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sergioemmeuno

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ultimo accesso: 11 novembre

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sergioemmeuno 11 novembre

 

Ho sempre soffferto, lungo il cammino, negli anfratti della mia mente. Da sempre, da tempi immemori, devo lottare con i demoni nella mia testa.

Demoni che si chiamano insicurezza, insicurezza, insicurezza; aggiungerei anche frequenti sbalzi umorali. E rapporti non facili con gli altri. Tant'è che i miei, da adolescente, mi spedirono da una psicologa che mi consigliò di iscrivermi a un gruppo scout. Così entrai nel giro dei fazzolettoni e mai scelta fu azzeccata: feci nuovi amicizie, seppure non subito il primo anno, bensì il secondo, e imparai cos'è la convivenza: indimenticabili i fine settimana nei boschi limitrofi alla mia cittadina natale, ridente località tirrenica, ma anche e soprattutto le settimane dei quattro campeggi estivi. 

 

E proprio in uno dei campeggi estivi fra Toscana e Umbria (non ricordo i luoghi), feci un frontale col primo amore. Devastante. Lei era paffuta, carattere mite, indubbiamente un po' timida e dall'aria un po' più matura della sua età, occhi verde acqua, e, udite udite, bei seni sferici e consistenti (alla vista). Il suo nome iniziava con la prima lettera dell'alfabeto. Venni a sapere, poi, che era seriamente fidanzata con un ragazzo che aveva il mio stesso nome.

Ebbene, c'era uno strumento, a quei tempi, chiamato il "Deserto". Si venivano sorteggiate le coppie, senza distinzione di genere, che si sarebbero allontanate dal gruppo e avrebbero passato un'oretta insieme verosimilmente parlando: io fui sorteggiato con A. Qualcuno aveva dubbi?

Una cosa accade sempre, questo è un assioma, e dopo, a posteriori, diamo le nostre legittime interpretazioni.

Dicevamo del Deserto. Passammo un'ora piacevole, io e A. Parlammo del più e del meno, ricordo che lei aveva lo sguardo elusivo. Le chiesi se fossi brutto e lei mi rispose tranquillamente di no.

 

Poi cosa successe, in tarda serata iniziammo la rinomata route notturna. In definitiva marciammo l'intera notte con gli zaini sulle spalle, per raggiungere il punto prefissato, sino ad ammirare le primi luci delll'alba incombente. La notte dopo successe un qualcosa di molto strano. C'è da dire che ho sempre avuto un udito molto sviluppato. Nella notte, dentro i sacchi a pelo, ognuno nella propria tenda, iniziai a sentire i singhiozzi di una ragazza:  la compagna di tenda la chiamava cercando evidentemente di consolarla. Il giorno dopo le domandai a bruciapelo il perché avesse pianto: con sguardò elusivo negò.

 

A voltarmi indietro, spesso, provo le vertigini. Un ginepraio di ricordi. Dai primi acerbissimi impulsi sessuali verso una mia "parente matura" (***) a quell'estate maledetta dell'81 in cui scoprì con tanto di certificazione che mia madre era una donna terriibilmente fragile. Non a caso, da lì a poco, ci trasferimmo tutti a vivere dai miei nonni materni. Ho avuto una nonna a dir poco straordinaria, una femminista antelitteram, che non abbassava il capo al cospetto di nessuno! Generosa, superattiva e - bisogna accettare il pacchetto completo - non poco malignetta verso il prossimo. Mia madre avrebbe vissuto sotto la sua ombra per quattro decadi... 

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sergioemmeuno 03 novembre

Si diventa migliori,

quando ci si libera di questa 

fumosa

insulsa 

idea

di voler dimostrare,

di voler essere considerati i migliori.

 

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2
sergioemmeuno più di un mese fa

                               L'Everest, la madre di tutte le difficoltà:

 

                                     accettare le scelte di un figlio.

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sergioemmeuno 26 settembre

Dopo anni, nella sua mente si aprivano spoglie e sterminate lande di consapevolezza... rotte di tanto in tanto da isole di amarezza

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sergioemmeuno più di un mese fa

Stato il 27 sera alla celebrazione di Weeknd a Milano... mammamia , è stato più di un concerto!

Oltre la superba scenografia postapocalittica, con dietro la skyline di noti grattacieli in rovina, e il grande androide-donna di Sorayama e la grande luna sulle nostre teste, ha sparato decine di hit senza fermarsi mai... una voce suadente, magnetica, insinuante.

 

Ho visto giovani in trance, qualcuno anche in lacrime...

Molto ambizioso e talentuoso, con un vago sapore retrò anni '80...

 

 

 

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7
sergioemmeuno più di un mese fa

È bello essere perdenti, ogni tanto. 

È un esercizio di umiltà, per ripeterci che non siamo infallibili e che nel bene o nel male siamo in funzione delle "condizioni" che ci si presentano davanti: all'improvviso, o da sempre, condizioni come le vestigia di civiltà stratificate nel terreno nei secoli dei secoli amen. 

 

È bello essere perdenti, perché cosí ci abituiamo a non avere la pappa sempre bella e pronta. Miseri coloro che hanno la strada sempre spianata: quando arriveranno momenti duri, rischieranno di fare il botto vero. 

 

È bello essere perdenti, ma non deve essere un alibi, cribbio! 

Del resto la Natura ce lo sussurra da cicli e cicli: chi più dell'Uomo ha dimestichezza con l'imperfezione? Siamo sempre andati contro le pressioni evolutive: miglior linguaggio col rischio di soffocarci; cervello più grande senza che ce ne fosse necessità; capelli come intralcio nelle selve; parti più difficoltosi; infanzia prolungata e bisognosa di cure materne... geni "saltarelli" nel nostro corredo cromosomico...... 

Eppure eccoci qua (certo, non sappiamo fino a quando) 

 

 

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8
sergioemmeuno più di un mese fa

Si dimenticano, mi dissero un giorno, i dolori per amore (nel senso classico). 

Non ne fui toccato mai, in modo serio, intendo. Avevo avuto una sfortuna sfacciata. 

Perché mai sarei dovuto essere un privilegiato? E così venne per me, in punta di piedi, il lancinante dolore per amore verso una figlia... Il balordo contrappasso delle fortune passate. 

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9
sergioemmeuno più di un mese fa

Qualche anno fa - benedetta fantasia - mi abbandonavo a lascivi filamentosi inverosimili flussi del pensiero: mi immaginavo dentro di vivere situazioni aspre, molto difficili, in tempi in cui, c'è da dire, le cose mi andavano tutte ma proprio tutto bene. 

 

Oggi posso essere grato a quei momenti grotteschi, tipo quando in un garage accantoni le cianfrusaglie, tipo i nostri geni di backup che sono lì, inutili, ma potranno tornare utili in un futuro imprecisato. 

Oggi quei momenti per me sono come una minestra di patate in tempi di magra. 

Oggi che è stato un agosto terribile (mi piace questa frase sgrammaticata, rende... sarebbe: "Oggi che posso dire di aver vissuto un agosto terribile")

Genitori anziani in peggioramento, con maggior parte del peso sulle mie spalle, "signora mia". 

Poi il secondo knock out: un mio caro ha deciso di resettare la propria vita, il filo di Wazzup come prevalente cordone di comunicacion, "signora mia". 

 

​​​​​​Quindi, per quanto si vive alla giornata, sono un pochino allenato, grazie a quelle insensate rappresentazioni. 

Possiamo leggere e studiare quanto ci pare. Possiamo rappresentare in modo virtuoso con penna o tastiera i nostri pensieri, lirici, seducenti (verso gli altri), ma parliamo pur sempre di vanitose rappresentazioni di rappresentazioni. Così come le poesie. 

Molto più utile applicare dinamiche collaudate dentro di noi, per sopravvivere alla tempesta. 

Essere operai della e nella vita. La più grande e nobile ambizione. 

​​​​

Ecco, oltre agli allenamenti bizzarri del passato, non virtuosi ed eleganti ma rudimentali e comunque strumentali, ogni tanto ricorro alla a me tanto cara metafora della vita come su un campo di tennis.

Ecco, come si comporterebbero i due semidei dello sport, Novak e Rafa, in questi momenti? 

Resisterebbero, sicuro, remando da fondocampo, facendo da incudine sotto le martellate dell'avversario invasato. 

Per poi uscirne fuori, zozzi di fango, dalla melma marcescente, nell'epilogo elettrico di un glorioso quinto set. 

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sergioemmeuno più di un mese fa

Quando la musica è bella, poco importa il genere. Erano anni magici gli anni '70, sarà perché eravamo piccoli (ma anche per i vecchietti di oggi), sarà perché il Passato in qualche modo vince sempre o quasi, potendo riecheggiare sulle note della nostalgia. Tant' è... oggi mi torna in mente questo brano eterno 

 

 

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sergioemmeuno più di un mese fa

                            La Madre di tutte le religioni e di tutti... gli atei, sacra e profana.

                                                       Nostra Signora degli uomini

 

 

 

 

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