Monte Claro deriva il suo nome dal latino "Mons Clarus", probabilmente a causa della natura geologica, in calcare bianco, dell'omonimo Colle su cui è situato.
Gestito dalla Provincia e non dal Comune di Cagliari, rientra a pieno titolo fra i principali parchi urbani della Città, per l'importanza che ricopre in termini di superficie (oltre 22 ettari) e di fruibilità per i cittadini e i visitatori.
E’ stato realizzato nel 1998, su progetti degli Architetti Felicia Bottino, Giuseppe Boschi, Luciano Lullini, Paolo Sgaravatti e dell'Ingegner Michele Pintus.
Dall'ingresso principale, costituito dalla monumentale cancellata in ghisa, , si accede ad un viale perpendicolare di lecci, annunciato nel lato destro e sinistro, dalle famose pietre sonore dell'artista sardo di fama internazionale, Pinuccio Sciola. Il viale costeggia sul lato destro un laghetto artificiale attraversato da numerosi anatidi, in prevalenza anatre germane e mute, e collegato da una serie di ponticelli in legno.
Proseguendo lungo il rettilineo incontriamo la "fontana logo", dal simbolo del parco riportato nella parete in erba che fa da sfondo alla fontana: riproduce la decorazione a solcature e costolature parallele di una scodella rinvenuta nell'ipogeo funerario riportato alla luce nel 1905, quando iniziarono le campagne di scavo archeologico nel colle.
Dall'analisi dei numerosi oggetti di corredo funebre ritrovati, caratterizzati da una specifica connotazione tipologica e morfologica le situle e gli orci, assieme agli altri reperti ceramici sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, in piazza Arsenale si scoprì che la zona del Colle fu frequentata dall'età del rame, l'Eneolitico (2700-2200 a.C.), e diede origine alla cosiddetta "Cultura di Monte Claro".
Del passato più recente rimangono i resti in cima al colle della villa del direttore generale dell'ex manicomio, diventata sede della Biblioteca Provinciale e delle sue decine di migliaia di volumi (oltre 80.000).
La Flora presente è rappresentata da carrubi, vari tipi di pini (pino d'Aleppo, pino delle Canarie, pinus pinea), lentischi e olivi, oltre che: bagolaro spaccasassi, gelso bianco, lagunaria, oleandro, salice piangente, sughera, tamerice, viburno, jacaranda, ibiscus, rose.
Il giardino tropicale (sulla sinistra percorrendo il viale centrale) accoglie: palma Phoenix, cicas, yucca, palma camelox, palma Washingtonia. Essenze mediterranee: lentischio, rosmarino, alloro, corbezzolo, mirto, carrubo, leccio, olivo, olivastro.
La Fauna è rappresentata da: tartarughe, anatre mute, anatre germane, oche, pappagalli, passeri, pettirossi, cinciallegre, cardellini, piccioni, gabbiani.
Frequentato da persone di tutte le età, il parco è l’ideale per una piacevole passeggiata o per fare attività fisica immersi nel verde e nel cuore della città senza preoccuparsi del traffico cittadino. Ma non solo, infatti, il parco è attrezzato anche di aree parco-giochi dove i bambini possono correre sicuri tra altalene e scivoli, tavoli coperti da gazebo dove ristorarsi con un pic-nic, tre piste per giocare a bocce e due aree recintate destinate ai cani dove poterli lasciare liberi di correre e svagarsi senza l'assillo di museruola e guinzaglio.
La fontana del parco detta "fontana Logo" rispecchia la caretteristica del vaso campaniforme del III secolo A.c. , quale reperto del luogo, costodito nel museo archeologico di Cagliari
Il culto e la devozione per Santa Maria Chiara (o de Clara, o de Claro, o de Claros oppure de Monte Claro) ebbe origine nelle propaggini del colle omonimo, situato fra Cagliari e Pirri, il quale prese il nome per la presenza nel suo territorio di un cenobio intitolato proprio alla Madre del Salvatore, nella prima metà del XIII secolo. Di questa costruzione, a tutt’oggi, si conserva qualche testimonianza a ridosso della via Santa Maria Chiara Vecchia, all’interno di un edificio rurale eretto nel Settecento.