No, oggi non mi sento forte, oggi non voglio fingere, vorrei spaccare tutto, gridare, strapparmi di dosso la mia stramaledetta capacità di filtrare i miei pensieri, non ne posso più, sono stanca di me in questo periodo. È doloroso quando non si può spiegare, quando si dà per scontato che si potrebbe capire tutto...ultimamente mi rileggo più volte, mi sembra quasi che scrivano per me mani estranee, ma sono parole dettate dalle mie sensazioni...almeno tra queste pagine non voglio recitare la parte della donna infrangibile, schiaccio il pedale a fondo, fino a quando piccoli attimi crollo, come in questo momento che sento gli occhi inumidirsi e un senso di stretta allo stomaco. Sono sempre io, eppure non mi sento io, è un periodo, so che passerà, ma ora sono ferma, ho bisogno di prendere una boccata di ossigeno, di capire quello che vive realmente dentro di me.
Certe volte penso che sarebbe meglio prendermi una pausa da tutto, anche da me stessa, purtroppo però sono divisa in due parti che si contrappongono e si combattono costantemente tra loro, entrambe mi rappresentano e appartengono, non posso farci nulla, forse è per questo che sono la testa particolare che sono e che son sempre stata, solo che oggi mi sono riscoperta molto più a fondo del passato.
Chi sono io per combattere quello in cui voglio credere, chi sono io per dare una risposta forzata a qualcosa che è più forte di me, la mia natura...chi sono per decidere quando spogliarmi della mia banale corazza se poi quando ne avrei più bisogno, si rivela solo un vestito dal tessuto facile a strapparsi...chi sono io per zittire le mie emozioni, quelle che fondamentalmente mi rendono viva, vera, imperfetta...chi sono io per mandare tutto a fanculo quando non ci credo più...chi cazzo sono io per zittire le mie maledette fragilità nascoste...il tempo ha sempre da parlare, tante volte mi infastidisce come quella gente per strada che si perde nei bla bla bla, basta solo passargli accanto per un attimo e già mi stanca...fondamentalmente io non mi fermo mai, la mia mente è una spugna, il cuore un cuscino troppo schiacciato a volte e in altre un iceberg troppo inavvicinabile per il freddo che lo iberna, il mio corpo è il contorno, anzi una grande custodia di tutto questo, gambe allenate al passo del presente ma troppo lente nel seguire le impronte del domani.
Certi momenti mi dico che sto perdendo qualcosa...il tempo, la vita...? No, forse sto perdendo di vista soltanto me, forse voglio perdermi, e magari nemmeno cercarmi, darmi tempo, imparare ad essere me stessa fino in fondo...perché si dice che per certe cose è ancora presto e per altre no? E chi lo sa...per me è presto per staccarmi da questa vita mia che amo da matti, e troppo tardi forse per alcune cose...ecco, le due diverse prospettive, come le due parti di me.
Oggi scriverei all'infinito, riempirei ogni angolo di questa mia pagina, e so che non sarebbe tutto quello che avrei maledettamente bisogno di lasciare andare...e succede così, prendo e scrivo, prima parlano gli occhi, il cuore si siede alla sua scrivania invisibile e le mani raccontano e scrivono a modo loro tutto il resto. Non riesco a spiegarmi perché alcuni momenti mi senta così fragile, la reazione immediata sarebbe quella di prendere a pugni il muro...prima o poi potrebbe succedere, oggi ho preferito scrivere. Meglio.
Inutile stare a concludere con la classica frase si riparte, la tempesta poi si quieta o le solite stronzate....nulla...affronto questa tempesta e chissà, andrà bene o male, sì vedrà.