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sergioemmeuno

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sergioemmeuno più di un mese fa

Dopo anni, nella sua mente si aprivano spoglie e sterminate lande di consapevolezza... rotte di tanto in tanto da isole di amarezza

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sergioemmeuno più di un mese fa

Stato il 27 sera alla celebrazione di Weeknd a Milano... mammamia , è stato più di un concerto!

Oltre la superba scenografia postapocalittica, con dietro la skyline di noti grattacieli in rovina, e il grande androide-donna di Sorayama e la grande luna sulle nostre teste, ha sparato decine di hit senza fermarsi mai... una voce suadente, magnetica, insinuante.

 

Ho visto giovani in trance, qualcuno anche in lacrime...

Molto ambizioso e talentuoso, con un vago sapore retrò anni '80...

 

 

 

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sergioemmeuno più di un mese fa

È bello essere perdenti, ogni tanto. 

È un esercizio di umiltà, per ripeterci che non siamo infallibili e che nel bene o nel male siamo in funzione delle "condizioni" che ci si presentano davanti: all'improvviso, o da sempre, condizioni come le vestigia di civiltà stratificate nel terreno nei secoli dei secoli amen. 

 

È bello essere perdenti, perché cosí ci abituiamo a non avere la pappa sempre bella e pronta. Miseri coloro che hanno la strada sempre spianata: quando arriveranno momenti duri, rischieranno di fare il botto vero. 

 

È bello essere perdenti, ma non deve essere un alibi, cribbio! 

Del resto la Natura ce lo sussurra da cicli e cicli: chi più dell'Uomo ha dimestichezza con l'imperfezione? Siamo sempre andati contro le pressioni evolutive: miglior linguaggio col rischio di soffocarci; cervello più grande senza che ce ne fosse necessità; capelli come intralcio nelle selve; parti più difficoltosi; infanzia prolungata e bisognosa di cure materne... geni "saltarelli" nel nostro corredo cromosomico...... 

Eppure eccoci qua (certo, non sappiamo fino a quando) 

 

 

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sergioemmeuno più di un mese fa

Si dimenticano, mi dissero un giorno, i dolori per amore (nel senso classico). 

Non ne fui toccato mai, in modo serio, intendo. Avevo avuto una sfortuna sfacciata. 

Perché mai sarei dovuto essere un privilegiato? E così venne per me, in punta di piedi, il lancinante dolore per amore verso una figlia... Il balordo contrappasso delle fortune passate. 

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sergioemmeuno più di un mese fa

Qualche anno fa - benedetta fantasia - mi abbandonavo a lascivi filamentosi inverosimili flussi del pensiero: mi immaginavo dentro di vivere situazioni aspre, molto difficili, in tempi in cui, c'è da dire, le cose mi andavano tutte ma proprio tutto bene. 

 

Oggi posso essere grato a quei momenti grotteschi, tipo quando in un garage accantoni le cianfrusaglie, tipo i nostri geni di backup che sono lì, inutili, ma potranno tornare utili in un futuro imprecisato. 

Oggi quei momenti per me sono come una minestra di patate in tempi di magra. 

Oggi che è stato un agosto terribile (mi piace questa frase sgrammaticata, rende... sarebbe: "Oggi che posso dire di aver vissuto un agosto terribile")

Genitori anziani in peggioramento, con maggior parte del peso sulle mie spalle, "signora mia". 

Poi il secondo knock out: un mio caro ha deciso di resettare la propria vita, il filo di Wazzup come prevalente cordone di comunicacion, "signora mia". 

 

​​​​​​Quindi, per quanto si vive alla giornata, sono un pochino allenato, grazie a quelle insensate rappresentazioni. 

Possiamo leggere e studiare quanto ci pare. Possiamo rappresentare in modo virtuoso con penna o tastiera i nostri pensieri, lirici, seducenti (verso gli altri), ma parliamo pur sempre di vanitose rappresentazioni di rappresentazioni. Così come le poesie. 

Molto più utile applicare dinamiche collaudate dentro di noi, per sopravvivere alla tempesta. 

Essere operai della e nella vita. La più grande e nobile ambizione. 

​​​​

Ecco, oltre agli allenamenti bizzarri del passato, non virtuosi ed eleganti ma rudimentali e comunque strumentali, ogni tanto ricorro alla a me tanto cara metafora della vita come su un campo di tennis.

Ecco, come si comporterebbero i due semidei dello sport, Novak e Rafa, in questi momenti? 

Resisterebbero, sicuro, remando da fondocampo, facendo da incudine sotto le martellate dell'avversario invasato. 

Per poi uscirne fuori, zozzi di fango, dalla melma marcescente, nell'epilogo elettrico di un glorioso quinto set. 

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sergioemmeuno più di un mese fa

Quando la musica è bella, poco importa il genere. Erano anni magici gli anni '70, sarà perché eravamo piccoli (ma anche per i vecchietti di oggi), sarà perché il Passato in qualche modo vince sempre o quasi, potendo riecheggiare sulle note della nostalgia. Tant' è... oggi mi torna in mente questo brano eterno 

 

 

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sergioemmeuno più di un mese fa

                            La Madre di tutte le religioni e di tutti... gli atei, sacra e profana.

                                                       Nostra Signora degli uomini

 

 

 

 

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sergioemmeuno più di un mese fa

 

 

 

Fra tutti gli argomenti più intriganti, indubbiamente la questione dell'evoluzione del sapiens sapiens è in primissima fila. 

È enorme, infatti, il buco e l'imbarazzo della Scienza nello spiegare a come si è arrivati al primo genere Homo - l'habilis - circa 2.400.000 anni fa. L'altro ieri. E da lì lungo tutta la linea successiva del genere Homo, sino ai giorni nostri. Le incongruenze e le cose che non tornano sono troppe ormai: lo disse lo stesso Wallace, l'ideatore che contribuì - assieme al più famoso Darwin - alla teoria dell'Evoluzione della specie. Era un vero e proprio gentiluomo, tant'è che lasciò a Charles il merito maggiore della teoria. 

In una lettera al suo collega, non a caso, disse chiaramente che l'essere umano sfuggiva a ogni regola e criterio validi per la loro teoria: insomma, l'Uomo era un'eccezione o errore della Natura. 

 

​​​​​​Ora io mi chiedo: ma se l'Uomo non è un animale in quanto sfugge alla legge dell'evoluzione, cosa caspita è? 

C'è un biologo in questi ultimi anni, Pietro Buffa, con un buon seguito di pubblico ma non ancora abbastanza considerato nell'ambito scientifico (non c'è da meravigliarsi) che ha maturato una particolarissima bizzarra idea, prendendo spunto anche dagli scienziati del passato di rilievo. 

In estrema sintesi>>>

- Sostiene che l'incremento esponenziale cerebrale degli ominidi è anomalo. Rispetto ai 450 cc di un Australopiteco si è arrivati ai 1400-1500 cc del Neanderthal e del sap. sapiens. E siccome ormai è assodato che la Natura calibra gli organismi in base alle necessità del momento, e considerando che fino a 40.000 di anni fa l'uomo faceva più o meno ciò che faceva prima (siamo comparsi circa 200.000 anni fa), questo incremento sproporzionato dall'habilis in poi non avrebbe senso: la Natura ha sempre i suoi scopi ma qua non si vedono... 

- L'Uomo è l'unica specie che anche crescendo mantiene le caratteristiche fisiologiche e morfologiche del periodo fetale: ossia è un animale "neotetico". 

- A differenza delle scimmie a noi vicine, con lo sviluppo del cranio e la stessa diminuzione del canale del parto (dovuto al restringimento del bacino per la posizione eretta), la nostra specie è andata contronatura, rendendo ogni nascita molto più rischiosa. 

- Interessante poi, dall'Australopiteco all'habilis, un cambiamento dell'assetto cromosomico: si è passati da 48 ai 46 tuttora presenti. Nella realtà, i due cromosomi mancanti non sono scomparsi, bensì si sono fusi ad altri due, la cosiddetta "traslocazione robertsoniana", che è frequentissima nel corredo cromosomico degli animali che abbiamo nei millenni addomesticato: conigli, galline, maiali, cavalli, mucche. Seppure non intervenendo direttamente sui cromosomi, nel corso dei millenni, l'uomo ha "guidato" l'evoluzione di questi animali, con l'intento di modificarne comportamento e caratteristiche per le sue esigenze.

Come non pensare ai cani discendenti dai lupi selvatici... ancor più complessa la ciccina che cuociamo nei barbecue o ai ferri o nei fast-food o come caxxo vi pare: le mucche variano come cromosomi anche in base alle aree geografiche.

 

Ora, eccoci in dirittura di arrivo: secondo Buffa, i continui cambiamenti morfologici, la socievolezza e la specifica traslocazione robertsoniana stanno a indicare una vera e propria domesticazione dell'Uomo... ebbene, da parte di chi?

​​​​​​Si consideri che esistono specie che sono rimaste geneticamente pressoché immutate per milioni di anni. Noi no. 

Ricollegandosi al filone arcinoto dei paleoastronauti - come non citare Van Daniken e ancora prima Colosimo -, tutti gli ominidi sul loro cammino sarebbero il frutto di precisi interventi di una civiltà superiore, una civiltà ovviamente esterna................. 

Del resto, dai primi reperti preistorici ai sumeri, agli egizi, all'India antica e ai popoli di tutta la terra, le tracce nelle opere d'arte e nei testi religiosi delle divinità e di figure non umane sono numerose e hanno moltissimi e inspiegabili punti di contatto anche fra civiltà lontane fra loro.

Vedremo cosà ci riserverà il futuro, sperando che sempre più scienziati siano audaci e abbiano il coraggio di dire chiaramente ciò che pensano, intaccando il pensiero scientifico dominante.

Gli indizi sono molti, certo, fornire le prove è tutt'altra cosa. Prove convincenti che, a onor del vero, non sono state fornite nemmeno dalla tanto decantata Scienza ufficiale.

Per quel che mi riguarda, il confronto fra i due schieramenti è ancora sullo 0 - 0. 

Sarebbe curioso se alla fine della fiera avesse ragione Alan Sorrenti: "Noi siamo figli delle stelle". 

Buona domenica! 

🤗

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sergioemmeuno più di un mese fa

Ho in ballo in questi mesi tre concorsi di poesia nazionali: ci si prova. All'arma bianca. Nervi e cuore e coltelli...... 

Scettico. Sfilacciato. Provato. 

Mi rimetterò al giudizio di critici di alto livello. Non è da trascurare ehe il peso politico degli editori. 

Aspettative non voglio farmene, innegabile però che l'adrenalina c'è e frigge come i fili dei pali dell'alta tensione nei giorni più umidi. 

Male che vada ci avrò provato, io che lavoro in un contesto opposto a quello umanistico... ossia tecnologico. Vero pure che siamo ormai in un'epoca di contaminazioni. 

"Se non adesso quando". 

Ci sono crocevie, spartiacque, crinali in cui si può raccogliere il frutto di un trentennio di creazioni; il frutto di anni di pulsioni, lacerazioni, nevrosi (questa è la Natura).

Sono treni che passano. 

Un pò come Wimbledon quest'anno, dove, un australiano talentuoso ma matto come un cavallo e troppo amante della vita e delle serate mondane, è arrivato per la prima volta in una semifinale e finale di uno slam. A 27 anni. Prometteva molto, ma è stato penalizzato dalla sua incostanza: domenica però potrà andare in paradiso vincendo il torneo per eccellenza del pianeta tennis. 

​​​​​

Ne parlo oggi di questi concorsi, perchè parlarne dopo sarebbe fin troppo facile (in caso di esiti positivi). 

Se si arriva a una serata di ballo, bisogna ballare, nel bene o nel male. 

 

Ora devo finire le faccende domestiche. 

Un salutone a todos.

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sergioemmeuno più di un mese fa

La cattedrale

 

Nulla

ti porta a danzare

all'estremo

come quando si è soli con se stessi. 

 

Un silenzio incessante,

imponente, 

che è musica. 

All'interno di una cattedrale, 

la propria.

O stai bene stai male. 

 

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