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trillyina 23 ore fa

 

 

 

 

 

 

 

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trillyina 23 ore fa

 

Il palazzo degli Elefanti (già palazzo Senatorio, per via del Senato Civico, l'antico nome del Consiglio Comunale) è un edificio storico di Catania, di cui svolge la funzione di municipio: esso è situato sul lato nord della scenografica piazza del Duomo, ha accanto la Cattedrale di Sant'Agata, e di fronte il Palazzo del Seminario dei Chierici. Al centro della piazza, fra i due palazzi, vi è anche la Fontana dell'Elefante

 

 

Nell'androne sud del palazzo sono custodite due carrozze del Settecento, di cui una berlina, usata durante i cortei nell'ambito dei festeggiamenti di sant'Agata per condurre il sindaco alla chiesa di Sant'Agata alla Fornace per la processione del 3 febbraio volta a rinnovare l'offerta della cera, riproposizione del voto del «Senato di Catania» all'amata patrona e protettrice.

 

 

 

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trillyina 20 novembre

 

 

Buona giornata❤️🧡

 

La nebbia assume un valore simbolico molto rilevante nell'ambito dell'immaginario collettivo dell'uomo. Basti pensare ai racconti e ai miti in cui essa rappresenta il caos delle origini della realtà e tutto ciò che è indistinto e indeterminato.
La nebbia rende tutto più difficile da distinguere ed è per questo che simbolicamente essa assume un significato che va oltre la realtà esperibile con i sensi e si pone in una dimensione extrasensoriale.
Per un esempio, si pensi al valore della nebbia nel racconto mitologico della famosa Avalon, isola leggendaria, facente parte del ciclo letterario legato al mito di Re Artù, situata nella parte occidentale delle isole britanniche, avvolta da fitte grigie nebbie per celare le creature fatate, abitanti dell'isola.

 

 

 

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trillyina 19 novembre

 

La casa natale di Bellini a Catania

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trillyina 19 novembre

 

Aderì alla Carboneria
Nessun compositore ci richiama alla mente il nesso tra opera e Risorgimento italiano quanto Giuseppe Verdi. E quindi possiamo ben dire "Viva Verdi!".
Il nostro Bellini dovette avere certamente meno interesse nella politica del suo collega e non ci risultano opere interpretabili da un punto di vista patriottico come l'Aida verdiana.
Ma di certo non fu del tutto indifferente a quanto stava accadendo nella penisola, tanto che, insieme all'amico Francesco Florimoaderì alla Carboneria e partecipò ai moti anti-borbonici del biennio 1820-21.
La passione politica durò poco, però, come afferma senza tanti giri di parole il Florimo.

 

Diverse persone furono accusate del suo omicidio 

Bellini morì prematuramente, poco prima di compiere 34 anni, a causa di un grave disturbo cronico dell'apparato gastrointestinale. Ma al tempo il suo decesso si rivestì di mistero e si diffusero voci su un presunto omicidio per avvelenamento

Tra i possibili assassini vennero elencati i coniugi Levys, che lo stavano ospitando nella villa di Puteaux, e la contessa Samoyloff, sua amante (nonchè di Giovanni Pacini, altro celebre compositre catanese). 
Fu additato anche il poeta Heinrich Heine, che frequentava Bellini presso il salotto milanese di Cristina di Belgioioso e che si era lasciato scappare solo pochi mesi prima un'infelice battuta sulla probabile morte prematura del compositore (si veda la biografia "La principessa del nord" a pag. 102).
Servì l'autopsia, voluta del re di Francia e dall'amico Rossini, a mettere fine alle voci.

 

 

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trillyina 19 novembre

 

A sei anni già componeva

Da vero enfant prodige, il piccolo Vincenzo, formato alla musica dal padre e dal nonno, a tre anni già era in grado di suonare il cembalo, a cinque anni di dirigere una piccola orchestra e a sei anni di comporre musica sacra (le fonti riportano la composizione di un vocalizzo su "Gallus cantavit").

 

Gli fu rifiutata la mano del suo grande amore
 
Dopo essersi trasferito a Napoli per muovere i primi passi della sua carriera di musicista, si innamorò, ricambiato, di Maddalena Fumaroli, figlia di un noto magistrato partenopeo. 

 

       A ventiquattro anni chiese la mano di Maddalena al padre di lei, il quale, sdegnato, rifiutò l'offerta, in quanto non poteva sopportare l'idea che la figlia andasse in sposa a colui che considerava soltanto un "suonatore di clavicembalo".


Forse in seguito a questa grande delusione, Bellini non si sposò mai, nè ebbe figli. 
Sono note però altre relazioni sentimentali
Era amato dalle donne, attratte della sua bellezza fisica e dalla sua eleganza, ma certo anche dal talento e dalla fama che quel "suonatore di clavicembalo" raggiunse a poca distanza dai primi anni napoletani.

E la Fumaroli? 
Triste la vicenda di questa giovane donna, che si spense a soli 32 anni; un suo ritratto (nella foto) è conservato presso la Casa Museo Bellini a Catania.
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trillyina 19 novembre

 

Probabilmente non c'è personaggio catanese più universalmente noto di Vincenzo Bellini, il "cigno", l'astro della musica prematuramente scomparso.

 

Ritratto di Vincenzo Bellini        Il cigno catanese ha origini abruzzesi

 
Bellini non è un cognome molto diffuso nella città etnea, nè tipico di queste zone. 
Il padre di Vincenzo, Rosario, era infatti figlio di Vincenzo Bellini senior, compositore nato in Abruzzo (precisamente a Torricella Peligna) nel 1744. 
Si porterà a Catania solo nel 1768, quando fu chiamato a lavorare alle dipendenze di Ignazio Paternò Castello Principe di Biscari come maestro di cappella e insegnante di musica.
La madre di Bellini, invece, denuncia con schiettezza la propria appartenenza alla città etnea con un nome che più catanese non si può: Agata Ferlito :)
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trillyina 19 novembre

 

All’interno del Duomo, all’altezza del 2° pilastro della navata destra, è la tomba di V. Bellini opera di G.B. Tassara; il corpo del musicista venne traslato a Catania da Parigi nel 1896. Tassara è stato uno scultore, patriota e soldato garibaldino componente della spedizione dei Mille nonché un militante del socialismo italiano italiano. L’iscrizione sulla lapide della Tomba di Bellini riporta l'incipit dell'aria de La sonnambula: "Ah! non credea mirarti / Sì presto estinto, o fiore".

 

 

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trillyina 19 novembre

 

Buona serata❤️🧡

 

Nei giorni di nebbia puoi smettere per un attimo di guardare, puoi respirare, ed ascoltare… chiudi gli occhi e concentrati sulle tue sensazioni, perchè anche un giorno di nebbia non è per caso.
(Stephen Littleword)

 

 

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trillyina 19 novembre

 

Devo andare. La nebbia sta salendo”.
(Emily Dickinson, ultime parole prima di morire, 15 maggio 1886)

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