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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Ieri causa maltempo la mia compagna non è potuta andare a lavoro, quindi, ci siamo ritrovati tutta la giornata a casa. Io, nel bene o nel male, sono un freelance, il lavoro me lo gestisco da solo quando c’è, quindi sono, quasi, sempre a casa.
Lei dopo pranzo si è preparata la postazione: macchina da cucire, set di spagnolette colorate, puntine da balia, spilli, aghi e gli indumenti da cucire.
Io di fronte a lei (leggermente di spalle) davanti alla mia scrivania.

 

Una scena che si ripete spessissimo nel week and.

 

Lei poco dopo che inizia, mi domanda puntualmente:

«Tesoro la metti un pò di musica?»

 

Una richiesta che io amorevolmente accolgo tutte le volte. Di solito alterno la musica, un pò la mia, un pò la sua, perché naturalmente i gusti non possono essere totalmente uguali.
Per fortuna e qui la mia compagna me ne da pregio sempre, ho un gusto musicale estremamente ampio, tolto qualche genere rumoroso ascoltato di tutto.

 

Ho messo due artisti che lei ama tantissimo: Tosca e Tiziano Ferro (quest’ultimo l’apprezzo molto pure io, ma direi anche Tosca, seppur devo essere nella condizione d’animo adatta).

 

Ed ecco che la magia della musica si manifesta.

 

Si dice che esiste per ogni vita vissuta un sottofondo musicale.
Non c’è connubio più inteso di quello tra ricordi e musica.

 

Ad innescare l’emozione un brano di Tiziano.
Che amo particolarmente perché lei me l’ha dedicato.
Perché?
Perché sono un imbranato.

 

Da timido l’approccio con la ragazze è, sempre, stato impacciato e anche con lei sono stato, parecchio, imbranato.
Alcuni versi sono uno specchio:

 

“Ciao..come stai?
Domanda inutile!
Ma a me l'amore mi rende prevedibile
Parlo poco, lo so..è strano, guido piano (a questo verso lei esclama: sei tu, sei tu.)
Sarà il vento, sarà il tempo, sarà……fuoco!

 

Ti guardo fisso e tremo
All'idea di averti accanto
E sentirmi tuo soltanto
E sono qui che parlo emozionato
..e sono un imbranato!”

 

Mi sono girato e le ho sorriso. Lei sorrideva con gli occhi, bellissima come sempre.
Non è stato necessario aggiungere parole, bastavano quelle di Tiziano.
Posso solo immaginare il pensiero che si celava dietro il suo sorriso, non ho chiesto:
«Che pensi?»
Era inopportuno e poi nel cuore lo so. Tante volte mi ha detto sorridendo mille frasi ispirata da questa canzone, frasi che ci regalavano tanto ridere. Perché esser imbranati è un momento, un dolore profondo che nasce, vive e muore, poi diventa ricordo ed è sempre un sorriso d’amore quel ricordo.
Non ho la certezza (niente è assoluto), ma son convinto che l’emozione che sentiva in quel momento, era la stessa mia emozione.

 

Poche canzoni dopo mi sono alzato per andare a prendere un oggetto in un’altra stanza, lì mi sono avvicinato e l’ho baciata, era l’imbranato che in ritardo le diceva, t’amo.

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Un week and piovoso

 

Pioggia!

 

È stato un week and di grandi piogge, soprattutto al sud (come autunno vuole). I Tg ne hanno riportato notizia, con il puntuale, oramai, elenco di danni che le varie piogge hanno lasciato dopo il loro passaggio.

 

Confermo quel che gli esperti dicono da anni, che il clima è e sta cambiando. Non ho un’età veneranda, ma ho abbastanza anni per rendermi conto che lo scenario climatico è cambiato da quando ero ragazzino.

 

Per indole, la pioggia mi è sempre stata amica. Paradossalmente mi capitava di uscire, più spesso, quando pioverà, piuttosto che quando il sole era alto e le giornate serene. Una delle tante abitudini che nel tempo hanno contribuito a creare quell’etichetta di: tipo strano.

 

Mia madre mi raccontava e mi racconta ancora oggi, che mi divertivo a giocare sotto la pioggia anche quando ero piccolino, nonostante i suoi tentativi di farmi rientrare in casa.

 


Il bambino che vedete non sono io (foto web), ma il look era quello, impermeabile giallo con cappuccio e copri spalle e stivaletti da pioggia (i miei eran blu).

 

Anche in queste immagini c’è del romanticismo, ma rispetto alle foglie che cadono, qui c’è: familiarità.

 

Per me familiarità significa sentirsi a casa, e mi sento a casa quando riconosco in un elemento, in uno scorcio o evento, qualcosa che mi riporta a quando ero felice. Non ho tanti ricordi infantili, ho quasi rimosso (per protezione) gran parte della mia infanzia, ma qualcosa ancora c’è, e la pioggia è una di questi elementi, nonostante oggi faccia paura, oggi sia intrisa di irruente violenza.

 

Non credo d’esser il solo, negli anni ho incontrato tanti altri che dicevano d’amare o semplicemente apprezzare la pioggia, credo ce ne siano anche qui.

Quindi cosa c’è di meglio del condivide un elemento che è vita ed emozione.

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Ieri ho concluso il mio pensiero ricordando quel che le donne subiscono e sopportano quotidianamente, un preludio a questa giornata, dedicata alle vittime di femminicidio.

 

Richiamare il tema può banalmente esser spontaneo, farsi belli, cercare il compiacimento (hai miei tempi si diceva “fare gli splenditi”), è un egoismo acquisito, un attributo che è comune in luoghi virtuali come questo, ciò non toglie, però, il fatto che la libertà d’esprimere la propria voce è una conseguenza tutto sommato positiva, nonostante le voci che non hanno diritto o non sono capaci di esprimersi con cognizione.

 

Riprendendo da dove ho lasciato ieri, oggi continuo la mia riflessione aggiungendo al “Cuore”, il “Rispetto”.

 

“Ho bisogno di provare per mia madre il rispetto che si prova per un ideale”, l’ha scritto Anna Frank.

 

Cito questa frase per richiamare la figura della madre. Figura fondamentale nella formazione del carattere del bambino,

 

Avevo iniziato a scrivere quello che avete appena letto più o meno alle 12:00, ho interrotto per pranzare, pensando di concludere dopo pranzo.

 

Sinceramente, non mi è più venuto il desiderio di scrivere.

 

Ha l’intera giornata che ascolto o leggo: testimonianze, appelli, proclami, ecc. ecc. su questa giornata.

Appelli e proclami tutti sacrosanti, ci mancherebbe.
Ma quanta ipocrisia c’è in tutto quello che ho ascoltato e letto.
Si condanna (giustamente) l’uomo che usa violenza sulla donna arrivando anche ad uccidere e poi si discute cinicamente sull’inviare armi, che di morti ne fanno anche di più.

 

Non mi va di scrivere come ho detto, non ci perdo, dunque, altro tempo.

 

Ribadisco la totale avversione alla violenza.
Sia essa verso donne, uomini, bambini, disabili o animali.
Tutto il resto sono solo vuote parole.

 

Sapete che vi dico? Riprendo, ma facendo un collage. Avete presente? Lo facevamo a scuole, per lo meno io. Alle media, ricordo ancora il nome dell’insegnante di ed. artistica; Adragna.
Un vecchietto, per lo meno a me sembrava tale, curvo e dalla voce rauca.
Un collage dei bellissimi commenti (una parte) che ho ricevuto sul cuore:

 

“vivere … dove ti porta il cuore”. PASSANDO dal cuore tutte le linfe vitali.
Io sono cuore, tu sei cuore, penso al cuore! Sentirlo pulsare, TUM, TUM, TUM, pensa ai bambini poggiati sul seno. Ed è festa Perché il cuore è se stesso.  noi.”

 

 

Buon week and

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Come ho precisato all’inizio di questo nuovo viaggio, scrivo quel che mi passa per la testa al momento o quel che l’interazione con gli utenti (per fortuna utenti dalla grande sensibilità e poetica) mi ispira.

 

Il tavolo su cui poggia il mio Pc è attaccato al muro, sopra di esso ci sono degli scaffali che contengono libri.
Leggo i titoli ogni volta che alzo la testa.

Alcuni sono letture strane nate da un particolare periodo.

 

Non so se capita o è capitato anche a voi di appassionarvi ad un argomento e per il periodo che esso vi culla in testa, approfondirlo, leggendo e ricercando documenti e notizie?

 

Tra questi testi strani c’è: Appunti di grammatica egiziana. Non grammatica moderna ma un testo sul linguaggio antico, in parole semplice: Geroglifici.
Oggi a volte me lo chiedo, perché l’ho comprato?
Accanto a questo libro ce n’è un altro che non è da meno: La scrittura cinese.
In realtà quel che mi affascinava era ed è, la rappresentazione grafica dell’idea. Pittogrammi, ideogrammi, sono sempre stati un mio pallino.

 

Un esempio: il Cuore.
La filosofia orientale e in particolare cinese afferma che tutte le attività mentali e sentimentali sono regolate dal cuore.
Questo è l’ideogramma attuale del cuore:

 

xīn

 

Ma fino al II secolo a.C. il carattere era ben diverso:

 

❤️

 

Non vi ricorda il simbolo che, oggi, usiamo nei messaggi o negli sms.

 

Nel tempo l’ideogramma è mutato raggiungendo alla fine la forma che avete visto sopra (la prima inserita).

 

Il cuore torna sempre nei nostri pensieri e discorsi, non se ne può fare a meno.

Un cuore innamorato può spostare le montagne, attraversare gli oceani, può accecare l’anima come nessun’altra luce può.

La cecità è un denominatore comune, perché anche un cuore spezzato, abbandonato, nutrito dalla più oscura tenebra (per citare un’opera a me cara) può spostare lapidi e attraversare sudari.

 

Un cuore trafitto dall’odio è un cuore che apre al mondo le sue fragilità, basta un attimo, una piccola fredda lama è il cuore smette di battere.

 

Un altro messaggio a cui tengo, a cui tutti sembrano tenere, ma la quotidianità sembra a volte affermare altro. Per quanto se ne parli, se ne scriva, per quanto si implori o urli.
Alcuni uomini sembrano esser sordi.

 

 

Quando scrivo ed è protagonista il cuore, per quanto tengo la luce su di esso e sull’emozioni che esso genera e vive, non posso evitare di portare il pensiero anche al drammatico tema che ho appena ricordato, oggi, non mi limito al solo pensarlo.

 

Buona giornata a tutti i cuori che battono.

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

 

Ho ricevuto un messaggio che oserei definire “incantato”.
Basta la prima frase ad aprire uno scrigno, o meglio, una porta per un mondo fantastico:

 

...le foglie che cadono a volte, sono i capelli delle Fate che si specchiano nelle nuvole sedute sui rami più alti...
forse sono stata io , con i miei boccoli ramati, […]

 

Si parla sempre con risoluta ed erudita logica del potere dell’amore, ma c’è un altro potere altrettanto vigoroso, con una virtù che nessun’altra emozione, sentimento o sentire ha. La virtù di non avere limiti e confini. Questo potere è: l’immaginazione.

 

Trovo incantevole e unicamente logico esser esternazione di un mondo interiore, soprattutto in questo luogo virtuale. Un mondo fatto di simboli incantati di forza, virtù, coraggio e saggezza.
Orchi, fate, elfi, nani.

 

E poi ci sono le oscurità: i vampiri, i lupi mannari, i golem. I cosiddetti: “Mostri”.
Mi hanno definito, anche, mostro da bambino.

 

Ed io un mostro l’ho scelto. Tra fate, elfi, folletti e maghi ho scelto un mostro come espressione di quel che ero, ossia:
Un bambino impacciato, silenzioso, un bambino rotto, fatto di tanti pezzi.
Attenzione: Non fate tremare o commuovere il vostro cuore, state tranquille (o tranquilli), tutto questo mi ha reso forte e ha aperto la porta al mio talento.

 

L’ho disegnato quel mostro, un mostro che mi ha sempre suscitato tenerezza e simpatia. Forse è per questo che un tempo mi ci rivedevo:

 

Frankenstein

 

Il mio Frankenstein (acquerello)

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

 

Sabato scorso aspettando l'apertura delle solite attività commerciali, mi sono ritrovato ad attendere davanti ad una delle tante piazze che attraverso durante il mio giro.

 

Osservando la vita (nelle sue forme) che mi passava davanti ho visto qualcosa che mi ha fatto esclamare:

 

Anche questo è, romanticismo!

 

Lo è per me, per voi che leggete, magari, è romantico ben altro?

 

Sabato ho visto l'autunno manifestare la sua presenza, con la più semplice e inosservata delle opere. Un atto che in questo periodo, accade in ogni momento, mentre noi viviamo le nostre vite.

 

E cadon le foglie.

 

Quante volte ho ascoltato o letto questi versi.

 

Sabato, seduto in macchina ho visto le foglie cadere, e ho trovato la scena romantica.
 

Sarà che sono strano, ma ho percepito questo antico e intimo sentimento in questo evento, tante che ho ripreso alcuni istanti.

 

Ve li regalo.

 

 

Non sono farfalle, ma va bene così. Leggerezza.

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Post lungo, riflessivo, a tratti contorto, disturbante, forse, non adatto a questo ambiente, ma mi serviva un approfondimento a quel che avevo detto e scritto precedentemente.

 

Consiglio: Meglio non continuare a leggere, vi risparmiate 5 minuti di niente o troppo.
Poi, vuoi mettere quello che potete fare in 5 minuti?
Ad esempio: Ascoltare una canzone, qui, è un sempre verde.

 

 

Strano come la comunicazione riesca a diramarsi creando tante verità alternative, come ogni mente si concentri su un aspetto, rispetto ad un altro.

 

Alla fine, trovo vero paragonare tutto questo ad un diario interiore, che viene sbirciato, a volte persino spiato.

 

I commenti ricevuti, come sempre, mi hanno dato spunto per riflettere.

 

Se racconti in un certo modo, con un certo tono, con una certa assiduità, diventi quel modo, quel tono, quell’assiduità. Non c’è, però, verità in questo, perché non è, una la maschera che indossiamo, sono tante e tutte diverse.

 

Un dialogo immaginario tra me e me ha scaturito quel che definirei: Uno scostamento emotivo.

 

Riprendo il dialogo, l’idea è stata simpatica, ma stavolta cambio gli interlocutori.
Come spesso accade, io, sto a d’ascoltare, a subire.

 

Inconscio irrazionale (per gli amici “Cuore”): Come è possibile che non capisci quello che provo?

 

Inconscio razionale (per gli amici “Mente”):  Io non capisco? Io ho capito benissimo. Sei tu che non accetti la realtà.
Che metti in dubbio quel che faccio e penso, tutte le volte.
Io sono stata sempre accondiscende con te. Sono stata sempre presente nei tuoi momenti di sconforto a consolarti e spiegarti ogni gesto, ogni virgola.
Ora basta!
Io ho bisogno di spazio. Io ho bisogno di silenzio. Io ho bisogno di non sentire più le tue illogiche accuse, le tue illogiche esternazioni di prurito amoroso.

 

Cuore: Io, io, io, sempre io.
Non fai altro che pensare a te, solo a te. Se fosse, appunto, per te staremmo rinchiusi in studio a disegnare linee e cerchi.

 

Mente: E allora!!! Disegnare linee e cerchi è, bellissimo.
Pensi sei tu a gratificarlo con il tuo smielato sentimentalismo? No bello! Sono le mie derubricazioni, le mie intuizioni ad esaltarlo. Tu vieni dopo e non sempre porti gioie. Ti sei fissato con quel sentimento autunnale e non c’è stato verso di lascialo fuori dai miei affari. Malinconia qua, malinconia là.
È ora di dare un taglio a tutto questo.

 

Cuore: Sei un mostro!

 

Io: Guarda che, così, lo fai piangere.

 

Mente: È tutta scena! A lui piace farsi compatire, per eghi come lui è meglio impietosire che convincere con i fatti. E il motivo di questo comportamento, è alla luce del sole? Semplicemente non è in grado di fare 2 + 2 senza commuoversi.
Sentimenti, emozioni, sensazioni.
Hanno rotto e hai rotto anche tu caro Cuore!!!

 

Cuore: Povero me!
Un calcolatore, ecco che cosa sei, un freddo e arido calcolatore. Pensi, pensi e pensi, senza fermarti al momento, al presente.
O sei nel passato, o sei nel futuro e questo mia cara Mente, non lo aiuta.
O credi davvero che la tua logica possa dare risposte a quel che sente? Sente, non pensa.
La verità è, che la tua bellezza è effimera, superficiale e come tale non da’ risposte, ma aggiunge quesiti a quesiti, dubbi a dubbi.
Sono io che trasformo le lacrime in momenti d’insegnamento, le paure in occasioni per salire in alto, sempre più in alto.
Senza di me, sarebbe solo.
Solo davanti ad un sorriso, solo davanti ad un tramonto, solo davanti ad un bacio.
Io sì è vero!!! Sono malinconia, sono paura, sono disperazione.
Ma sono anche gioia, sono coraggio, sono speranza.

 

Mente: Il tuo problema è, che sei convinto d’esser gioia, d’esser coraggio, speranza.
No! Tu sei istinto, un’informe accozzaglia di impulsi elettrici che si muove, grazie a me. Perché io giungo ad una scelta.

 

Cuore: Ecco!!! Ci mancavano le scelte, non sia mai non ne parli.
Scelte qua, scelte là.
Mai sentito il detto: Al cuore non si comanda o scelte d’amore.
Io scelgo e come se scelgo.
Io scelgo di restare, quando tu ti perdi tra le parole e i pensieri e giri e giri intorno al problema, rimuginando su cosa sia più conveniente: se restare o non restare, se andare o non andare, se, se, se. Mentre tu, stai fermo pensando e ripensando, io scelgo.

 

Mente: Tu scegli? Sei tu che non mi permetti di scegliere. Non appena arrivo ad una conclusione sento la tua voce che inizia a piangere, o lamentarsi, o impaurirsi. E lui come al solito si lascia impietosire.

 

Io: Non cominciamo, non tiratemi in mezzo.

 

Mente: E chi dovrei tirare in mezzo; Mister muscolo!!!

 

Inconscio carnale (per gli amici “Corpo”): Mo’ che centro io. Com’è che ogni volta che voi due litigate, ci devo, sempre, andare di mezzo io?
Ecco, sta iniziando a farmi male qualcosa.

 

Io: Pure a me.

 

Mente: Ecco, è arrivato l’ipocondriaco. Com’è possibile che ti fa sempre male qualcosa?

 

Corpo: Sono un tipo sensibile io.

 

Mente: Il tipo sensibile (notare il gesto della mano, tipo palmo in su).
È colpa tua, se facessi un pò di attività fisica, invece di stare, sempre, seduto davanti al pc o davanti al tavolo da pranzo a mangiare, non starebbe, sempre, in questo stato.

 

Io: Prima di tutto, non sto sempre a mangiare, e secondo…

 

Corpo: Scusa se t’interrompo, ma qual è stato? Non per vantarmi ma sono un figurino.

 

Io: Appunto!!! Secondo: Come ha detto il mio amico, qui, sono un figurino.

 

Mente: Un fico d’india vorrai dire!!!

 

Cuore: Ecco, sempre il solito. Perché devi attaccare sempre tutti?

 

Mente: Io non attacco nessuno, dico semplicemente la verità, io sono la verità.

 

Voce fuori campo: No, cara Mente, tu non sei la verità.
Tu sei la voce che separa le insicurezze dalla certezze. Il sentiero da seguire per esistere ed essere, come Cuore è il faro che illumina il sentiero. Senza di esso non ci sarebbe meta, non ci sarebbe scopo.

 

Cuore: Chi sei?

 

Voce fuori campo: Io sono Anima.

 

Ecco!!!
Questo dialogo è un esempio di come in realtà manipoliamo quel che sentiamo e pensiero, e lo faccio secondo un principio antico, vecchio come il mondo.
Quel principio che porta a compiacersi o dolersi, a d’attrarre o respingere.

 

Ora, non so che cosa ho scritto di preciso. Perché devo ammettere che ad un certo punto ho perso la bussola e sono andato a ruota libera.
Per qualcuno, probabilmente, tutto questo avrà un senso.
Io ho appena riletto e non c’ho capito un cazzo (scusate il termine).

 

Se tra voi c’è stato qualcuno tanto coraggioso da ultimare la lettura, mi faccia sapere se c’ha capito qualcosa :-D

 

Buon inizio di settimana.

 

 

Basta, il prossimo post lo faccio sulle farfalle o le foglie.

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Un’attenta commentatrice dalla spiccata sensibilità ha evidenziato come ci sia tristezza in quel che scrivo e come questa tristezza sia specchio dell’emozioni che vivo. Emozioni che mi rendono scontento.

 

Probabilmente ha ragione. Per come interpreto la comunicazione, si hanno sempre più verità di un pensiero: Il mio, il tuo, il suo, il loro.

 

A volte tra la verità originale e quelle surrogate non c’è poi tanta differenza, alcune volte coincidono al millimetro.

 

Se si potesse parlare con se stessi!?
E perché no!!!

 

“Ciao me stesso.
Come va oggi?”

 

“Ciao io esteriore.
Un pò assonato, non ho dormito bene stanotte.”

 

“Oh mi dispiace. Come mai?
Qualcuno ti ha disturbato?”

 

“Fai lo spiritoso!”
Lo sai benissimo come mai.
Tu, mi hai disturbato!!!

 

“Io?”

 

“Sì, sì, tu!”
Non fai altro che lamentarti, chiuderti in te stesso e rimuginare, rimuginare e rimuginare.
Guarda che dentro te stesso, ci sono io.
E sono stanco di sentirti far rumore.

 

“Ma che dici!
Ma se non dico, mai, nulla, sto sempre in silenzio.”

 

“Pensi di stare in silenzio, in realtà fai tanto rumore.
Vuoi degli esempi? Esci con la nostra G. e che fai?
Invece di rilassarti e divertirti, ti guardi attorno, quasi, infastidito, ti muovi, sempre, nervosamente e poi se qualcuno capita ti sorride: che fai? Abbassi la testa e accenni un timido sorriso, per giunta non subito ma dopo aver fatto passare qualche secondo. E poi ci tocca subire le esternazione e i rimproveri di G. che giustamente ti vorrebbe più social che virtual social. Queste so tutte cose che, qui dentro, fanno un sacco di rumore.”

 

“Adesso non esagerare.
Lo sai che siamo riservati, dare confidenza non è facile per noi. Ci serve tempo”

 

“Tempo, tempo, sempre, tempo. E, poi, parla per te. Io la confidenza la darei subito, a me mi frena questo muro interiore, che non posso valicare, se no sai le capriole che farei?
Chi credi ti aiuti quando, capita, sei nel panico e ti viene quella forza, che irrompe travolgendo tutti e tutto? Io sono bello mio.”

 

“Certo!!!
Adesso le cose belle che faccio sono merito tuo.
E quelle brutte solo colpa mia!
Guarda che è, anche, colpa tua se sono un naufrago.”

Colpa tua, colpa mia.
Visto! Ancora a lamentarti.
E che sarà mai?
Sei in gamba, intelligente, sensibile, perché credi G. continui a stare con te. Perché sa quanto valore ha il nostro cuore. Le donne sono risolute e decise, fattelo dire da uno che le capisce - Come no! - mica sono uomini. Se non amato più, non ci pensano due volte a voltare pagina.
Poi sei un animo capace di prendere il nulla e dal nulla creare emozioni e questo acchiappa tanto :-D
Quindi smetti di far rumore, ascolta invece il silenzio e trasformalo in melodia, in melodia del cuore.
Vivi la vita a ritmo di musica e se ogni tanto, capita di prendere una stecca, fa niente.
Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, disse la grande anima, io ti dico, sii il cambiamento che non vuoi essere, sii quello che gli altri non si aspettano, e se vuoi essere, sempre e comunque, te stesso e diamine, sii te stesso con il bene e il male.
Io ci sarò sempre con o senza rumore.”

 

Ecco questo potrebbe essere un dialogo tra me ed io. Non so se è veritiero, se si può esser bugiardi (fino in fondo) anche con noi stessi, son convinto di sì. Ma alla fine è questo quello che nel nostro profondo alterna tempesta a sereno, un conflitto di pensieri subliminali che a volte ci tirano su altre ci buttano giù, così banalmente.

 

Non so che post è, oggi uscito fuori, strano forse, non che io sia, poi tanto, normale :-)

 

Buon fine settimana.

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

Oggi son entrato varie volte, con l’intento di scrivere un pensiero, ma il pensiero non voleva e non vuol sbocciare. E così, ti ritrovi al mattino a scrivere e la sera a cancellare quel che hai scritto.

 

Si scrive, sempre, per un motivo. E la spinta dietro a quel motivo nella maggior parte dei casi è mettersi a nudo.

 

Qui, in verità, suona strana la frase appena scritta, perché nel profondo chi legge non è chi vorresti, ma chi ti capita. Occhi senza voce e volto che sbirciano un angolino esposto della mia anima.

 

Un angolo non segreto, perché non c’è volontà di tener nascosto, niente, al compiacimento, che mi stuzzica la mente.

 

I segreti, quelli veri, non li condivido, al massimo li accenno.

 

Sono le 00:10, non ho scritto nulla e nulla credo, oggi, scriverò. O forse no! Se mi metto d’impegno qualche aforisma si trova sempre. Amore, guerra, arte, musica, i sempre verdi, sono muse che non lasciano senza argomenti nessuno.

 

Che vi devo dire, anche questo fa parte del pacchetto. E se devo esser sincero, va bene così, la notte è perfetta per non dire nulla, per non avere interlocutori o commentatori, niente attese o rincorse.

 

Domani, sarà un nuovo giorno e con esso ci sarà un nuovo post e nuove intenzioni.

 

Ora scrivo solo della notte e nella notte.

 

L’amica di mille tormenti, la placida accompagnatrice di interminabile veglie.

 

A parte la mia amata, l’unica a cui dedicherei una poesia è lei: la notte con il suo disco pallido.

 

Con le sue lunghe attesa a volte nevrotiche a volte

orgasmiche.

 

Con quella prima luce che anticipa il primo sole. L’alba romantica, l’alba artistica.

 

Ecco questo è quanto ho scritto e scriverò in questa notte. Passate oltre perché, oggi, non ho nulla da dire, nulla da chiedere o forse quel che ho da dire è un racconto, che solo il silenzio può narrare.

 

Buona notte.

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

Durante l’intera mia vita, ho spesso dubitato di me stesso. Ancora oggi ci sono momenti che mettono in crisi le mie forze e fan cadere in un cupo grigio ogni visione di colore. C’è, però, un pensiero ancor più angosciante, ed è dubitare degli altri, dell’amore degli altri.

 

Gli altri, ovviamente, non sono tutti. Gli altri (in questo caso) sono i pochi, chi è importante.
Da bambino e poi ragazzo, per inesperienza e incoscienza, quell’incoscienza infantile che rende egoisti, ho dubitato dell’amore dei miei genitori, ma si era bambini, un’età che non da’, ma prende. Da giovani adulti, non si prende più solamente, si da’ anche, e il dare richiede fiducia.

 

Da quando ho l’amore accanto, l’amore che completa, anche di esso ho dubitato.
Quante volte ho pensato, in quei momenti di turbolenza e conflitto: Ma mi ama davvero?
Come può dire o pensare, certe cose se mi ama?

 

Ho imparato che la bocca a volte è: dispettosa, capricciosa, nemica del cuore.

 

Per questo si passa gran parte della vita a cercare il perdono, a dimostrare con gesti di ordinario amore, che siamo parte di un’insieme.

 

Ieri, sono stato d’umore grigio per tutta la giornata, come ho scritto senza sapere il perché o per qual è motivo, una giornata storta alcuni direbbero, capita.

 

Un gesto inaspettato e cercato, può cambiare tutto. La mia compagna, già dal pranzo, come ho scritto, se n’era accorta. Ieri sera, mentre io ero seduto pensieroso, guardando distrattamente la Tv, si avvicina, si siede accanto a me, poggia la testa sulla mia spalla e, semplicemente, mi accarezza tenendomi la mano.

 

L’amore è un piccolo inaspettato gesto, donato quando lo senti lontano.
È bastata quella dolce presenza a spazzare via dal cielo le nuvole grigie, che violentemente tempestavano la mia anima. E anche se il mare sotto il cielo è, sempre, tumultuoso, furioso, oltre l’orizzonte vedo un cielo limpido, che s’illumina ai primi raggi del sole.

 

È il sole è: Lei, è sempre stata lei.

 

Piccoli gesti di ordinario amore. Trovati non nei canti, nella poesia, nella bellezza delle rose o nella passione più morbosa, ma in una testa che dolcemente si poggia su una spalla.

 

 

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