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Profilo BACHECA 231

natodallatempesta0 20 novembre

 

Cosa vi posso raccontare?

 

"Il dolore è nell’aria, 
lo respiro ogni volta
 che il pensiero
 cade su di te,
 avrei voluto
 che le tue braccia
diventassero 
sponde forti dove appoggiarmi
 quando il mio cammino
 si fosse fatto lento.
 Avrei voluto fidarmi
 del tuo domani 
lasciandomi cullare dai ricordi.
Eri il fiore voluto,
 cercato
 ora così lontano
 sfiorito 
da false illusioni
 e danze di fantasmi,
maschere bugiarde
 pronte a ingannare
 il tuo tempo
 e la tua mente. 
E io resto qui… 
con una lama nel cuore
 a guardare il tuo salto nel buio.
Le mie mani 
non riescono a raggiungerti.
Troppe luci
 che ti abbagliano ..
troppo il frastuono
 che hai intorno… 
non puoi sentire
 le mie lacrime… 
perché le lacrime
 non fanno rumore…"

Alda Merini

 

 


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natodallatempesta0 09 novembre

 

Passaggi

 

“E se diventi farfalla
nessuno pensa più
a ciò che è stato
quando strisciavi per terra
e non volevi le ali.”

Alda Merini

 

 

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Quel che ho

 

“Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola. Ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa.”
Khalil Gibran

 

Vedere, un verbo che ho vissuto con emozione, contrastante emozione, in questo ultimo periodo.

Ho già scritto di occhi e vista, in un lontano post: Occhi

 

Sono stato una settimana senza poter vedere, stranamente i pensieri che mi sono affiorati in mente non sono stati quelli che immaginavo.

In questa situazione mi sono accorto di quel che ho, non di quel che mi è stato tolto.

 

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Un saluto a tutte le amiche e amici. È un pò che non entro.

 

In questi giorni, sono stato colpito da un problemino fisico che mi ha impedito di dedicare tempo a questo mio spazio.

 

Nulla di grave solo tanto fastidio. :-) Vi sorrido con affetto.

 

La foto - su - è presa dalla rete ed è ironica, non sono ridotto cosi :-)

 

Ho avuto qualche problemino pure alla vista, ed è questo il reale motivo dell'assenza.

 

Qualche altro giorno di riposo e poi spero di tornare a raccontare i miei pensieri.

 

A presto.

 

 

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Fiammelle

 

“Non verrò. Fate di me ciò che volete. Non verrò. Su! Su! Mettetevi in azione! Andiamo!”
Tatanka Yotanka (Toro Seduto)

 

Alcuni resistono per non cessare di esistere altri semplicemente per vivere o sopravvivere alla quotidianità della vita.

 

Bisogna stare attenti al buio che si ha attorno, al lupo che si nutre, perché può esser facile scivolare in un sonno apatico fatto di pensieri e si sa: Il sonno della ragione genera mostri.

 

Non basta evitare le ombre della vita, a volte impossibili da evitare, attorniarsi di piccole fiammelle è necessario, cercarle indispensabile.

 

La mia fiammella

 

 

Sempre pronta a regalarmi un sorriso.

 

 

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Né vincitori, nè vinti

 

Se la morte fosse un vivere quieto,
un bel lasciarsi andare,
un’acqua purissima e delicata
o deliberazione di un ventre,
io mi sarei già uccisa.
Ma poiché la morte è muraglia,
dolore, ostinazione violenta,
io magicamente resisto.
Che tu mi copra di insulti,
di pedate, di baci, di abbandoni,
che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché
o senza variare di senso
nel largo delle mie ginocchia,
a me non importa perché tu mi fai vivere,
perché mi ripari da quel gorgo
di inaudita dolcezza,
da quel miele tumefatto e impreciso
che è la morte di ogni poeta.
Alda Merini

 

 

 

 

Sempre più riscopro la bellezza del cuore
e la dolce poetica dell'amore.
Lei.
Una creatura che sceglie la catena,
per mostrarmi e insegnarmi che l'amore è:
un'incondizionato donarsi.
Lei.
È più umana del più santo degli uomini.

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In posa

 

Dalle passerelle delle sfilate, al palco di un programma televisivo, fino alle intime stanze di casa racchiuse nello schermo di un piccolo smartphone.

 

 

 

Scatti e selfie che sempre più sono la definizione etimologica del limite che separa la profondità dalla superficialità.

 

 

Sapete cosa colgo da tutto questo?

 

Che l’arte tramanda, la rete consuma.

 

Si sono consumante le parole e con le parole i contenuti, l’istantanea immediatezza delle rete, ha reso istantanei anche i pensieri.

 

Un uomo guarda una donna seduta nella penombra di un sala brulicante di lustrini e reggicalze.
L’osserva con lo sguardo di chi vuole conquistare la vetta più alta. Spavaldo si avvicinata e con la fierezza di chi sa cosa vuole, esclama:

 

SEI, TROPPA!!! SPACCHI!!!!
TI VA SE FACCIAMO QUALCOSA INSIEME?

 

E dire che una volta:

 

CIRANO:
Lasciatemi coglier questo pretesto dell’occasione che qui ci offre il potersi parlare sì dolcemente, così.

ROSSANA:
Senza vedersi?

CIRANO:
Ma sì, è incantevole, ci indoviniamo appena. Voi sentite un mantello che del nero si svena, io intravedo un biancore di veste che vapòra. Io non sono che un’ombra, voi l’eco di un’aurora. E immagino di non avervi mai parlato avanti…

ROSSANA:
È vero, i vostri toni erano meno stimolanti.

CIRANO:
Sì, perché nel buio che mi va proteggendo io oso essere me stesso e oso… Stavo dicendo? Ah, non so, è così tutto… scusate l’emozione… così delizioso, così nuova occasione.

ROSSANA:
Così nuova?

CIRANO:
Sì, d’essere sincero. La paura di essere dileggiato contro di me congiura.

ROSSANA:
Dileggiato?

CIRANO:
Ma… per uno slancio. Sì, il mio cuore del mio spirito sempre si veste per pudore. Ah, lo spirito è inutile in amore! È da canaglia prolungare in amore l’inutile battaglia. Il momento poi viene, senza un ripensamento, e rimpiango coloro a cui non tocca un tal momento, quando sentiamo in noi che un amore nobile esiste e che anche un lieve cenno lo può rendere triste.

ROSSANA:
Sì, il momento è questo e ci offre ora il suo frutto.
Che cosa mi direte?

CIRANO:
Ma tutto, tutto, tutto, così come sarà darò ciuffo per ciuffo senza farvene un fascio. Vi amo, e mi ci tuffo, t’amo! Son pazzo, non ne posso più, è troppo! Ed il tuo nome in gola è un nodo, un cappio, un groppo. Di te io mi ricordo ogni fatto, tutto ho amato. Io so che un giorno, il dodici maggio l’anno passato, cambiasti, per uscire al mattin, pettinatura. Fu come un nuovo sole, la tua capigliatura. Ti è chiaro allora adesso? Infin lo vuoi capire? Senti l’anima mia nell’oscurità salire? Oh, è vero che stasera c’è un sogno intorno a noi. Io che vi dico questo, voi mi ascoltate, voi. Be’, è troppo. Nella speranza più modesta mai ho sperato tanto. Per questo non mi resta null’altro che morire. È per i miei sussurri ch’ella trema furtiva lassù, tra i rami azzurri? Scende il tremor bramato dalla tua mano insino all’ultimo dei fili di questo gelsomino.

ROSSANA:
Sì, io tremo, e io piango, e cedo alla tua corte, tu mi hai inebriata.

CIRANO:
Allor venga la morte… Quell’ebbrezza, è la mia, che ha espugnato la rocca. Io non domando altro che chiedervi…

CRISTIANO:
la bocca!

ROSSANA:
Eh? Cosa? Voi chiedete…?

CIRANO:
Sì, io… vai troppo in fretta!

CRISTIANO:
Visto che è tanto scossa, e diamoci una stretta!

CIRANO:
Sì, io ho chiesto, è vero… ma santo cielo!… però quello che dico non è sempre vangelo.
Il bacio… no!… fa niente, la richiesta è precoce.

CRISTIANO:
Perché?

CIRANO:
Crepa, Cristiano!

ROSSANA:
Che dite a bassa voce?

CIRANO:
Sono andato lontano, e non ho un’attenuante.
Io mi dicevo: “Taci Cristiano, un istante!”

CRISTIANO:
Ottienimi quel bacio!

CIRANO:
Aspetta!

ROSSANA:
Sono sola?

CIRANO:
Parlavamo di un bacio…

ROSSANA:
No…

CIRANO:
Sì, è dolce la parola.

ROSSANA:
Tacete.

CIRANO:
Un bacio… ma cos’è, così d’un tratto? Un giuramento reso tra sé e sé, un patto più stretto… È come un traguardo che insieme è un avvio, un punto rosa acceso sulla “i” di “amore mio”, un bisbiglìo alle labbra perché l’orecchio intenda, il brivido del miele di un’ape che sfaccenda, una comunione presa al petalo di un fiore, un modo lungo e lieve di respirarsi il cuore e di gustarsi in bocca l’anima poco a poco.

ROSSANA:
Tacetevi, vi prego.

CIRANO:
Sì, taccio o vado a fuoco!

 

Avete letto? Avete concesso alla vostra mente e alla vostra bocca il dono di pronunciare questo scambio di parole che sono eccitazione e spaventosa passione?
Perché oggi tutto quello che avete letto, si esprime con un singolo e unico carattere:

1

Simpatico certo, ma povero. Quanto è povero.

Povero come chi non conosce la differenza tra passione e depravazione, tra sesso e stupro.

 

Il mio primo trafugamento di madre
avvenne in una notte d’estate
quando un pazzo mi prese
mi adagiò sopra l’erba
e mi fece concepire un figlio.

O mai la luna gridò così tanto
contro le stelle offese,
e mai gridarono tanto i miei visceri,

né il Signore volse mai il capo all’indietro,

come in quell’istante preciso

vedendo la mia verginità di madre
offesa dentro a un ludibrio.

Il mio primo trafugamento di donna

avvenne in un angolo oscuro
sotto il calore impetuoso del sesso,

ma nacque una bimba gentile

con un sorriso dolcissimo
e tutto fu perdonato.

Ma io non perdonerò mai
e quel bimbo mi fu tolto dal grembo

e affidato a mani più « sante »,
ma fui io ad essere oltraggiata,
io che salii sopra i cieli

per avere concepito una genesi.
Alda Merini.

 

Non è la prima volta che scrivo di questo. Perché questo accade spesso. E spesso alla domanda:
Sai cos’è successo ieri? rispondo.
Un’altra donna è stata stuprata.

 

Alle donne che lottano.

 

 

Nobel per la pace 2023

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Le 8:00 la campanella suona

 

“Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte.”
William Shakespeare

 

 

Mi sono ritrovato da solo,
io e la notte.
Ho raccontato alla notte di me.
Lei non ha risposto.
Mi sono ritrovato da solo,
io e le stelle.
Ho raccontato alle stelle di me.
Loro non hanno risposto.
Mi sono ritrovato da solo,
io e la vita.
Ho raccontato alla vita di me.
Lei ha sorriso e mi ha riposto.

Natodallatempesta0

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Essere o non essere

 

Vivo nelle pieghe della sconfitta, perché nella sconfitta guardo in faccia il vero coraggio, la vera resistenza.
Così vivo anche nella menzogna, perché nella menzogna posso guadare in faccia la verità, quella che si nasconde e si protegge, quella che porta veleggiando il definire se stessi, all’essere se stessi.

 

Il sorriso e la verità non si devono negare, neanche a se stessi.

 

 

 

Mi sono ritrovato da solo,
io e il mare.
Ho raccontato al mare di me.
Lui non ha risposto.
Mi sono ritrovato da solo,
io e il sole.
Ho raccontato al sole di me.
Lui non ha risposto.
Mi sono ritrovato da solo,
io e la vita.
Ho raccontato alla vita di me.
Lei ha sorriso e mi ha riposto.

Natodallatempesta0

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