Storia di un capolavoro
Il campo italiano alla battaglia di Magenta
è un dipinto di Giovanni Fattori.
Il dipinto rappresenta uno degli episodi più noti della seconda guerra di indipendenza italiana, ovvero la Battaglia di Magenta.
Pochi mesi dopo la cacciata dei Lorena quando, in un clima di euforia popolare, viene bandito un concorso dal barone Bettino Ricasoli (allora presidente del Consiglio dei Ministri e capo del governo provvisorio della Toscana) a cui quest’opera è legata.
Il regolamento del concorso, apparso nel «Monitore» del 18 ottobre 1859, ammetteva «artisti toscani o italiani residenti a Firenze da più di tre anni», e prevedeva la presentazione di «quattro grandi quadri di costume che rappresentino episodi militari dell’ultima guerra» e quattro scene di grande formato, raffiguranti «battaglie contemporanee» (Curtatone, Palestro, Magenta e San Martino).
Giovanni Fattori presenta due soggetti diversi entrambi ispirati alla battaglia di Magenta, fatto importantissimo della Seconda guerra d’indipendenza italiana avvenuto il 4 giugno 1859.
In un bozzetto Fattori raffigura l’assalto dei granatieri della guardia di Napoleone III contro le posizioni austriache al ponte di Magenta mentre un’altra brigata si dirige su Boffalora, in uno diverso invece rappresenta il momento successivo alla battaglia.
La giuria del concorso sceglierà quest’ultimo, «ove è l’ambulanza con le suore della Carità» (verbale della commissione 25 marzo 1860), non solo per il tema e la «novità nell’impianto compositivo e conveniente realismo», ma anche perché la vittoria di Magenta spettava soprattutto all’esercito alleato francese, e quindi meno si prestava a una dimostrazione di forza da parte delle truppe italiane.
