CUSHIONING
"Buttati che è morbido!" urlava un bambino a Babbo Natale in una nota pubblicità. Il bisogno di atterrare su qualcosa che attenui il colpo qualora la relazione dovesse cadere a pezzi è ciò che caratterizza il sempre più diffuso fenomeno del Cushioning nel quale i partecipanti esterni alla relazione principale vengono (a loro insaputa) usati come "cuscini".
Alcune persone si abbandonano a questa tenica di ammortizzazione, cercando soluzioni preventive, perché hanno paura di essere scaricati o pensano di non potersi riprendere da una rottura amorosa. Il piano B prende il posto del lato B, nessun coinvolgimento fisico, solo messaggi dovuti all'insicurezza, scarsa autostima e necessità di posizionare un cuscinetto tra un ego fragile e ciò che potrebbe romperlo. A fare da morbido supporto ci pensano svariati ammiratori pronti per ogni evenienza e tipo dialogo.
Un giorno il Cushioner potrebbe flirtare appassionatamente con te e darti l'impressione di voler costruire qualcosa insieme. In realtà lo fa solo nei giorni in cui ha problemi con il partner ufficiale. Non sempre questa dinamica accade nei rapporti in crisi ma se si vive una relazione seria e si usano "cuscini umani" per proteggersi è perché non ci si sente a proprio agio all'idea di essere totalmente vulnerabile con chi ci sta vicino.
Le relazioni sane dipendono innanzitutto da una comunicazione aperta ed onesta. Se ti stai confidando con degli estranei anziché con il tuo partner ciò è destinato ad aumentare i problemi di fiducia e fornire tentazioni inutili. Se invece sei un potenziale cuscino stai attento ad investire emozioni con una persona impegnata perché quasi sempre il tuo ruolo è quello da ponte tra una relazione seria e l'altra che verrà dopo che sarai stato gettato lungo il caminetto senza trovare il panettone.