Libero

mamy.c

  • Donna
  • 48
  • milano
Toro

Mi trovi anche qui

ultimo accesso: più di un mese fa

Amici 1

Ultime visite

Visite al Profilo 1.127

Bacheca

Questa Bacheca è ancora vuota. Invita mamy.c a scrivere un Post!

Mi descrivo

Queste pagine sono interamente ed unicamente dedicate a mia figlia....l' amore....

Su di me

Situazione sentimentale

-

Lingue conosciute

-

I miei pregi

-

I miei difetti

-

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. i libri
  2. l' antico
  3. la musica

Tre cose che odio

  1. le
  2. persone
  3. false

3

4

2

I bambini imparano ciò che vivono

I bambini imparano ciò che vivono. Se un bambino vive nella critica impara a condannare. Se un bambino vive nell'ostilità impara ad aggredire. Se un bambino vive nell'ironia impara ad essere timido. Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole. Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente. Se un bambino vive nell'incoraggiamento impara ad avere fiducia. Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia. Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede. Se un bambino vive nell'approvazione impara ad accettarsi. Se un bambino vive nell'accettazione e nell'amicizia impara a trovare l'amore nel mondo.

Doret's Law Nolte

7

8

LA LEGGENDA DELLE FATE

Il Monte Vettore presenta una fascia trasversale di ghiaia che è detta la strada delle fate. La leggenda popolare narra che una volta, le fate, si siano fermate più a lungo a danzare con i giovani di Pretare e che per non essere sorprese all'alba, fuggirono con tanta precipitazione da lasciare le loro impronte sulla montagna, creando così la loro strada. Il racconto è noto sia agli studiosi delle tradizioni popolari che ai valligiani. A Pretare, paese che appartiene al Comune di Arquata del Tronto, posto alle falde del Monte Vettore, nel giorno della ricorrenza San Rocco si fa rivivere quest'antica ed originale leggenda. Un gruppo di giovani donne, vestite da fate, raggiunge lentamente il centro del paese da una strada di campagna, e arrivate alla piazza danno inizio alle danze. Dalla mitologia apprendiamo che i Monti Sibillini furono considerati luoghi abitati da divinità buone e cattive. La presenza di caverne e antri misteriosi erano considerati accesso al regno dell'oltretomba, come quello di cui ci parla Virgilio nel sesto canto dell'Eneide. Il Monte Sibilla, vicino al Monte Vettore, fu sede di culto pagano ed orgiastico di Cibele, la grande Madre degli dei; culto che si diffuse all'epoca di Claudio.
Con l'avvento del cristianesimo al posto di Cibele subentrò il culto della Sibilla che una tradizione ancora in uso nel secolo XIV la identifica come la Sibilla Cumana. Studi più recenti la classificano come Sibilla Picena, non citata nell'elenco delle 11 di Varrone. Passando attraverso una lenta e progressiva trasformazione della figura della Sibilla si arrivò alla fata Alcina ed alla sua corte. La leggenda originaria fu rielaborata anche nel secolo XIX da Richard Wagner nel suo Tannhäuser.

note

10

Secondo i Celti, piccoli folletti nascondevano tesori ai piedi di questi fenomeni iridescenti. Una leggenda, metafora di come questi archi quasi dipinti nel cielo indichino un unico, grande tesoro.

11

LA VOCE INDIANA

Io sono la Voce Indiana.
Voglio che mi sentano in tutti i nostri territori.
Da duecento anni sono prigioniero di guerra
nella mia terra.

Sono prigioniero dell’odio e dell’avidità,
della menzogna e del pregiudizio,
dell’indifferenza e dell’ignoranza,
dell’ingiustizia
degli uomini che schiacciarono
con la forza del loro numero me e il mio Popolo,
da quando scesero sulle mie spiagge
e invasero la mia terra nativa.

Imposero a me
la loro società, la loro religione, le loro leggi,
ed è per questo che la mia gente
ora è ridotta a meno di quanto era,
quando con false promesse vennero
per la prima volta sulle nostre spiagge.

Io sono la Voce Indiana collettiva
e grido forte dalle milioni di tombe
di spiriti senza pace
e milioni sono le grida che si alzano
e chiedono:
Dov’è il mio futuro?
A chi appartiene?
Appartiene al mio Popolo?
Ci sarà felicità sulla terra
Che per diritto è mia?

da Lettera ad un bambino mai nato

"Stanotte ho saputo che c'eri : una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d'un tratto, in quel buio, s'è aperto un lampo di certezza: si c'eri. Esistevi. E' stato come sentirsi colpire in petto da una fucilata. Mi si è fermato il cuore. E quando ha ripreso a battere con tonfi sordi, cannonate di sbalordimento, mi sono accorta di precipitare in un pozzo dove tutto era incerto e terrorizzante. Ora eccomi qui, chiusa a chiave dentro una paura che mi bagna il volto, i capelli, i pensieri. E in essa mi perdo. Cerca di capire: non è paura degli altri. Io non mi curo degli altri. Non è paura di Dio. Io non credo in Dio. Non è paura del dolore. Io non temo il dolore. E' paura di te, del caso che ti ha strappato al nulla, per agganciarti al mio ventre. Non sono mai stata pronta ad accoglierti, anche se ti ho molto aspettato. Mi son sempre posta l'atroce domanda: e se nascere non ti piacesse? E se un giorno tu me lo rimproverassi gridando "chi ti ha chiesto di mettermi al mondo, perchè mi ci hai messo, perchè?". La vita è una tale fatica, bambino. E' una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele. Come faccio a sapere che non sarebbe giusto buttarti via? come faccio a intuire che non vuoi essere restituito al silenzio? Non puoi mica parlarmi. La tua goccia di vita è soltanto un nodo di cellule appena iniziate. Forse non è nemmeno vita ma possibilità di vita. Eppure darei tanto perchè tu potessi aiutarmi con un cenno, un indizio. La mia mamma sostiene che glielo detti, che per questo mi ha messo al mondo " 

17

5

Se

Se un giorno
ti venisse voglia di piangere...
Chiamami.
Non prometto di farti ridere,
ma potrei piangere con te...

Se un giorno
tu decidessi di scappare,
non esitare a chiamarmi.
Non prometto di chiederti di restare,
ma potrei scappare con te.

Se un giorno
ti venisse voglia
di non parlare con nessuno...
chiamami.
In quel momento
prometto di starmene zitto.

Ma…Se un giorno tu mi chiamassi
e non rispondessi...
Vienimi incontro di corsa...
forse Io ho bisogno di te!

 

1

Imagine

di John Lennon

Immagina non ci sia il Paradiso
prova, è facile
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente
viva al presente...

Immagina non ci siano paesi
non è difficile
Niente per cui uccidere e morire
e nessuna religione
Immagina che tutti
vivano la loro vita in pace..

Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno...

Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o rabbia
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta la gente
condividere il mondo intero...

6

Un uomo Sacro ama il silenzio, ci si avvolge come in una coperta: un silenzio che parla, con una voce forte come il tuono, che gli insegna tante cose. Uno sciamano desidera essere in un luogo dove si senta solo il ronzio degli insetti. Se ne sta seduto, con il viso rivolto a ovest, e chiede aiuto. Parla con le piante, ed esse

13

A mia figlia Greta
Lea

Niente ha la tua bellezza 
neanche il mare piu' cristallino. 

Niente ha il tuo odore 
neanche il fiore piu' profumato. 

Niente mi riempie il cuore di serenita'
come vederti dormire accanto 
neanche il bosco piu' silenzioso.

La natura e' una cosa meravigliosa 
perche' ti ha messa al mondo.

l' albero della vita

L’Albero della Vita, l’alfabeto ebraico, le dieci sephirot sono le strutture portanti della cabala, la via esoterica che, sbocciata dalla religione ebraica, è penetrata nella cultura occidentale, fino ad assumere caratteristiche proprie nella Cabala Ermetica o Cristiana, sviluppata grazie all’Ordine dell’Alba Dorata. Alla luce di questi insegnamenti più moderni, Massimo Mantovani si propone di illustrare la sua pratica proponendo una serie di meditazioni cabalistiche, con l’ausilio dei Tarocchi, di appropriati incensi e di candele colorate. Si comincia dal basso, meditando su Malkuth e si termina in alto, meditando su Kether, che denota la cima dell’albero della vita: ognuna delle sephirot è una porta verso l’invisibile, connotata da uno specifico nome divino, da un proprio angelo, da una precisa schiera angelica. Seguendo questo affascinante cammino, si raggiunge un alto livello di consapevolezza e di perfezionamento spirituale.

guerriero della luce

, , , , , , , , , , , , ,