Tutto andava a gonfie vele, tutto procedeva a
meraviglia. Ogni cosa al posto giusto, per averla bastava che
allungassi la mano… Poi un bel dì sulla mia strada si parò la
carta d’identità nella sua custodia plasticata, e scoprii di
avere quattordici anni. Scoprii che ero sì una ragazzina il cui
unico compito era studiare, ma che ero anche una persona… Scoprii
le implicazioni dell’esprimere la propria opinione. Le cose
cominciarono a cambiare, iniziarono ad accumularsi sempre più
vertiginosamente. Mi accorsi che essere una trottola per scelta è
divertente, può essere gratificante se il peso da portare è
inferiore alla fatica, e lo è finché non sbatti contro il muro
perché non hai preso – o hai perso, che differenza fa? È solo un
anagramma! - la direzione giusta. Tenni duro, correndo a volte
con poco bagaglio felice e a perdifiato giù per la collina,
arrancando a volte come un mulo cocciuto e stremato dal carico su
una parete di roccia, boccheggiando a volte, perfino, per aver
voluto provare come si fa a morire, come un pesce che si fosse
azzardato a uscire dal mare per voler assaggiare la terraferma.
Senza che me ne accorgessi, imperterrita e dispettosa la carta
d’identità continuava a scadere, io per obbligo continuavo a
rinnovarla.
Poi un giorno aprii il blog, mi affacciai alla
finestra, e decisi che per un po’ sarei rimasta ferma a
guardare. Se io volendo posso correre dietro ai sogni, anche
i sogni leggeri dell'aurora, se vogliono, possono venirmi a
cercare.