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sefossiIpazia 18 maggio


Gli indiani  uccisi, massacrati, perseguitati e trucidati senza pietà, un olocausto senza precedenti, si parla di cento milioni di esseri umani, non hanno mai avuto voce in capitolo, né hanno mai avuto risarcimenti,  e oggi sono  relegati in “riserve” come se fossero un popolo  senza storia, né cultura e vivono problematiche legate alla povertà, alcolismo, malattie senza cure, scarsa scolarizzazione.
Qui un pezzo di saggezza e poesia  che sottolinea la grandezza di questi popoli.

"Non avvicinarti alla mia tomba piangendo. Non ci sono. Non dormo lì. Io sono come mille venti che soffiano. Io sono come un diamante nella neve, splendente. Io sono la luce del sole sul grano dorato. Io sono la pioggia gentile attesa in autunno. Quando ti svegli la mattina tranquilla, sono il canto di uno stormo di uccelli. Io sono anche le stelle che brillano, mentre la notte cade sulla tua finestra. Perciò non avvicinarti alla mia tomba piangendo. Non ci sono. Io sono nel tutto condiviso".
Canto Navajo.

 

 

De André non narra dei Navajo, ma  dell’oscenità di un massacro  senza precedenti  avvenuto lungo il fiume  Sand Creek, ma il senso non cambia.

 

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sefossiIpazia 29 aprile

 

Guerra, violenza, odio, ci sentiamo accerchiati  dalle brutture di  un mondo che non riconosciamo più, ma come disse la grande, la grandissima Szymborska.....

 

Vermeer

Finché quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.

 

 

 

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E adesso lasciami andare,
fai che i miei piedi si feriscano
su sentieri  impervi, pietrosi.
Non amo le strade larghe, aperte.
Lasciami andare e il volo,
pur tra burrasche e venti contrari,
troverà il suo luogo, il suo riparo,
ma devo andare, andare,
sola in un viaggio di cui non so la fine,
nè l’approdo.
Lasciami andare, sollevami
da pesi ingombranti,
da queste zavorre di dolore,
fai che io ritorni al mio disordine,
alla mia libertà.

 

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La mia anima chiusa in un guscio,
si dibatte,  si ferisce,
ma lì resta e non sfocia
 perché il contenitore
non ha crepe e  non  si svuota,   trattiene,
 ma lei non resiste al richiamo del volo,
e, pur ferita e  dolorante,
fugge, e vola.
 Anche il dolore può essere appagante,
ti dice che sei viva,
che provi, che senti,
ti basta un mandorlo in fiore
e la luce di un   crepuscolo
perché un rivolo di gioia
ti scenda giù dal petto, fino al ventre,
e tutto riparte, tutto si spiega
 e si piega al desiderio,
e lì,
 si vince.

 

 

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"l’assenza è, per colui che ama, la più sicura, la più efficace, la più viva, la più indistruttibile, la più fedele delle presenze."

 

Grande Proust,

profondissimo conoscitore dell'animo umano che, nessuno come lui, ha saputo sondare e  svelare, e nessuno come lui  è riuscito a  frugare nei più reconditi  e tortuosi meandri della mente.

 

Veduta di delft, di Jan Vermeer, quadro di fronte a cui Proust fa dire allo scrittore  Bergotte "E’ così che avrei dovuto scrivere, pensava. I miei ultimi libri sono troppo secchi, avrei dovuto stendere più strati di colore, rendere la mia frase preziosa in sé, come quel piccolo lembo di muro giallo”.

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Non sono mai stata per le  verità assolute,  parto dal principio che nessuno abbia  la verità in tasca, né certezze “certe”, il dubbio è un dovere, farsi sempre delle domande e naturalmente  tentare di darsi delle risposte credo sia doveroso  e credo di avere un’altra sana abitudine, so ascoltare, ascolto l’altro e mi capita, non spessissimo, ma a volte sì, di modificare le mie convinzioni, di ammettere a me stessa che mi sbagliavo, ma non mi crea un sentimento frustrante, anzi, mi rigenera.  
 Il termine rispetto è molto più forte e pure scomodo e complesso di quanto si creda normalmente, è forse anche un termine abusato e l’abuso ne minimizza la portata, ma nel termine Rispetto ci sta tutto, se venisse attuato sempre e comunque l’umanità sarebbe altra cosa. Banalità direbbero molti, eppure il termine evoca, in me  naturalmente, un forte senso di responsabilità, certamente anche io come tanti sono venuta meno, a volte inconsapevolmente,  a quello che considero un valore inalienabile, ma tendere ad esso con caparbietà credo sia  già un grande passo.

 

 

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A volte si equivoca,  si sceglie qualcuno,
qualcosa, un’attrazione,  un’amicizia,
e si commette un errore,
 gli errori si pagano, ma servono.
Ti fermi davanti allo specchio,
alla tua immagine,
ti è nemica
 e hai voglia di disintegrarlo.
Chissà che gli errori, i desideri sbagliati

i sogni che si fanno incubi
non svaniscano all’istante e si frantumino
assieme ai sogni sognati.
Ma poi ti guardi intorno,  
accarezzi i tuoi libri,
la tua vecchia poltrona,
così lisa,  carica di ricordi,
quella volta che lui…e sorridi…
Ascolti la musica….
un giro di danza,  con gli occhi chiusi…
non c’è errore irreparabile,
niente che non si possa
rimediare e  in fretta.
Ci sarà un’altra attrazione,
 altre  amicizie….
Ora mi basta la  pioggia,
che lava, pulisce, disseta.

 

 

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2 novembre, 2023

 

Un pò di leggerezza, una bella risata....😂

 

 

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25 ottobre, 2023

 

Quell’improvviso abbraccio,
mi ha fatto male, già sapevo.
La tua tazza è lì, solito posto,
sulla mensola, accanto alla tua foto.
La tua assenza è un rovo,
mi ci dibatto dentro, spine senza rose.
Parole dure contro te, per ferirti, e
quell'ombra scura di dolore sul tuo viso.
Tramonto rosa dietro ai vetri,
nuvole sfilacciate, il primo canto
di uccelli marini,.
T’avessi pregato, saresti ancora qui?

 

 

 

 

Renè Magritte

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15 ottobre

 

 

Sii tu la mia dolcezza,
incontenibile,
rivestila dei colori che vuoi,

sfiorala, soppesala,
che ti ritorni indietro
e danzi con i colori
di un insolito arcobaleno,
invadimi come miele, ambrosia
e musica,
rimargina le mie ferite,
che il mio petto sussulti,
e il corpo, tutto, interamente.

 

 

 

 

 

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