Cosa posso presumere dalla mia vita se non che sarà ciò che non presumo,ciò che non desidero, ciò che mi succede dal di fuori e perfino sttraverso la mia volontà che spesso non è la mia volontà?
Sono acqua che cade da una fontana triste.
Cosa posso presumere dalla mia vita se non che sarà ciò che non presumo,ciò che non desidero, ciò che mi succede dal di fuori e perfino sttraverso la mia volontà che spesso non è la mia volontà?
Sono acqua che cade da una fontana triste.
Posso abbandonarmi alla vita...posso dormire,posso altresì ignorarmi.
Ed attraverso il vergine sonno che mi oscura i pensieri come una sbornia innocente, l'anima si illumina di cose....di passi dei passanti
di anime turbate....di vite complesse....
A modo mio senza sonno nè riposo, dormo questa vita frivola. Sotto le mie palpebre si libra come la spuma di un mare sporco,il riflesso lontano dei lampioni muti delle strade. Dormo e "sdormo".
Sento cadere il vento..il cuore...il fisico...la memoria.
Respiro sospirando e il mio respiro non ha luogo.
Mi scindo,stanco ed inquieto,e giungo a sfiorare con la sensazione del corpo una conoscenza metafisica del mistero delle cose. la mia anima diventa molle,immagini vaghe..cromatismo poetico casuale.
Tutto è ombra e polvere agitata e non c'è altra voce se non il rumore di ciò che il vento innalza e trascina,nè altro silenzio se non quello di ciò che il vento lascia. Siamo vicini alla fine della conoscenza delle cose,detriti di stelle e di anime.
Era un azzurro,a volte più chiaro a volte ricordava un verde tenue. Una specie di oblio tra le nuvole in tutta la sua nobile ed immobile solitudine.
Soltanto l'estrema debolezza dell'immaginazione giustifica che ci si debba muovere per sentire.
Per viaggiare basta esistere. Passo di giorno in giorno come di stazione in stazione ed il mio corpo come un treno organico affacciato sulle piazze e sulle strade,sui volti sempre uguali ma anche diversi.
Diversi come sono i paesaggi.
Pensando,mi sono creato eco e abisso....
...Approfondendomi mi sono moltiplicato.
Il solito signore seduto la mattina che incrociavo sempre mentre anvdavo al mare e che salutavo con lui che ricambiava con un sorriso impercettibile finalmente lo vedo in piedi.
Ma non passeggiando come è solito immaginare,col cappellino in testa rigorosamente bianco e le altrettanto solite braccia incrociate dietro la schiena ,piuttosto ad aprire barattoli di plastica di vernice e di vari colori. Bianco ,giallo e quell'azzurro che ricorda le rifiniture delle casette che possiamo ammirare quando ci troviamo in Grecia.
Al che ,incuriosito , mi avvicino e gli chiedo a cosa servono. Faccio anche una battuta del tipo:se lei è un grafitaro chiedo il permesso di rimanere qui e osservarla in rigoroso silenzio. Ma lui,di concerto, disegna una faccia perplessa e con accento pugliese che mi rifiuto di riportare, risponde: e cosa sarebbe il grafitaro? Sorrido e aspetto.
Lo osservo prendere delle cannucce tra le sterpaglie, ed inizia a mescolare i colori. Poi un pennello,anzi tre; uno per ogni colore. Si alza e dirige dietro una palma di media grandezza ma talmente folta da poter nascondere una persona. Allora mi avvicino e con moderata eccitazione la palma nascondeva una statua della madonna scolorita e trascurata.
Il vecchietto con grazia quasi angelica inizia a ridare vita a quello che fino a poco fa sembrava un pezzo di gesso.
È ora di andare ma prometto all'artista improvvisato di tornare per vedere il risultato di queste cure amorevoli.
Così feci. Di ritorno dal mare , a sera, mi ritrovo al cospetto di quella statua e questa volta con spudorata meraviglia i miei occhi in preda ad euforia ammirano un risultato al dir poco sorprendente. Sembrava uscita dal nido delle statue sacre in quel momento. Azzurri e gialli magnifici . Bianco candido, ed un piccolo ramoscello di violette delicate alla base.
Mi guardo intorno ma non trovo nessuno. Peccato.