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Buongiorno❤️💛
Fino ad ora, sulla morale ho appreso soltanto che una cosa è morale se ti fa sentire bene dopo averla fatta, e che è immorale se ti fa star male
La ricerca pittorica di Fattori, che pur non arruolandosi come volontario, come avevano fatto i colleghi artisti e amici, aderiva al clima patriottico che caratterizzava la Firenze di metà secolo, risultava invece perfettamente in linea con le norme del concorso: la pratica del disegno e della pittura dal vero, che Fattori condivide proprio a partire da questa data con i colleghi macchiaioli.
Ricorderà infatti l'artista, ormai anziano, in un passo dell'autobiografia del 1901: “ il '59 e il '66 mi entusiasmai per la redenzione d'Italia che suscitò in me i migliori sentimenti innamorandomi dei fatti d'arme. Studiai la vita militare e illustrai i principali fatti d'arme […]. I francesi passando per la Toscana mi dettero agio di studiarli minutamente da vicino" (Fattori 1908).L'interesse per la rappresentazione di fatti avvertiti come cruciali sin dall'inizio per la storia della nazione e del popolo italiano; ed è da un punto di vista "popolare", vale a dire umanissimo ed essenziale, che Fattori imposterà i suoi dipinti storici, sottolineando scenari apparentemente secondari e marginali.
Scoppiata la seconda guerra d'indipendenza il 29 aprile 1859, con il passaggio del Ticino da parte dell'armata austriaca, nel maggio il corpo di spedizione di Napoleone III sbarcava a Livorno per dirigersi verso Firenze, dove dopo la fuga del Granduca Leopoldo II di Toscana si era stabilito un governo provvisorio sotto il controllo del Regno di Sardegna, con Bettino Ricasoli ministro degli interni. In Toscana i francesi rimangono fino al giugno 1860, ed è tra il 1859 e il 1860 che Giovanni Fattori si reca sui luoghi degli scontri con gli austriaci, per documentarsi su un grande quadro dedicato ai recenti, drammatici avvenimenti contemporanei. Uno dei provvedimenti del governo provvisorio è la censura di un concorso (poi noto come concorso Ricasoli) per la rappresentazione delle più importanti battaglie del Risorgimento: un tema ancora poco praticato dalla pittura di storia, solitamente volta a ricordare, anche se spesso con usanza vaga, storie e personaggi del passato.
Soldati francesi del '59 è una delle opere più famose del pittore italiano Giovanni Fattori.
I tratti caratteristici della grande pittura macchiaiola emergono in questa tavoletta, un olio di piccole dimensioni (solo 15,5x32 cm) oggi appartenente ad una collezione privata milanese.
Quest'opera rappresenta otto soldati ed un ufficiale in attesa, tutti accennati in modo sintetico.
Infatti, dal punto di vista tecnico, l'autore rifiuta il tradizionale chiaroscuro preferendo di gran lunga l'accostamento di pure e semplici macchie di colore di tonalità diversa, riportando la tecnica tipica dei Macchiaioli.

La tela raffigura il momento dello scontro diretto e resta una meditazione importante su un tema che Fattori tratterà anche nell’opera che raffigura la Battaglia di Montebello del 1862.
La scelta rappresentata di Fattori concentra la visuale su un momento particolare dello scontro, e cioè il ritorno dei feriti.
La visione dello scontro è in lontananza e quasi metà del quadro è simbolicamente occupata da un cielo azzurro che si apre verso l’infinito.