivere/207968/calvin-hobbes-il-salinger-del-fumetto-che-incanto-lamerica-e-poi-spari/
Il tratto distintivo degli animali umani, per me, è sempre stata la cosiddetta Umanità. Quella dell'humanitas nel senso terenziano della parola, quella secondo cui, in quanto essere umano, niente di ciò che sia umano mi è estraneo. Un po' come dire l'empatia, ma non quella della congerie di empatici che nemmeno sanno cosa stanno nominando, ma quella vera, quella che fa rima con l'accoglienza e l'intelligenza emotive, quella che significa saper mettersi nei panni dell'altro.
https://randomwalkmode.wordpress.com/2024/10/28/i-valori-muovono-le-azioni/