Comunicare, entrare in relazione con gli altri è forse tra i bisogni insopprimibili di ogni essere umano. Nasciamo immersi nelle relazioni e trascorriamo l'intera esistenza a costruirle ed a modificarle con un lavorio costante, che ci accompagna come una musica di sottofondo. Nell'ansia distruttiva che a volte ci spinge a demolirle, si annida il germe dell'autoannientamento, perché non siamo senza gli altri ed in fondo la paura più ancestrale, quella della morte, si nasconde proprio lì, nel timore di ritrovarsi soli in un vuoto infinito.
Profilo BACHECA 122
"Stavo dicendo che lei deve pensare a sé adesso, a come fare per aver voglia di alzarsi dal letto ogni mattina. Quella voglia deve trovarla dentro di sé. Solo così potrà occuparsi veramente della sua nipotina. I bambini sono pazzeschi, lo sa: percepiscono più quello che viene taciuto di quello che viene detto. Se lei si occupasse della bambina col vuoto nel cuore, le trasmetterebbe quel vuoto. Se invece quel vuoto cerca di riempirlo, non importa se ci riesce o no, basta che lei cerchi di riempirlo, allora le trasmetterà quello sforzo, e quello sforzo, semplicemente, è la vita. Mi creda. Io mi occupo ogni giorno di persone che hanno perso tutto, spesso sono i soli superstiti dell’intero nucleo familiare. Hanno problemi materiali di ogni tipo, e a volte hanno anche brutte malattie. E sa su cosa lavoro? Lavoro sui desideri, sui piaceri. Perché anche nella situazione più disastrosa, i desideri e i piaceri sopravvivono. Siamo noi che li censuriamo. Quando siamo colpiti dal lutto censuriamo la nostra libido, mentre è proprio quella che può salvarci. Ti piace giocare a pallone? Giocaci. Ti piace camminare in riva al mare, mangiare la maionese, dipingerti le unghie, catturare le lucertole, cantare? Fallo. Questo non risolverà nemmeno uno dei tuoi problemi ma nemmeno li aggraverà, e nel frattempo il tuo corpo si sarà sottratto alla dittatura del dolore, che vorrebbe mortificarlo."
Da "Il colibrì" di Sandro Veronesi
Tutto ciò che non trova realizzazione nella vita, ci appare sempre, spesso immotivatamente, più meritevole ed attraente di ciò che abbiamo vissuto.
Spesso gli errori umani originano dal bisogno. Si sbaglia, perché manca qualcosa e pur di averla siamo disposti a calpestare le regole, a deludere un amico, a tradire un amore. Rimaniamo in fondo bambini capricciosi anche da adulti, animati dalla stessa spregiudicatezza dell'infanzia, sebbene al servizio di un catalogo ben più ampio di aspirazioni insoddisfatte.
L'attenzione è per sua natura fugace, perché la mente umana ha bisogno di alimentarsi continuamente della novità o forse perché, al contrario, preferisce crogiolarsi nella comodità della consuetudine.
Non c'è modo di fermare il tempo, ma esiste più di un modo per evitare che passi inutilmente su di noi e su chi amiamo.
La vita fa tante promesse, molte più di quante possa mantenerne. Eppure ogni volta che ne riceviamo una, anche in età adulta, siamo indotti a pensare che sia sincera. Perché nulla ci appare tanto realistico, quanto ciò di cui abbiamo più intimo bisogno.
"Le emozioni più grandi sono quelle che si provano guardandosi negli occhi, l'orgasmo è sguardo profondo, visione di ciò che l'altro nasconde gelosamente dentro di sé, che spesso nasconde perfino a sé stesso".
(da 'Napoli Ferrovia' - E. Rea)
Perdiamo qualcosa ogni giorno, eppure a produrre il rammarico più intenso è la perdita di ciò che non ci è mai appartenuto realmente.