Oracolo di Delfi
"ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ"
"Conosci te stesso"
Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri
sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare
dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno
fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di
trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli
Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli
Dei
La conoscenza di sé
Se il maestro esista o no, è cosa priva di
importanza. É importante per lo
sfruttatore, per le scuole e società segrete; ma per l'uomo che
cerca la verità, la quale porta felicità somma, è questa senza
dubbio questione priva totalmente di importanza. Il ricco e il
più povero facchino sono altrettanto importanti quanto il maestro
e l'allievo. Se il maestro esista o non esista, se ci siano
distinzioni fra iniziati, allievi e così via, non è affatto
importante, ma ciò che è importante è comprendere se stessi.
Senza la conoscenza di sé, il nostro pensiero, con cui
ragioniamo, non ha basi. Senza prima conoscere te stesso, come
puoi sapere ciò che è vero? L'illusione è inevitabile senza
conoscenza di sé. É infantile sentirsi
dire e accettare che si è questo o quello. Attento all'uomo che
ti offre una ricompensa in questo mondo o in quell'altro.
KRISHNAMURTI
Al punto che se adesso mi rimettete in libertà e
non date credito ad Anito, il quale fin da principio disse che non
bisognava farmi entrare qui, o dal momento che ci sono entrato, era
assurdo che non mi giustiziaste, e l’argomento a voi rivolto era
che, se me la fossi cavata, i vostri figli, tutti presi a mettere
in pratica le lezioni di Socrate, tutti, nessuno escluso, si
sarebbero guastati; se dunque in questa situazione voi diceste a
me: Socrate, ad Anito noi non crediamo,
perciò ti mandiamo assolto, a patto però che tu non spendi più la
tua giornata nell’indagine, nel tuo attaccamento alla sapienza. Nel
caso tu venga preso a far questo morira, se
dunque voi – e lo ripeto – mi mandaste assolto a queste condizioni,
io vi risponderei: Signori ateniesi, io vi
venero e vi sento profondamente miei, ma io obbedirò al mio dio,
più che a voi. Fin quando
avrò respiro e ne sarò capace, non smetterò di amare la sapienza,
di sferzarvi, di mettere le cose a nudo con chiunque via via
incontri sulla strada, facendo le solite domande:”Ehi, campione, tu
che sei ateniese, della città più alta e più gloriosa per acutezza
e forza, non ti vergogni di pensare solo ai soldi, al modo di
procurarne tanti e tanti, ed alla tua coscienza, alla tua verità,
al tuo spirito non pensi, non mediti al sistema di farli
progredire?””. Può darsi che fra voi qualcuno voglia
sbugiardarmi e giuri che si dà pensiero, lui, di quello: non lo
manderò assolto, e io non mi staccherò, ma gli farò l’esame, lo
scandaglierò, lo metterò in difficoltà, e se a me dà l’impressione
di non avere patrimonio di moralità, solo di vantarsene, io lo farò
arrossire perché dà il più basso prezzo a cose superiori, e in più
esalta le scadenti.
Riserverò il mio trattamento al ragazzino e al
vegliardo, all’ateniese come al forestiero, come viene viene, ma
più agli ateniesi, in quanto più vicini alla radice. Questo è
l’ordine del dio. Voi lo sapete. Penso che per voi non possa
esistere bene più profondo, qui in Atene, di questa mia devozione a
questo dio. Io giro Atene tutto il giorno senza far altro che
scongiurare i vostri, dal più giovane al più anziano, a non pensare
fissamente al corpo o ai soldi, prima o con maggior impegno, che
all’anima, tesi a farla sempre più perfetta. E il mio dire sarà
questo:”Perfezione non nasce dai beni materiali;
ma da perfezione i beni, e tutto quanto è gran tesoro per la gente,
nelle case proprie e nello stato”. Se guasto la gioventù con
questi miei discorsi, saranno malèfici, può darsi: ma se qualcuno
grida che i miei discorsi sono tutt’altro, parla senza senso. Per
concludere, signori, che diate retta ad Anito, oppure no, che mi
mandiate assolto o no, io non mi metto di sicuro a fare altro,
state certi, neanche se ho davanti, mille volte, morte.
Anito: il capitale accusatore di Socrate. Di
famiglia facoltosa, fu personaggio di spicco del partito definibile
dei democratici moderati. All’origine dell’avversione di Anito per
Socrate vi erano sicuramente motivi ideologici e politici: proprio
i democratici moderati, che sbandieravano i principi delle virtù
tradizionali civiche spesso per mascherare una condotta non limpida
(Anito dovette corrompere i giudici al fine di sottrarsi alla
condanna per i fallimenti riportati durante un alto comando
militare), dovevano essere i più sensibili bersagli per la
corrosiva polemica socratica, volta a denudare impietosamente la
presunzione di chi si illudeva – per colpevole ingenuità, o per
maligna coscienza – di essere modello di perfezione morale.
Giulio Cesare a proprosito dei Druidi...
"Il punto centrale della loro dottrina è l'anima che non
tramonta dopo la morte bensì migra da un corpo all'altro
[...]
Essi dibattono inoltre frequentemente
sugli astri, sulla natura delle cose, sulla potenza e la forza
delle divinità eterne e tramandano tutto ciò ai
giovani"
tratto da
Enigmi di Pietra
di
Helmut Lammer e Mohammed Y.Boudjada
CITAZIONE DELL'ANNO
"Nel mondo d'oggi spendiamo 5 volte di più per i
medicinali che aiutano l'impotenza dei maschi e di silicone per
le donne, che non per investire sulla guarigione dell'Alzheimer;
di conseguenza in futuro avremo donne vecchie con le tette grosse
e uomini vecchi con il pisello duro, però nessuno di loro
riuscirà a ricordare a cosa servono".
Drauzio Varella
Premio Nobel per la medicina