Libero

ma_quante_storie

  • Donna
  • 46
  • Una tra tante
Cancro

Mi trovi anche qui

Profilo BACHECA 17

ma_quante_storie più di un mese fa

"... La lezione che possiamo trarre dai concetti di kotodama e imikotoba è che le parole si portano dietro un grande potere e un carico di responsabilità. Le cose che diciamo, anche a noi stessi, finiranno per essere assorbite, non cadranno nel vuoto senza conseguenze. Dunque usatele con saggezza, con animo premuroso e gentile... Anche quando le rivolgete a voi stessi."

 

Il genere di cose che, purtroppo, so essere buone solo per riempirsi la bocca, per darsi un tono. I più non penso possano capire il peso delle parole.

 

Da Omoiyari, di Erin Niimi Longhurst.

 

 

Ti piace?
7
ma_quante_storie più di un mese fa

Mi chiedo come fanno, certe persone, a raccontarsi di poter restare dove sono, a raccontarsi di non sentire la mancanza di quel qualcuno insieme al quale si sono sentiti finalmente a casa.

 

 

Ti piace?
26
ma_quante_storie più di un mese fa

A proposito di storie, e non quelle che le persone raccontano e si raccontano per nascondersi dietro un dito o per darsi un tono, c'è differenza tra chi fa cronaca, soffermandosi sul cosa, e chi fa racconto, ponendo attenzione al come.
E la capacità di raccontarsi, di cogliere emozioni, colori, dettagli è una dote affascinante che permette a una persona, e a tutto quello che coinvolge nel suo racconto, di diventare unica, irripetibile, come la sua esperienza.
Chi sa raccontare assapora le vicissitudini, anche le più semplici, ne coglie sentore e sapore e sa esprimerle attraverso le parole, dando spessore a ogni singola cosa.
Saper raccontare presuppone una certa dose di consapevolezza, che permette di non inventare niente rendendo comunque una storia coinvolgente.
Alle persone che fanno cronaca e a quelle che fanno poesia, preferisco la sincerità narrativa e libera di chi sa fare prosa.

 

 

Ti piace?
36
ma_quante_storie più di un mese fa

Se io fossi Dio

e avessi il segreto

farei un essere esatto a te;

lo proverei

(alla maniera dei panettieri

quando provano il pane, ovvero:

con la bocca),

e se questo sapore fosse

uguale al tuo, ossia

il tuo stesso odore, e il tuo modo

di sorridere,

e di stare in silenzio

e di stringere la mia mano strettamente,

e di baciarci senza farci male

– di questo sì, sono sicuro: metto

tanta attenzione quando ti bacio-;

allora,

se io fossi Dio,

potrei ripeterti e ripeterti

sempre la stessa e sempre differente

senza stancarmi mai del gioco identico

senza disdegnare neppure quello che fosti

per quella che saresti diventata tra un attimo;

ancora non so se mi spiego, ma voglio

chiarire che se io fossi

Dio, farei

il possibile per essere Ángel González

per amarti così come ti amo

per attendere con calma

affinché ti creda te stessa ogni giorno,

affinché sorprenda tutte le mattine

la luce appena nata con la tua propria

luce, e scorra

la tenda impalpabile che separa

il sogno dalla vita,

resuscitandomi con la tua parola,

Lazzaro allegro,

io,

bagnato ancora

di ombre e pigrizia

sorpreso e assorto

nella contemplazione di tutto quello

che, in unione di me stesso,

recuperi e salvi, muovi, lasci

abbandonato quando – dopo – taci…

(Ascolto il tuo silenzio.

Odo

costellazioni: esisti.

Credo in te.

Sei.

Mi basta.)

 

Mi basta così, Àngel González Muniz.

Ti piace?
27
ma_quante_storie più di un mese fa

"Nel flusso indefinito del tempo e degli stati d'animo, gran parte della storia è incisa nei sensi. E cose di nessuna importanza, insostituibili, ritornano così all'improvviso, in un caffè d'inverno."

Un pensiero tratto da uno dei tanti libri che ho letto di Banana Yoshimoto.

La cultura giapponese, i manga e gli anime, i quartieri di Tokyo che vivono di notte e quello delle maiko a Kyoto, le geiko e la cerimonia del tè, gli ukiyo-e e gli haiku, hanami e shinrin-yoku, la preghiera al tempio a Capodanno e i desideri che si involano con il fumo degli incensi, i miei ikigai e la colla mista a oro del kintsugi, la gentilezza e la sensualità, la disciplina e la dedizione, il pensiero buddhista e il Natale cristiano, i tanzaku e gli yukata, il white day e i furin, come quello alla mia finestra, momenti, espressioni, usanze in cui, in qualche modo, riconosco un po' di me.

E il piacere di leggere seduta accanto alla finestra aperta, in un giorno d'Estate, con il vento leggero che fa tintinnare il furin di ghisa blu e, con il suono, mi sfiora la pelle e i pensieri, lasciando solo la piacevole sensazione di stare bene in un momento tanto semplice.

 

Ti piace?
18
ma_quante_storie più di un mese fa

"È tragico quante poche persone siano padrone della loro anima prima di morire. Non c’è niente di più raro in un uomo, dice Emerson, che un atto di sua propria volontà. Ed è verissimo. La maggior parte delle persone sono altre persone, i loro pensieri sono opinioni di qualcun altro. La loro vita un’imitazione, le loro passioni una citazione. L’ha scritto Oscar Wilde."
Una citazione anche questa, ma quello che la rende autentica è il pensiero critico che l'ha fatta apparire sensata e condivisibile.

Ti piace?
18
, , , , , , , , , , , , ,