Profilo BACHECA 132
Nelle favole siamo tutti dalla parte dei buoni, nella realtà invece è più facile essere dalla parte dei cattivi.
My love is in league with the freeway
It’s passion will ride, as the cities fly by And the tail-lights dissolve, in the coming of night
And the questions in thousands take flight
My love is the miles and the waiting
The eyes that just stare, and a glance at the clock
And the secret that burns, and the pain that won’t stop
Il vestito bianco di Luisa
Quante volte siamo passati di li e ogni volta mi guardavo attorno,la bellezza delle colline di Lugo e la freschezza della sera , mentre il sole se ne va oltre, laggiù chissà dove. Ma avevamo altro da pensare, la compagnia di ragazze ci aspettava davanti alla chiesa. Così per mezza estate fino a che non ti presentasti a casa mia per portare tua sorella che studiava con la mia. Ti avevo vista al concerto qualche settimana prima con i miei amici che avevano parole di apprezzamento nei tuoi confronti, i tuoi seni appuntiti si notavano bene sulla tua camicetta, i tuoi capelli scuri poco sopra le spalle, jeans attillati dalla vita fino alle ginocchia che poi si allargavano facendo vedere la punta delle tue scarpe da tennis.
Ma sapessi i commenti: varda questa che toco de figa. Era vero. E tu ti presenti a casa mia con tua sorella. Credo di essere diventato rosso, ma anche tu non te l’aspettavi ma avesti il coraggio di chiedermi se potevo riportare tua sorella all’agenzia di viaggi dove lavoravi per le 18.
Certamente risposi io. Puntuale alle 18 arrivai nella piazzetta e potevo lasciare li tua sorella ma ti aspettai, ti volevo rivedere.
Sono passati anni e ancora ho questo ricordo di lei.
Uscì dal lavoro e tra le varie cose che ci dicemmo mi invitò ad andare da lei a Lugo in un tal giorno preciso.
Non potevo mancare.
Mi presentai nel posto stabilito facendo attenzione di non incrociare i miei amici che sicuramente erano poco lontano.
Lei era li che mi aspettava alla fermata degli autobus, la vidi da lontano, aveva un vestito bianco leggero, era una serata calda .La feci salire nel mio Dyane6 e lei mi indicò la strada. Grande fu il mio stupore quando mi portò nelle colline di Lugo, fra queste la più alta sulla sommità una quercia maestosa era li sola da chissà quanto tempo e da lontano sembrava fosse li aspettarci.
Lasciammo la macchina poco lontano e salimmo a piedi. Parlavamo un po' e poi lunghe pause, dovevamo ancora capire, allora le dissi che da tempo volevo salire qui ma stavo aspettando lei. Lei rise e mi prese per mano e mi trascinò in salita correndo. Arrivammo sotto la quercia che ci mancava il fiato. Si buttò a pesce sull’erba, io senza esitare subito dopo di lei. Distesi sull’erba guardavamo i rami di questo grande albero, sembrava ci abbracciasse.
Parlammo un po', poi mi disse mettendosi seduta, fra poco arriva. Non capivo. S’era fatto buio da un po' di tempo ma c’era una luce che proveniva da una collina molto più in basso a est.
Era la luna. Con il passare dei minuti si faceva sempre più grande, era luna piena e sembrava si potesse quasi toccarla con un dito. Era argentata e la sua luce rifletteva sul vestito bianco di Luisa.
C’era magia, mi sembrava di avere attorno delle fate ma erano lucciole, eravamo incantati come fossimo avvolti in un incantesimo.
Io mi chiedevo fino a che punto ero così stupido a non avere il coraggio della prima mossa.
Lei mi ha portato li e lei sapeva della luna sulla collina e dell’abbraccio della quercia. Forse avrà portato qualcun altro prima di me o forse un altro l’ha portata lì. Non era importante saperlo era giusto vivere il momento. Facciamo una cosa? disse rompendo l’incantesimo. La guardai per capire cosa volesse fare, si alzò in piedi mi prese la mano e mi fece alzare, eravamo quasi abbracciati, non mi diede neppure il tempo per pensare che poteva essere l’occasione giusta.
Mi disse saliamo sull’albero! Non dissi niente e guardai in alto, il primo ramo era alto, avrei dovuto sollevarla, prenderla con le mie mani, toccarla. E si, lei salì su di me e la presi con tutta la forza per spingerla al primo ramo, ma avrei voluto fare piano a toccarle il corpo ma l’azione non lo permetteva.
Così con tutta la forza la spinsi verso l’alto lei mi aveva già fatto sentire la consistenza dei suoi seni passando su di me, la spinsi prendendo fra le mani le sue natiche, sentii le sue mutandine quasi strapparsi, lo sforzo per me era importante e non so bene dove siano finite le mie mani, sentivo il suo odore intimo che avrei voluto annusare fino a inebriarmi , poi l’ultima spinta dalle sue gambe nude, lisce e morbide. Raggiunse l’obbiettivo. Io arrapato più che mai in un salto la raggiunsi. Lei seduta su di un ramo e io in un altro poco più alto. Ridevamo per l’impresa e ormai l’incantesimo era rotto , la luna ormai era alta, la sua luce attraverso i rami ci illuminava i volti a macchie scure. Rimanemmo li per un po'. E io pensavo che non avrei potuto essere così stupido di non avere il coraggio di averla mia quella sera.
Scendiamo? Mi chiese. Scesi per primo e attesi che lei si posizionasse per scendere.
Poggiò le sue ballerine sulle mie spalle e lentamente si fece scivolare su di me. Vidi bene le sue gambe che si appoggiavano sul mio viso, le sue ginocchia le feci passare sulle mi labbra, tornai a sentire il suo odore di femmina dove ci strofinai il naso, le mie mani passarono sul suo sedere fino ai fianchi e poi su fino al seno dove mi fermai . Non vedevo il suo viso perché il vestito era scivolato all’insù coprendoglielo. Le massaggiai il seno un’istante e gli sfilai il vestito bianco dal viso. Ora potevo vederla. Sorrideva. Presi il suo vestito lo appesi ad un ramo e scivolammo sull’erba soffice e umida come lei. Guardai il suo vestito appeso illuminato dalla luna sembrava d’argento, guardai le fate ci giravano attorno. Se oggi chiudo gli occhi vedo ancora il suo vestito argentato con le fate che lo sorreggono sulla sommità della collina danzando fra i rami della quercia
Gira e rigira è sempre il solito film ma c'è vita su Marte?