****Eccomi di nuovo quì,
dove lo spazio e il tempo non
trova dimora.
Di certo non è casualità.
Ma una sorta di dipendenza
a questo mondo così remoto:
dove le distanze non hanno
limite e compromesso, ma un
ruolo indipendente alla nostra
reale volontà.
Quella volontà che viene a
mancare, di fronte alla magia
del tempo che diventa,
inesorabilmente, una remota
speranza, alla vita come la
conosciamo.
Quel tempo che non
lascia spazio alle indecisioni,
alle aspettative deposte:
come i ciottoli si depongono
sul letto del fiume.
Quel tempo avaro che
non si lascia impietosire,
dalla remota solitudine:
distaccandoci da quella
realtà, da ogni relazione
con il presente.
E tutto ciò, che è racchiuso
nella logica di conservazione:
*Sono Io.
Sono sempre Io,
la custode, il Silente che osa
magia con le lettere e, se ne
appropria -
*Come la musica che
ben si appropria
alle parole*
L'impegno continuo, è difficile
anche per le più volenterose.
Essere custode di qualcosa che
ci appartiene: nella sua totalità,
e interezza -è come nutrire un
piccolo essere, e il suo rigurgito.
*Sono i miei occhi, i custodi
di questo spazio - tempo.
*Sono questi occhi, che
raccontano di me.
Rita
La libreria*
Sono i miei libri
le parole
che di notte sussurrano
da sole, ebbre
vagano su un’aria delicata,
di carta,
fruscio di versi,
frastuono del vocabolario.
Se anche bruciano
i personaggi dei romanzi,
restano le reti delle mani
che si tendono,
verso uno studiato mondo-
che ora, senza orizzonte trema
percorsi di silenzi, battiti.
Non sono madre
né padre, ma un elenco
di legno e vuoto -
che sorregge numerata prole
nel guscio di noce,
di un pensiero solo.
Organino che suona notturni,
nel colloquio
di silenzi.
di C. L. Candiani –💌